Un pranzo comprato vicino casa, un sospetto che si insinua tra i bocconi e poi la corsa in ospedale. Nella pasta al forno presa in una rosticceria dell’Infernetto, a Roma, una giornalista trova un frammento di vetro. È Barbara Castellani, ricoverata al Grassi di Ostia. Tra esami, timori e domande, resta un bisogno urgente: capire come sia potuto accadere.
Il pranzo che si spezza all’improvviso
La cronaca di oggi racconta che Barbara Castellani, giornalista e PR, è ricoverata all’ospedale Grassi di Ostia dopo aver acquistato due porzioni di lasagne in una rosticceria dell’Infernetto. Dai resoconti dell’edizione romana di un quotidiano nazionale emerge che un frammento di vetro è rimasto nell’intestino, con rischio di emorragia, mentre la figlia ventitreenne sta bene. La vicenda è stata resa pubblica anche con un post sui social, che ha dato corpo alla paura e alla richiesta di risposte immediate.
Il racconto delle ore concitate si compone di gesti minimi: un boccone, qualcosa che graffia, lo sguardo della figlia che riconosce un pezzetto verde e lo scarta. Madre e figlia contattano il 112 e raggiungono il pronto soccorso, dove gli accertamenti confermano la presenza del corpo estraneo nella madre. Secondo una ricostruzione televisiva, la figlia è stata dimessa, mentre per Castellani sono stati necessari più esami, compresa la TAC.
Accertamenti e verifiche su quella rosticceria
In ospedale arrivano i carabinieri di Ostia: raccolgono la denuncia e avviano immediatamente le procedure di controllo sull’attività. Sono disposti sopralluoghi con i NAS e il personale della Asl, con prelievi e verifiche sulle modalità di preparazione dei cibi. La cornice resta quella di un’indagine in corso, che procede per gradi e senza scorciatoie, mentre la paziente rimane sotto osservazione in attesa di sviluppi clinici certi comunicati dai medici.
Nelle ultime ore la storia ha trovato spazio su diverse testate, segno di un’attenzione pubblica che chiede trasparenza: dai dettagli clinici divulgati da un canale all-news alle ricostruzioni della stampa online. La geografia dell’episodio — la rosticceria di quartiere, i tavoli di casa, il X Municipio — rende potente il senso di vulnerabilità domestica, quando la routine più semplice si incrina e obbliga a rivedere persino la fiducia nelle cose quotidiane.
Domande in tasca
Come sta oggi Barbara Castellani? È sotto monitoraggio al Grassi, con un frammento di vetro che — stando ai resoconti — non è stato ancora espulso. I medici valutano l’evoluzione: se nelle prossime ore non cambierà nulla, non si esclude un intervento. La figlia è in buone condizioni. La giornalista ha condiviso aggiornamenti sui social, a conferma di un malessere che è anche psicologico, tra paura e rabbia per quanto accaduto.
Che cosa stanno facendo le autorità? I carabinieri hanno raccolto la denuncia e attivato i controlli sul locale; i NAS e la Asl effettuano sopralluoghi, campionamenti e verifiche sulle procedure. È un percorso tecnico, fatto di analisi e tracciabilità, che richiede tempo ma produce elementi verificabili per accertare come un frammento di vetro sia finito in un alimento venduto al pubblico. Fino a nuovi riscontri, ogni giudizio resta sospeso.
Un finale che chiama responsabilità
Le storie che più ci toccano nascono spesso nelle cucine di casa. Ci fidiamo del banco sotto casa, del piatto che scalda le mani, della normalità che consola. Quando quella fiducia si incrina, restano domande che non possono attendere: come si è spezzata la catena di controllo? chi ne risponde? quale riparo per chi ha avuto paura al posto nostro? È qui che una comunità misura il proprio senso di cura.
Il nostro sguardo resta vicino alla persona e alla verifica dei fatti: niente scorciatoie, niente clamori superflui, solo ciò che è documentato e utile a capire. In gioco non c’è un titolo in più, ma la serenità di un pasto condiviso. La cronaca di Roma di queste ore ci chiede proprio questo: pretendere chiarezza, tempi certi delle verifiche e parole responsabili, mentre una paziente attende di sapere se servirà il bisturi o basterà il tempo.
