Dal 4 novembre la Statale di Milano apre l’Agorà della psicologia: sei incontri in Aula magna, via Festa del Perdono 7, per ascoltare, discutere, capire. Un invito alla città, tra scienza e cultura, per affrontare emozioni, corpo e cura. Presentata oggi, 24 ottobre 2025, l’iniziativa trasforma l’ateneo in una piazza di dialogo.
Una piazza per la mente, nel cuore della città
Un’agorà contemporanea, sul modello della polis greca, dove i cittadini coltivano conoscenza e confronto: è lo spirito del progetto promosso dall’Università degli Studi di Milano con il Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia (Dipo). Gli incontri, mensili fino a maggio 2026 con pausa ad aprile, sono aperti liberamente fino a esaurimento posti. L’annuncio è arrivato questa mattina in conferenza stampa: portare il linguaggio della psicologia fuori dagli addetti ai lavori, rendendolo accessibile senza rinunciare al rigore che sostiene la ricerca e la pratica clinica.
Il calendario disegna un viaggio nell’esperienza umana. Il 4 novembre 2025 Massimo Recalcati apre con “L’inconscio all’opera”; il 5 dicembre “Lezione d’amore” diretto da Andrée Ruth Shammah; il 21 gennaio 2026 Recalcati ritorna con “Paradigmi del desiderio”; il 6 febbraio Marco Venturino propone “Il paziente e la cura”; l’11 marzo Massimo Cacciari affronta “Il dolore”; il 14 maggio Vittorio Lingiardi esplora “Il corpo: incanto e spavento”. Tutti gli incontri iniziano alle 18, nell’Aula magna di via Festa del Perdono.
Tra formazione e cura: la svolta accademica
La scelta dell’ateneo è strutturale: oltre alla triennale avviata nel 2024, che ha raccolto più di mille richieste, sono attivi due nuovi percorsi magistrali, Psicologia in sanità e Neuropsicologia clinica e sperimentale, completando l’offerta. Le comunicazioni istituzionali e La Statale News ne hanno illustrato obiettivi e modalità; una nota del Dipo, nell’ottobre 2024, riportava anche che le domande al test della triennale avevano superato ampiamente le mille unità. Segnali concreti di un investimento che parla al presente.
Nel progetto convergono sensibilità culturale e metodo scientifico. La rettrice Marina Brambilla richiama il mandato pubblico dell’università: sviluppare conoscenza che migliori la vita, traducendo ricerca e didattica in azione civile capace di raggiungere tutti. Gabriella Pravettoni, psicologa e direttrice della Psiconcologia allo IEO, rivendica l’idea di andare oltre la cattedra, includendo anche il teatro per interrogare la mente. Il professor Gianluca Vago, direttore del Dipo, sottolinea quanto lo stato psicologico del paziente pesi su adesione alle terapie e risultati.
Domande in tasca
Chi può partecipare e dove si svolgono gli incontri? Gli appuntamenti sono pensati per tutti: studenti, professionisti, famiglie, curiosi. Si tengono nell’Aula magna dell’ateneo, in via Festa del Perdono 7 a Milano, con inizio alle 18 e ingresso libero fino a esaurimento posti. Il ciclo avanza con cadenza mensile fino a maggio 2026, escluso aprile, così da permettere continuità di ascolto e dialogo che sedimentino nel tempo fra un incontro e l’altro, dando spazio alle domande del pubblico.
Quali temi saranno al centro e quali voci li guideranno? Emozioni come amore, dolore e desiderio incontrano arte, teatro, corpo e relazione di cura. A guidare il percorso, con linguaggi diversi e serietà di ricerca, sono Massimo Recalcati, Andrée Ruth Shammah, Marco Venturino, Massimo Cacciari e Vittorio Lingiardi. L’intento è rendere la psicologia vicina senza semplificazioni, intrecciando esperienza personale e riflessione critica, in un confronto che nasce dall’aula e si estende alla città.
Un impegno che guarda avanti
Questa Agorà non è un semplice cartellone: è un patto con la comunità. Lì dove la competenza incontra l’ascolto, la conoscenza diventa pratica condivisa. La collaborazione con il Dipo rafforza l’idea che mente e cura non siano mondi separati: la psicologia entra nei luoghi della sanità, dialoga con le persone e restituisce strumenti per comprendere scelte, paure, desideri. È un modo di prendersi cura che abbraccia ricerca, formazione e cittadinanza attiva.
Sei serate non bastano a cambiare tutto, ma sanno accendere una strada. In un tempo che chiede parole giuste, fermarsi per capire è già un gesto di responsabilità. L’università apre le sue porte a chi cerca senso, costruendo un lessico comune per parlare di emozioni e cura. Da qui, Milano può ritrovarsi più vicina, una sera alla volta, nello spazio condiviso di una vera piazza del pensiero.
