Nella cornice del Teatro degli Arcimboldi di Milano, la presentazione delle Guide de L’Espresso 2026 ha rimesso al centro la tavola italiana. In un videomessaggio, il ministro Adolfo Urso ha sottolineato come queste guide sappiano rivelare eccellenze autentiche e spesso invisibili, accompagnando viaggiatori e lettori alla scoperta di luoghi e sapori che raccontano il Paese.
Un palcoscenico che racconta l’Italia del gusto
Davanti a una platea gremita, le Guide hanno alzato il sipario sulla loro 46esima edizione, con i volumi “I 1000 Ristoranti d’Italia” e “I 1000 Vini d’Italia”, oltre a un sito e un’app ripensati per rendere accessibili le selezioni ovunque ci si trovi. L’evento del 23 ottobre 2025 ha celebrato l’alta cucina e il vino come linguaggio culturale, con riconoscimenti a ristoranti e cantine che segnano la mappa del gusto nazionale.
Nel suo messaggio, Urso ha legato la crescita del settore alla sua natura profonda: fattore identitario e attrattivo per i territori. I dati di Enit, diffusi dal Ministero del Turismo, confermano la tendenza: soggiorni legati all’enogastronomia a +176%, 2,4 milioni di presenze e quasi 400 milioni di euro di spesa internazionale nel 2024, in aumento del 9% sul 2023.
Numeri, tutele e scelte politiche: dove corre il Made in Italy
Il ministro ha ricordato il primato europeo dell’Italia nelle indicazioni geografiche, parlando di 328 prodotti agroalimentari e 530 vini. A ottobre 2025, l’Osservatorio Qualivita ha aggiornato il quadro: 330 denominazioni alimentari e 529 vitivinicole complessive, segno di un patrimonio che continua ad allargarsi. La cucina italiana resta inoltre candidata a patrimonio culturale immateriale Unesco, con decisione attesa a dicembre 2025, passaggio simbolico per la nostra tradizione conviviale.
Su questo terreno si inserisce la Legge n. 206/2023 sul Made in Italy, che istituisce un fondo per la promozione internazionale dell’agroalimentare e la formazione sulle tecniche culinarie, coinvolgendo la rete diplomatica nel racconto della cultura del cibo italiano. A sostegno della ristorazione, la proroga delle concessioni dei dehors, licenziata a Palazzo Madama nell’ambito del ddl Semplificazioni, ha spostato la scadenza al 30 giugno 2027, garantendo continuità a spazi che animano quartieri e comunità.
Regole chiare per chi accoglie: dall’Horeca alle recensioni online
Nel disegno di legge sulle Pmi, in discussione in Parlamento, il governo introduce per la prima volta misure mirate per gli operatori Horeca, con un impianto che punta a un trattamento più uniforme del comparto. Allo stesso tempo, arriva una stretta sulle recensioni online: solo chi dimostra identità ed effettiva fruizione del servizio può recensire, con tempistiche definite e divieto di commercio di valutazioni preconfezionate.
Il pacchetto prevede anche il diritto di replica per le strutture, la cancellazione dei contenuti ingannevoli e l’elaborazione di codici di condotta da parte di Agcom, mentre la vigilanza spetta all’Agcm. Un quadro che tutela imprese e consumatori, scoraggia pratiche sleali e restituisce credibilità a un ecosistema digitale diventato decisivo nelle scelte di viaggio e di consumo.
Domande in tasca
Perché queste Guide contano per chi viaggia e sceglie dove andare? Perché trasformano l’orientamento in esperienza: non sono elenchi, ma un racconto costruito sul campo, lungo un anno di chilometri, assaggi, visite e confronti. L’edizione 2026 ha visto un lavoro diffuso nelle venti regioni, con degustazioni e un ecosistema digitale aggiornato per rendere consultabili itinerari e indirizzi in tempo reale, anche da smartphone. È una chiave d’accesso concreta ai territori e alle loro storie.
Quali novità guardare da vicino nei prossimi mesi? La decisione sulla candidatura della cucina italiana all’Unesco è attesa a dicembre 2025, un passaggio che avrebbe ricadute simboliche e promozionali di grande portata. Intanto il nuovo sito e l’app delle Guide promettono aggiornamenti continui, mentre il rafforzamento normativo su dehors e recensioni aiuta le imprese a lavorare con più continuità e trasparenza, a beneficio di chi siede a tavola e di chi accoglie ogni giorno.
Una chiusura che guarda avanti
L’enogastronomia italiana non è un esercizio di stile: è comunità, filiere pazienti, mani che sanno fare. Le parole del ministro Urso intercettano questa verità: quando un ristorante viene raccontato con rigore, quando un vino viene scelto per ciò che esprime, a beneficiarne sono i territori, le economie locali, i giovani che investono su competenze e studio. Ogni selezione diventa promessa di futuro, se sa tenere insieme tradizione e sguardo lungo.
In questo orizzonte, la nostra bussola resta la credibilità: dati verificabili, norme che rendono il mercato più leale, strumenti agili per orientarsi. Le Guide, i numeri di Enit, le scelte del legislatore e la partita Unesco compongono un’unica trama. Sta a noi leggerla con attenzione, chiedendo alla ristorazione e al vino non solo piacere, ma qualità, chiarezza e responsabilità. È così che l’eccellenza non si esaurisce in un premio: diventa patrimonio condiviso.
