Nella cornice del Teatro Rossini di Roma prende il via il settimo congresso di Meritocrazia Italia. Un’apertura che intreccia istituzioni, storie e impegno civile, chiamando ciascuno alla responsabilità. Dalla conferenza stampa inaugurale emergono voci, dati e proposte: al centro, partecipazione e giovani, il senso del merito come progetto quotidiano e non come slogan effimero.
Un avvio che chiama alla responsabilità
Tre giorni, dal 23 al 25 ottobre, per “Il Governo del Merito. Una sfida differente”: il congresso riunisce al Teatro Rossini – Palazzo Santa Chiara un parterre di dirigenti, professionisti e rappresentanti istituzionali per un confronto denso e operativo. Nelle note organizzative si annuncia un programma che alterna sessioni politiche e socioeconomiche, con l’attesa presentazione del volume del presidente Walter Mauriello. Un segnale di ambizione, ma soprattutto di metodo: ascolto, misurazione, proposte.
Ad aprire con i saluti istituzionali è Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, che ringrazia il Movimento per la capacità di creare reti in un tempo in cui la cittadinanza partecipa poco e molti giovani non si sentono valorizzati. Richiama l’investimento pubblico necessario per formare un dottore di ricerca e l’urgenza di trattenerne il talento. E chiude indicando la necessità, per le istituzioni, di confrontarsi con interlocutori credibili.
Il cantiere delle idee: giustizia, lavoro, territori
Il pomeriggio scorre con la moderazione dei giornalisti televisivi Andrea Fragasso e Alessia Moratti, chiamati a tessere i fili di un anno intenso. Il tesoriere Marco Del Sorbo ridisegna il perimetro della meritocrazia come capacità di “uscire dagli schemi”, un cambio di mentalità che si misura nelle cose fatte. Antonella Panico, consigliera di presidenza, ammonisce: la guerra più subdola è contro la dignità delle persone; per questo l’azione quotidiana del Movimento punta su prossimità e tutela. Una crescita della membership del 30% viene letta come consenso su una filosofia concreta.
Il dossier giustizia è affidato a Gabriella Squitieri, viceministro MI per economia, giustizia e formazione: separazione delle carriere, ufficio-filtro per il giudice naturale, riduzione dei costi per un accesso reale e interventi contro il sovraffollamento carcerario. Sul lavoro, la ministra Erika Diliberto ribadisce che ogni vita spezzata in fabbrica interroga la democrazia e lo Stato. E nel capitolo territorio, la viceministra Francesca Lotta insiste sulla parola-chiave “valorizzazione”: turismo come cura dei luoghi e delle comunità, borghi compresi, in una visione che tiene insieme cultura e impresa.
Partecipazione e giovani, la sfida che non ammette rinvii
Alessandra Magnabosco affronta il calo della partecipazione elettorale con un approccio propositivo: mostrare, con esempi, che ogni cittadino può incidere sul Paese. Dal palco dello staff del Presidente arriva poi il tema della continuità: Donatella Castioni parla di costanza, sacrificio, dedizione, passione. Sono questi gli ingredienti che, insieme a 16mila soci e oltre 152mila follower, hanno reso più tempestiva e puntuale la comunicazione sui social, trasformando l’informazione in servizio.
La narrazione multimediale si allarga con Giusy Aurillo, che racconta “CreaMi”, trasmissione di approfondimento nata dall’intuizione di portare la politica nel sociale attraverso un confronto diretto con la gente comune. Dall’inizio dell’anno, le visualizzazioni hanno superato gli otto milioni: numeri che, nelle parole dello staff, misurano la capacità di accendere discussioni utili, dal lavoro alla sanità territoriale, dalle carriere universitarie alla valorizzazione delle eccellenze.
Domande al volo per orientarsi
Quando e dove si svolge il congresso? Si tiene a Roma, al Teatro Rossini – Palazzo Santa Chiara, dal 23 al 25 ottobre. La sede nel cuore della città facilita l’accesso e favorisce l’incontro tra sessioni di lavoro e momenti di confronto informale. Le informazioni diffuse dall’organizzazione confermano posti contingentati e un’agenda fitta, pensata per alternare analisi e proposte, con una partecipazione che si preannuncia trasversale per età e profili professionali.
Quali sono i temi in evidenza nei tre giorni? Le sessioni annunciate mettono sul tavolo una nuova legge elettorale, la deglobalizzazione nell’era digitale e un confronto su conflitti e scelte economiche, con corner tematici dedicati alla famiglia e alla coesione sociale. Il tratto comune è la ricerca di soluzioni praticabili, radicate nella realtà e orientate a responsabilità, competenze e pari opportunità, come indicato nelle note ufficiali del Movimento.
Sguardo oltre la scena
Mentre in sala si parla di merito, i numeri del “Meritometro” ricordano la posta in gioco: l’Italia resta in coda tra i Paesi europei monitorati, con miglioramenti solo parziali su pari opportunità e qualità del sistema educativo. È un contesto che rende ancora più urgente la sfida culturale evocata dal congresso, tra regole chiare, trasparenza e attrattività dei talenti. Lo attestano le analisi del Forum della Meritocrazia, rilanciate dalla stampa nazionale.
Qui si tocca un punto sensibile: la tenuta della partecipazione democratica e l’attenzione ai giovani non sono accessori, ma ossatura del domani. Dal lavoro sicuro alla giustizia accessibile, fino alla cura dei territori, il merito smette di essere parola astratta e diventa pratica quotidiana. In questo passaggio, la voce di chi chiede dignità, ascolto e risultati trova un palcoscenico e pretende continuità, anche quando si spengono le luci del teatro.
