La rinascita dopo una diagnosi non è un atto solitario: richiede ascolto, organizzazione e coraggio. Dal confronto tra pazienti, medici e istituzioni emerge una rotta precisa, capace di trasformare l’ansia del domani in un percorso praticabile. È qui che la prevenzione, insieme a cure e supporto, diventa quotidianità possibile.
Prevenzione e accesso alle cure
Nel mese dedicato alla consapevolezza, la visione di Paola Coco, Medical Affairs Head di Novartis Italia, si traduce in un invito concreto: costruire alleanze operative tra associazioni di pazienti, clinici e istituzioni. All’incontro “Avrò cura di me. Una nuova vita dopo un tumore al seno” di Donna Moderna, realizzato con contributo non condizionante di Novartis, Coco ha indicato la collaborazione come metodo di lavoro: unire competenze e ascolto per trasformare intenzioni in servizi, risposte e accesso per donne, concreto.
Per prevenire resta decisivo agire su due fronti: diagnosi precoce e continuità delle cure dopo la diagnosi. Significa rispettare il follow-up, aderire alle terapie adiuvanti quando prescritte, monitorare i segnali e chiedere supporto. È il nucleo del messaggio rilanciato a ottobre: ridurre la probabilità che la malattia torni passa da informazione affidabile e percorsi accessibili. Le istituzioni sanitarie invitano inoltre ad aderire agli screening e a uno stile di vita attivo, elementi che completano il cammino terapeutico di ciascuna paziente.
Campagne e comunità: #PronteAPrevenire guarda alle recidive
Tra le iniziative dell’Ottobre rosa spicca l’evoluzione di #PronteAPrevenire, progetto di Novartis in collaborazione con ANDOS, Europa Donna Italia, IncontraDonna e Salute Donna ODV. L’idea è sostenere chi ha affrontato un tumore al seno localizzato, offrendo strumenti per comprendere e gestire il rischio di recidiva. Dalla ricerca di Europa Donna emerge una richiesta informativa ancora alta: quattro donne su dieci dichiarano di non ricevere notizie sufficienti. La campagna vive anche online con contenuti e testimonianze dedicate sul percorso post-cura.
Il percorso pubblico si è ampliato con le Conversazioni di Donna Moderna, incontro milanese del 22 ottobre su prevenzione terziaria, sport e consapevolezza. Tra gli interventi, il mental coach Giovanni Frangi ha sottolineato il valore del movimento, soprattutto di gruppo, nel recupero della quotidianità e nell’aderenza ai trattamenti. Un messaggio in linea con la visione clinica: attività fisica come supporto reale ai protocolli prescritti e al follow-up. L’evento è stato realizzato con contributo non condizionante di Novartis e testimonianze autorevoli.
Domande rapide, risposte chiare
Che cosa significa “prevenzione terziaria” nel tumore al seno localizzato? È l’insieme delle azioni dopo diagnosi e intervento per ridurre il rischio di recidiva: aderenza alle terapie adiuvanti, controlli programmati, correzione dei fattori di rischio modificabili. Le istituzioni ricordano di partecipare agli screening nelle età previste e di adottare uno stile di vita attivo, non fumare, limitare l’alcol, curare l’alimentazione. È una responsabilità condivisa tra donna, équipe e territorio, che prosegue oltre la fine delle terapie e consolida la ripresa.
In pratica, significa seguire il piano della Breast Unit: farmaci adiuvanti quando indicati, visite ed esami puntuali, attenzione al movimento. La sanità pubblica evidenzia che l’attività fisica regolare aiuta anche a contenere il rischio: camminate sostenute, esercizi calibrati, gruppi di supporto migliorano energia, umore e aderenza. È un ponte tra scienza e routine quotidiana, coerente con le linee guida nazionali e i programmi di prevenzione attiva del Servizio sanitario che valorizzano movimento, nutrizione e supporto psicologico integrato per le pazienti.
Sguardo finale: una rete che cambia la vita
Questo è il senso della sinergia: quando associazioni, clinici, istituzioni e aziende convergono, l’accesso cresce. Lo confermano i territori, dove ottobre diventa occasione per ampliare i servizi. Nel Lazio il 2025 ha previsto mammografie gratuite anche per le 45-49enni, con esenzioni e percorsi organizzati negli Istituti di riferimento. È un segnale pratico: la prevenzione si traduce in appuntamenti prenotabili, vicini e misurabili, non solo in campagne di sensibilizzazione; ed è qui che la collaborazione diventa concreta, visibile, quotidiana, misurabile, davvero.
Guardando i dati, le storie trovano forza. In Italia, le donne vive dopo una diagnosi di tumore al seno sono aumentate negli ultimi anni grazie a diagnosi precoce e progressi terapeutici. È una traiettoria da proteggere: più informazione, più accesso, più sostegno. Solo così il messaggio nato dall’incontro milanese si traduce in impegno mantenuto per migliaia di persone, riducendo disuguaglianze e consolidando la qualità della cura. Lo dicono i numeri diffusi dalla comunità oncologica, che fotografano progressi misurabili negli ultimi.
