Due città, due sguardi, un dialogo che muta a ogni riflesso: Venezia e Berlino emergono come corpi vivi, tra realtà e astrazione, nelle fotografie di Giovanni e Francesco Bertin. Un itinerario visivo che frantuma l’ordinario e lo ricompone in forme inattese, invitando a ripensare il paesaggio urbano.
Venezia/Berlino: profili in movimento
Per Giovanni e Francesco Bertin la fotografia non è mai semplice registrazione: è uno strumento critico che attraversa la pelle della città e ne intercetta i contrasti. Tra equilibrio e squilibrio, stabilità e instabilità, ordine e disordine, le immagini sondano tensioni sottili e vitali, aprendo una riflessione sulla fragilità delle metropoli e sulla loro energia intrinseca. L’osservazione, qui, diventa movimento: il paesaggio urbano si sposta, si frantuma e si ricompone, come se l’occhio costruisse una mappa emotiva capace di dare forma alle oscillazioni della vita contemporanea e ai suoi margini più inattesi.
La ricerca individua i profili delle città nei riflessi che nascono negli ambienti quotidiani, trasformandoli in veri filtri conoscitivi. A Venezia, l’onda e la marea che avanzano diventano metafora di una fragilità operante: la superficie d’acqua deforma e reinterpreta i palazzi, rimettendo in gioco le loro sembianze. A Berlino, è il flusso del traffico a distorcere la visione: l’automobile diventa centro vitale e specchio della città, luogo in cui l’immagine urbana si moltiplica. Superfici specchianti, facciate, canali e onde si frangono in frammenti che tornano geometrie e iconografie inedite.
Trame di riflessi, identità mutevoli e un dialogo tra generazioni
La mostra è anche l’incontro tra due sguardi: quello esperto di Giovanni Bertin (1953) e quello più giovane di Francesco Bertin (1988), padre e figlio. Da Venezia a Berlino, la loro narrazione condivisa oltrepassa la mera documentazione e ricostruisce la città attraverso l’immaginazione fotografica: la materia di palazzi e canali si dissolve in luci e riverberi, i dettagli diventano visioni, l’ordinario si apre a possibilità impreviste. È un invito a ripensare come percepiamo e abitiamo lo spazio urbano, creando un terreno comune in cui residenti, viaggiatori e osservatori possano riconoscersi e leggerle come territori in trasformazione, riflesso della nostra identità in divenire.
Nello sguardo curatoriale di Enrico Gusella, il percorso si muove sulle onde, lungo le strade, attraverso gli specchi e dentro il movimento: un’identità che cambia nel tempo e nello spazio, nel paesaggio urbano e nell’immagine. L’indagine dei Bertin esplora forme e configurazioni che trovano concretezza nell’alterità; gli oggetti si trasformano e gli spazi scenici acquisiscono una propria figuratività, rivelando architetture e fisionomie urbane. Dal 17 ottobre al 14 novembre 2025, Spazio Thetis ospita “Venezia/Berlino. Profili urbani”, a cura di Enrico Gusella, in un luogo che rappresenta l’anima culturale e artistica di Thetis spa, realtà ingegneristica attiva nello sviluppo sostenibile e nell’ingegneria ambientale.
