Mercoledì 22 ottobre 2025, in diretta su Rai 2, un confronto acceso ha travolto Ore 14: Milo Infante ha fermato l’ospite Azzurra Barbuto durante il dibattito sul caso Alessia Pifferi, nato da un serrato scambio con l’avvocata Alessia Pontenani. Pochi secondi, tensione palpabile, e il silenzio improvviso in studio.
Un confronto che sfugge di mano
Nella parte centrale della puntata dedicata all’attesa per le decisioni sul processo di Alessia Pifferi, la trasmissione ha dato la parola in collegamento all’avvocata Alessia Pontenani, che ha richiamato la linea difensiva sul presunto “deficit intellettivo” dell’assistita, con implicazioni sulla capacità di intendere e di volere. La scena è avvenuta il 22 ottobre, come da scheda ufficiale dell’episodio su RaiPlay. Dallo studio, Azzurra Barbuto è intervenuta con decisione, contestando la tesi e sovrapponendosi più volte agli altri ospiti, innescando una spirale di interruzioni che ha rapidamente alzato i toni.
A quel punto Milo Infante ha richiamato l’ospite a un linguaggio più misurato, ricordando che il programma si muove su un “binario di serenità” e invitando a lasciare spazio agli altri interventi. Lo scambio tra Barbuto e Alessia Pontenani è degenerato fino alla minaccia di querele e alla richiesta, da parte della legale, di attenersi ai fatti processuali; la regia ha quindi chiuso l’audio per ripristinare l’ordine. In quel frangente è rimbalzata anche la domanda sull’eventuale “laurea in Giurisprudenza”: per chiarezza, Barbuto risulta laureata in Scienze Politiche internazionali, come riportato nel suo sito personale.
Le ore successive: scuse e confini editoriali
Il giorno dopo, a seguito delle numerose reazioni, Milo Infante ha risposto pubblicamente a un post social di Davide Maggio, scegliendo poche parole nette: “Posso solo scusarmi…”. Il conduttore ha aggiunto che a risultare inadeguati, oltre ai toni, sono stati alcuni contenuti, ribadendo che non è il programma ad adeguarsi agli ospiti ma l’opposto. Un’assunzione di responsabilità rara nel panorama tv, messa nero su bianco e facilmente verificabile nel resoconto firmato sul sito di Davide Maggio.
In apertura della puntata successiva, presentando Candida Morvillo, Infante ha rimarcato il perimetro del format: ci sono ospiti che la trasmissione “si onora di accogliere” e altri che, a un certo punto, decide di non “accogliere più” nel parterre. Un passaggio che suona come scelta editoriale e invito a un confronto rigoroso, rilanciato mentre gli ascolti del 22 ottobre attestavano circa 1,097 milioni di spettatori con il 10% di share secondo le rilevazioni di settore, convergenti anche con i dati sintetizzati dallo stesso Davide Maggio.
Dopo il clamore: domande rapide e una riflessione
Cosa è successo in studio? Durante il blocco sul caso Pifferi, il confronto tra l’avvocata Alessia Pontenani e la giornalista Azzurra Barbuto è precipitato: termini giudicati eccessivi, sovrapposizioni e accuse reciproche. Milo Infante è intervenuto più volte, chiedendo rispetto dei tempi e dei toni; la regia ha chiuso l’audio per riportare la discussione entro binari gestibili, quindi il conduttore ha stoppato il segmento per sforamento e clima divenuto ingestibile.
Quando è andata in onda la puntata e come è proseguita la vicenda? L’episodio è andato in onda mercoledì 22 ottobre 2025 e la scaletta, come indicato sulla piattaforma della TV pubblica, prevedeva anche l’attesa per lo sviluppo processuale del caso Pifferi. Il giorno seguente, Infante ha espresso scuse e chiarito la linea: linguaggio sobrio, analisi e ascolto, selezione degli ospiti coerente con il taglio del programma, come documentato nel resoconto di Davide Maggio.
Quando la televisione sceglie l’approfondimento, le parole pesano. In quella manciata di minuti abbiamo visto come uno scarto può travolgere il senso di un dibattito e oscurare il diritto all’ascolto. È responsabilità di chi conduce riannodare i fili, ma è responsabilità di chi parla offrire solidità, misura, prove. Solo così, davanti a temi che graffiano la coscienza, la discussione resta utile, civile, capace di lasciare al pubblico più domande buone che rumore.
