Oggi Roma si prepara a una giornata che parla di lavoro e diritti: la manifestazione nazionale della Cgil, “Democrazia al lavoro”, riunisce lavoratrici, lavoratori, pensionate, giovani. Obiettivi dichiarati: salari e pensioni più alti, risorse per sanità e scuola, riforma fiscale equa, no a precarietà e riarmo. Una chiamata collettiva, concreta, urgente.
Dove e quando: la mappa del corteo
Il concentramento è fissato alle 13:30 in piazza della Repubblica; da lì il corteo raggiungerà piazza San Giovanni, dove dalle 15:00 sono previsti gli interventi. L’appuntamento e gli orari sono indicati nella nota dell’Ufficio stampa della confederazione diffusa il 23 ottobre, che dettaglia anche le conclusioni affidate al segretario generale Maurizio Landini attorno alle 17:00. A intervenire dal palco sono attesi il giornalista Sigfrido Ranucci e Luc Triangle, segretario generale Ituc, come riportato da Adnkronos.
Il cammino verso San Giovanni non è solo un percorso urbano: è un itinerario simbolico che impegna la città su temi che toccano la vita quotidiana. Lo slogan scelto, “Democrazia al lavoro”, lega la piazza alla cornice della prossima Legge di Bilancio 2026, con priorità che la confederazione ha reso pubbliche sulle proprie pagine ufficiali. L’obiettivo dichiarato è rimettere al centro persone, redditi, servizi essenziali, non spese militari e misure fiscali percepite come inique.
Le richieste che portano in strada
Il sindacato chiede di destinare risorse a sanità, istruzione, non autosufficienza, politiche abitative e sociali; di reperirle dove stanno le grandi disponibilità economiche, con un contrasto effettivo a evasione e rendite. La piattaforma respinge flat tax generalizzata e condoni, invoca la restituzione del drenaggio fiscale e la sua neutralizzazione, e mette sul tavolo salario minimo, legge sulla rappresentanza, equo compenso per autonomi, detassazione degli incrementi contrattuali e lotta a precarietà e sfruttamento. Tutti punti nero su bianco nei documenti pubblicati dalla Cgil.
Sul capitolo pensioni, la confederazione propone rivalutazioni piene, estensione della quattordicesima, superamento della legge Fornero e una pensione di garanzia per giovani e precari. In parallelo, chiede politiche industriali e del terziario per frenare delocalizzazioni, creare lavoro e accelerare la transizione energetica, ambientale e tecnologica, con una strategia dedicata al Mezzogiorno. Prioritaria la sicurezza sul lavoro e il contrasto ad appalti non genuini e subappalti. Nelle note ufficiali il sindacato avverte che l’attuale rotta di governo rischia di peggiorare le condizioni materiali della maggioranza. Arrivano inoltre messaggi di sostegno da sigle internazionali, raccolti e pubblicati dalla Cgil.
Domande lampo dalla piazza
È prevista una diretta per chi non può essere a Roma? Sì. Dalle 15:00 la manifestazione sarà trasmessa in streaming sui canali ufficiali della confederazione, con la possibilità di seguire gli interventi dal palco di piazza San Giovanni. La Cgil ha annunciato la copertura sulle proprie piattaforme digitali e social, offrendo a chi è lontano la possibilità di vivere il pomeriggio di mobilitazione in tempo reale, senza perdere voci e contenuti della giornata.
Quali misure concrete compongono la piattaforma? Oltre agli aumenti contrattuali, la Cgil chiede l’indicizzazione all’inflazione di scaglioni e detrazioni Irpef e delle soglie Isee, il rinnovo di tutti i Ccnl con detassazione degli incrementi e penalizzazioni per i contratti non rinnovati, un piano straordinario di occupazione nel pubblico, investimenti in trasporto locale e servizi, stop alla corsa al riarmo e un impegno attivo per la pace. È una lista puntuale, costruita per la Legge di Bilancio 2026.
Il respiro di una città che chiede ascolto
Guardando il flusso delle persone che si raduna a piazza della Repubblica, si coglie la trama di storie diverse che oggi camminano insieme. C’è chi chiede un lavoro stabile, chi una pensione che tenga il passo dei prezzi, chi cure accessibili e scuole all’altezza dei figli. In queste ore la Capitale diventa un palcoscenico civile dove parole e passi provano a farsi decisioni, e dove la politica è invitata a misurarsi con richieste precise, verificabili, attese da tempo.
È questo il punto che ci preme sottolineare: discutere di salari, fisco, servizi e sicurezza non è una liturgia, è materia viva. Oggi la piazza prova a incidere sul calendario istituzionale, domandando scelte trasparenti e coerenti con la realtà sociale. La storia insegna che quando un’istanza è sostenuta da argomenti solidi e da un’ampia partecipazione, il suo peso cresce. Roma, ancora una volta, mette al centro il lavoro come misura della democrazia.
