È la voce di Chiara Ferragni a riordinare i pezzi di un anno in salita: paure, disciplina, ripartenze. Nell’intervista alla redazione di Cosmopolitan España, l’imprenditrice racconta il suo 2024, la fine del matrimonio con Fedez e un presente che profuma di serenità. Parla con schiettezza: cadere, rialzarsi, restare fedeli a sé stessi.
Una confessione senza reticenze
Nella cover story spagnola di Cosmopolitan (numero novembre-dicembre), Ferragni mette a nudo il metodo con cui attraversa le bufere: testarda, resiliente, a tratti vulnerabile. Dice che la sua forza è non mollare e ammette giornate in cui l’insicurezza bussa alle spalle. Non edulcora l’odio in rete: con il tempo si indossa una corazza, ma l’esposizione pesa e non è per tutti. Chi sceglie i social come lavoro, spiega, deve accettarne il patto, anche quando graffia. È un racconto asciutto, in prima persona, costruito tra Madrid e i set della rivista.
Riavvolgendo il nastro, definisce il 2024 un tornante ripido: alti, bassi, scelte non rimandabili. La separazione da Fedez è diventata divorzio congiunto il 23 luglio 2025, con decisione del Tribunale di Milano e affido condiviso dei figli: un epilogo sobrio, senza clamori. Nei mesi precedenti, la ritroviamo sulle grandi pedane della cultura pop, come ai Premi Goya 2025 a Granada, in abito Ze García e da ambasciatrice Goa Organics, a segnare una presenza professionale nonostante la tempesta privata.
Dopo la frattura, l’orizzonte sentimentale
Allo stesso tempo, Ferragni racconta di aver rimesso il cuore in cammino. In Spagna, a febbraio 2025, ha parlato senza giri di parole: «sono molto innamorata», felice ma prudente, desiderosa di proteggere ciò che nasce. Poche settimane e i riflettori incrociano una nuova storia che, con il passare dei mesi, ha un nome e un volto: Giovanni Tronchetti Provera. Una relazione poi uscita dal perimetro delle indiscrezioni con segnali pubblici e foto di coppia, senza proclami, tenendo il resto lontano dal rumore.
Il loro percorso non è una linea retta: tra pause, riavvicinamenti e scene rubate, l’estate 2025 racconta bagliori a Ibiza e scatti condivisi con misura. Le cronache hanno seguito la coppia dalle prime immagini milanesi di fine 2024 fino alle nuove istantanee agostane, restituendo un sentimento che preferisce i gesti alla sovraesposizione. Una scelta di discrezione che si intreccia con il desiderio di normalità, lontano dai dettagli superflui e vicino a ciò che conta davvero nella vita quotidiana.
Lo sguardo del pubblico e il mestiere di esporsi
Ferragni non minimizza il peso del commento costante: si può costruire un’armatura, ma restano giorni in cui una frase ostile si incunea nella mente. La visibilità è un mestiere, ribadisce, non uno stato dell’animo: chi lo sceglie deve accettarne regole e contraccolpi. È il passaggio più onesto della sua narrazione spagnola, quello che spiega la distanza tra persona e personaggio e che restituisce la misura delle cadute, al netto del filtro dei social, quando lo schermo si spegne e rimangono solo silenzi da gestire.
Sullo sfondo scorre anche il capitolo giudiziario: dall’invio a processo per le campagne solidali di pandori e uova di Pasqua al primo passaggio in aula a Milano del 23 settembre 2025. La prossima tappa è fissata al 4 novembre per le decisioni sulle parti civili. Ferragni respinge l’ipotesi di truffa, mentre i difensori sottolineano le iniziative già assunte in sede amministrativa; il calendario resta aperto, e sarà la giustizia a scrivere i prossimi passaggi.
Domande in tasca
Il 2024 in una frase? Un tornante faticoso: ho affrontato la fine di un matrimonio, la riorganizzazione della vita e altre prove che mi hanno costretta a cambiare passo. Ma da quel labirinto è uscita una lezione lucidissima: imparare a cavalcare le onde, a non sprecare l’energia nelle mareggiate, a tenere il baricentro quando il vento cambia improvvisamente.
Che cosa significa vivere sotto lo sguardo di milioni di persone? Accettare che l’esposizione logora e, insieme, allenare la pelle a resistere. Una frase cattiva può rovinare una giornata, succede anche a me. Però questo è il lavoro: o lo prendi con i suoi pesi, oppure scegli altro. L’unico antidoto possibile resta la verità di ciò che sei, senza sovrastrutture.
Un cammino che non smette di correre
C’è un’immagine che resta: una donna che si rimette in asse, con un amore presente e un orizzonte professionale ancora da scrivere. Chiara Ferragni non promette ciò che non controlla; rivendica, invece, la libertà di scegliersi ogni giorno. In mezzo, il lavoro, i figli, gli errori che insegnano e la fiducia che torna, passo dopo passo, senza più chiedere il permesso al rumore attorno.
Lo raccontiamo con lo sguardo di chi osserva da vicino senza invadere: il racconto di queste settimane dice che si può sgonfiare la retorica e restare umani. E che talvolta basta una frase detta bene, davanti alla domanda giusta, per mettere ordine dove tutto sembrava confuso. Il resto lo faranno il tempo, la giustizia e, soprattutto, le scelte.
