Richieste chiare, numeri trasparenti, regole che non lascino margini di equivoco: è ciò che l’Uap domanda alla Manovra, quando si parla di farmacia dei servizi e tariffe del Ssn. Un appello che si accompagna alla disponibilità a collaborare su un nomenclatore aggiornato e utile a ridurre le liste d’attesa, come riportato oggi da Adnkronos.
Serve una cornice chiara per servizi e tariffe
L’Unione nazionale degli ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata ricorda che la revisione del nomenclatore è attesa da anni e che solo regole solide possono tradursi in prestazioni tempestive e tutele reali per i cittadini. La presidente Mariastella Giorlandino ringrazia il Governo per l’ascolto del lavoro tecnico e rilancia l’impegno a contribuire a tariffe e criteri fondati su evidenze, con l’obiettivo di comprimere le attese e garantire sostenibilità al sistema, come riportato dall’agenzia.
Il nodo che inquieta è la riscrittura della norma sulla farmacia dei servizi: la bozza iniziale, indicata come articolo 67, subordinava i servizi in farmacia ad autorizzazione e accreditamento secondo il D.Lgs. 502/1992, come riferito da testate nazionali; la versione più recente, ora articolo 68, avrebbe invece eliminato quel vincolo esplicito, tema che nel settore ha acceso il dibattito. In questo quadro, Uap richiama i pilastri normativi su autorizzazione e accreditamento fissati dagli articoli 8-ter e 8-quater del decreto del 1992.
Tariffe e nomenclatore: cosa c’è davvero in gioco per i pazienti
Il contesto è già complesso: tra fine 2024 e il 2025 il Tar Lazio è intervenuto più volte sul “decreto tariffe” per la specialistica e la protesica, prima revocando la sospensiva per evitare stop a prenotazioni ed erogazioni, poi annullando in parte il provvedimento con efficacia differita di 365 giorni per rifare l’istruttoria. Uap ha rivendicato quelle decisioni come un passaggio utile a costruire un tariffario più coerente e trasparente per strutture e cittadini.
Intanto, nella bozza del Ddl Bilancio 2026 compaiono risorse per aggiornare le tariffe del nomenclatore e un capitolo sulla farmacia dei servizi che stabilizza il modello nel Ssn, con una dote dedicata e regole di remunerazione in sede regionale. Diverse letture parlamentari e di settore indicano una quota vincolata di 50 milioni di euro annui dal 2026, mentre l’articolo 66 e seguenti intervengono sugli aggiornamenti tariffari. Uap chiede che ogni euro resti tracciabile e vada davvero alla sanità dei cittadini.
Domande rapide per orientarsi
Perché l’autorizzazione e l’accreditamento restano decisivi? Perché non sono formalità, ma garanzie: definiscono requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici, verifiche sui risultati, coerenza con la programmazione regionale. Sono i cardini che mettono sullo stesso piano chi eroga la “stessa prestazione” e danno al paziente standard riconoscibili, indipendentemente dalla targa fuori dalla porta. In Italia, questi presìdi sono fissati dagli articoli 8-ter e 8-quater del decreto legislativo 502/1992, ossia le norme che regolano autorizzazioni e accreditamento istituzionale.
Cosa cambierebbe con la riformulazione dell’articolo 68? Secondo ricostruzioni di settore, sarebbe sparito il richiamo esplicito a “autorizzazione e accreditamento” presente nella prima bozza (allora articolo 67). Questo alimenta timori di letture disallineate, pur a fronte di una conferma della cornice sulla remunerazione e del monitoraggio regionale. L’orientamento iniziale e la successiva limatura sono stati riportati da quotidiani specializzati e generalisti: il punto da chiarire, per chi lavora sul campo, è che a parità di prestazione valgano regole identiche per tutte le strutture.
Una rotta che chiede responsabilità
La farmacia è il luogo vicino alle persone, ma quel valore si rafforza solo dentro un perimetro certo: servizi definiti dal D.Lgs. 153/2009, integrazione stabile nei Lea fissati dal Dpcm 12 gennaio 2017 e, soprattutto, rispetto delle regole che già tutelano sicurezza ed equità nel Ssn. Uap non chiede barriere, chiede chiarezza: una parola scritta bene oggi evita interpretazioni domani, rende misurabili qualità e costi, e protegge chi cura e chi si cura.
Nel passaggio parlamentare, l’auspicio è semplice e concreto: conservare l’impianto della Manovra che rafforza i servizi di prossimità, ma con un chiarimento netto sul rispetto di autorizzazione e accreditamento, senza scorciatoie. È così che le risorse per tariffe e nomenclatore possono diventare meno attese e più prestazioni, meno confusione e più fiducia. È la rotta che raccontiamo ogni giorno: rigore, trasparenza, attenzione al cittadino come misura di ogni scelta pubblica.
