Sei donne, venticinque storie e un Quirinale che oggi racconta lavoro, coraggio e futuro. Tra le nuove onorificenze spicca Maria Giovanna Paone, alla guida di Ciro Paone S.p.A., accanto a imprenditrici di settori diversi. È un giorno di riconoscimenti e di impegni che ripartono, da vivere con sguardo vigile e con l’orgoglio di una pagina che cambia ritmo.
Un segnale che pesa
Nel Salone delle Feste del Quirinale, il 24 ottobre 2025, sono state consegnate le insegne ai 25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati il 2 giugno. La presenza di sei imprenditrici segna la quota più alta indicata nelle cronache recenti ed eguaglia il massimo storico raggiunto nel 2021. Nel suo intervento, il Presidente Sergio Mattarella ha richiamato innovazione, sostenibilità e inclusione come bussole dell’impresa che genera futuro, intrecciando responsabilità sociale e crescita.
I nomi raccontano la varietà del tessuto produttivo: Maria Giovanna Paone (alta sartoria), Anna Beatrice Ferrino (tessile tecnico), Federica Minozzi (ceramica), Marina Nissim (grande distribuzione), Luisa Quadalti Senzani (meccanica) e Laura Ruggiero (metalmeccanica). L’elenco ufficiale diffuso dal Quirinale fotografa la mappa dei settori coinvolti e conferma la composizione della rosa. L’onorificenza “Al Merito del Lavoro”, istituita nel 1901 e conferita dal Capo dello Stato, affonda le radici nella storia economica del Paese.
Volti e traiettorie che raccontano un Paese
La strada di Maria Giovanna Paone nasce in azienda e si allarga negli anni Novanta con la Linea Donna, di cui è direttrice creativa. Il gruppo ha consolidato una rete internazionale di boutique monomarca e cinque siti produttivi, preservando competenze artigiane e investendo sulla formazione interna. Nel 2022, a New York, l’apertura della boutique su Madison Avenue ha dato ulteriore spazio all’abbigliamento femminile, segnando un passaggio simbolico nella strategia retail. A margine della cerimonia, Paone ha espresso orgoglio e la volontà di alzare ancora l’asticella per le nuove generazioni.
Nella stessa cornice, l’invito alla responsabilità è arrivato anche dal palco istituzionale: la crescita economica, ha ricordato il Capo dello Stato, cammina insieme alla coesione civile e alla capacità di includere talenti, senza lasciare indietro nessuno. È un messaggio che attraversa le biografie delle nuove insignite, dove visione industriale e attenzione al territorio si intrecciano con scelte di sostenibilità, qualità e lavoro ben fatto, tasselli concreti di una competitività che guarda lontano.
Domande rapide, sguardi chiari
Quante sono le donne premiate nel 2025 e perché il dato conta? Sono sei, il numero più alto indicato nelle cronache degli ultimi anni e in linea con il primato toccato nel 2021. Il dato conta perché consolida una presenza femminile trasversale per settori: dall’alta moda alla ceramica, dalla grande distribuzione alla meccanica. Un segnale misurabile che, accanto ai riconoscimenti individuali, parla alle ragazze che oggi immaginano impresa e leadership con ambizione concreta.
Cosa accade durante la cerimonia e quale legame c’è con gli Alfieri del Lavoro? Al Quirinale, il Presidente consegna le insegne ai nuovi Cavalieri e gli attestati ai venticinque Alfieri del Lavoro, studenti eccellenti premiati ogni anno insieme alle onorificenze. Il premio agli Alfieri, istituito nel 1961 dalla Federazione, è parte della stessa giornata e sottolinea il dialogo tra generazioni. Un rito civile che unisce merito scolastico e responsabilità d’impresa in un’unica narrazione pubblica.
Il passo successivo
Al di là delle foto ufficiali, resta l’impegno quotidiano. Secondo la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, citando un’analisi Crif, le imprese guidate dai Cavalieri contribuiscono in misura rilevante all’economia nazionale, con un apporto stimato intorno al 5% del Pil. È un perimetro di responsabilità che chiama tutti: istituzioni, aziende e scuole. Perché i riconoscimenti, da soli, sono un punto di partenza, non un traguardo.
Di questa giornata restano i volti, le strette di mano, le parole misurate e l’idea semplice che ci ha guidati nel racconto: contano i fatti. L’Italia che lavora e innova chiede spazio, e le storie premiate lo dimostrano. A noi, cronisti di un tempo esigente, il compito di seguirne i passi con attenzione e passione, senza abbassare lo sguardo e senza smarrire la sostanza delle cose.
