Roma si muove al passo di un corteo: bandiere al vento, cori, famiglie e tute da lavoro. “Democrazia al lavoro” porta in strada la Cgil e una richiesta semplice da ascoltare: salari, diritti, servizi. Sul palco è atteso anche Sigfrido Ranucci. La giornata pesa, la posta in gioco pure.
Una piazza che chiede diritti e dignità
Dal concentramento di piazza della Repubblica, alle 13.30, il serpentone muove verso piazza San Giovanni, dove nel primo pomeriggio si aprono gli interventi: tra i nomi, il giornalista Sigfrido Ranucci, Luc Triangle dell’Ituc e, in chiusura, Maurizio Landini. La piattaforma del sindacato mette in fila priorità precise: aumento di salari e pensioni, investimenti nella sanità e nella scuola, una riforma fiscale autenticamente equa, contrasto alla precarietà e no al riarmo. È la fisionomia dell’appuntamento che la Cgil ha scandito in agenda e confermato in giornata, con migliaia di persone in marcia.
Non è solo un elenco di richieste, è un disegno di politica pubblica: un piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego a partire da sanità e scuola, il rafforzamento della contrattazione, l’introduzione di un salario minimo contrattuale, la lotta al lavoro povero e al fiscal drag con la restituzione di quanto eroso dall’inflazione. Il messaggio punta a tenere insieme giustizia sociale e futuro, saldando il no alla corsa alle armi con la domanda di lavoro stabile e dignitoso, come ribadito dai documenti ufficiali del sindacato.
Dalla festa di partito al dissenso sociale: due fotografie di Roma
In mattinata, a poca distanza, alle 10.00 l’Hotel Parco dei Principi ha ospitato l’evento di Fratelli d’Italia per i tre anni di governo. Dal corteo, Landini ha raffreddato l’entusiasmo altrui: «Non c’è proprio niente da festeggiare», ha detto, legando la piazza alla fatica di chi lavora e non arriva a fine mese. E alla domanda sugli scioperi contro la Manovra, la risposta è stata una porta aperta: «Non escludiamo nulla». Nel primo pomeriggio, la folla riempie i viali con bandiere sindacali e cartelli per pace e diritti.
Tra i passaggi più politici, il leader Cgil replica a Matteo Salvini richiamando il nodo pensioni e la condizione dei giovani schiacciati dalla precarietà; è un j’accuse che intreccia redditi fermi e prospettive previdenziali fragili. In piazza sfila anche una delegazione del Partito Democratico con Marta Bonafoni, Andrea Casu, Annalisa Corrado, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Arturo Scotto e Nicola Zingaretti, presenza riportata dalle agenzie nel primo pomeriggio.
Libertà di stampa al centro: l’invito a Ranucci
Tra gli interventi finali è atteso Sigfrido Ranucci. La Cgil gli esprime pubblicamente solidarietà e lega il palco alla difesa del giornalismo d’inchiesta nel servizio pubblico, tema che Landini considera non negoziabile in una democrazia. La scelta è chiara: inserire la libertà di informazione nel cuore delle rivendicazioni su lavoro, partecipazione e diritti sociali, dentro una giornata costruita sull’ascolto della piazza.
La sua presenza arriva otto giorni dopo l’attacco sotto casa, a Pomezia: un ordigno rudimentale ha distrutto l’auto del cronista e quella della figlia, senza feriti solo per caso. Sull’episodio indaga l’Antimafia, mentre la tutela è stata rafforzata. Le ricostruzioni del servizio pubblico e i lanci d’agenzia parlano di una deflagrazione potenzialmente letale e di un chiaro tentativo di intimidazione contro un giornalista da anni sotto protezione.
Domande per orientarsi, risposte in tempo reale
Che cosa chiede esattamente oggi la piazza, oltre agli slogan? Domanda legittima: nella piattaforma compaiono aumento di salari e pensioni, rinnovo dei contratti, contrasto al lavoro povero e alla precarietà, investimenti su sanità e scuola, una riforma fiscale progressiva con restituzione del drenaggio fiscale, e lo stop alla corsa al riarmo; il percorso è definito, con tempi e proposte che il sindacato ha messo nero su bianco alla vigilia della manifestazione.
E da domani cosa può accadere davvero? La Cgil lascia aperta la leva dello sciopero: «non escludiamo nulla», ha scandito Landini alla partenza del corteo. È una prova di forza ma anche un invito al confronto sulla Manovra. Gli interventi dal palco, con Luc Triangle per l’Ituc e le conclusioni del segretario generale, renderanno visibile la direzione della mobilitazione nelle prossime settimane, tra piazze, tavoli e Parlamento.
Uno sguardo che resta vigile
La scena di San Giovanni restituisce più di un corteo: è una comunità che si riconosce nel lavoro come misura della cittadinanza. Nel nostro racconto scegliamo di restare sul marciapiede insieme alle persone, di ascoltare voci diverse e di tenere insieme le domande: quanto vale oggi una busta paga che non regge il carovita? come si difende un servizio sanitario se le liste d’attesa scorrono lente e i reparti perdono personale?
L’Italia discute di bilancio, pensioni, sicurezza sul lavoro, difesa. Mentre la maggioranza assicura che “si farà sintesi” e non ci sono tensioni, come ha riferito Antonio Tajani, la piazza chiede scelte concrete e verificabili. L’esito, oggi, è una fotografia in movimento: la politica misura le parole, il sindacato promette che la sua non sarà una comparsa. Il resto, ora, è responsabilità di chi governa e di chi rappresenta.
