Il silenzio di una casa a Canaro, nel Rodigino, si è trasformato in tragedia: padre, madre e la loro figlia di 27 anni sono stati trovati senza vita. Secondo i primi rilievi dei Vigili del fuoco, nell’abitazione si era accumulato monossido di carbonio, probabilmente disperso dalla caldaia, dopo giorni senza contatti con familiari e colleghi.
Una casa silenziosa e la corsa dei soccorsi
Le ricerche sono scattate nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 ottobre 2025, quando i colleghi dell’uomo, preoccupati per le sue assenze, hanno chiesto verifiche. Intorno alle 23, in via Cesare Battisti a Canaro, i Vigili del fuoco hanno forzato l’ingresso con Carabinieri e sanitari del Suem 118. Lì hanno trovato i tre corpi, dopo giorni senza notizie, come riferito da LaPresse e dalla Repubblica. Gli accertamenti sono proseguiti per ore durante il sopralluogo delle forze dell’ordine e dei soccorritori.
Durante il sopralluogo, i tecnici hanno usato rilevatori portatili e misurato concentrazioni di monossido di carbonio compatibili con una fuga dalla caldaia. Le vittime — genitori e una figlia ventisettenne — sono state trovate nei letti; non risultavano segni di effrazione. La famiglia, di origini moldave, viveva in Veneto da oltre vent’anni, come riportato da RaiNews e dalla Repubblica. In casa è stato trovato morto anche il gatto. Le verifiche proseguono, coordinate dalle autorità e dagli operatori del Suem 118.
Indagini, numeri e prevenzione: ciò che sappiamo
Le autorità hanno aperto accertamenti tecnici per stabilire responsabilità e dinamica. Al momento, i rilievi indicano che il CO si sarebbe sprigionato dalla caldaia, ipotesi da confermare con verifiche formali. La cronaca ricorda il rischio: nell’inverno 2024–2025 l’ospedale Cardarelli di Napoli ha segnalato decessi e decine di intossicazioni, secondo l’ANSA, mentre CNA Padova riferisce che il Centro Iperbarico di Padova ha trattato 34 casi, oltre il doppio dell’anno precedente. Elementi utili a inquadrare la delicatezza delle verifiche in corso oggi.
Il monossido di carbonio è un gas inodore e incolore che, senza ricambio d’aria, può raggiungere livelli letali, spiegano l’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia e strutture sanitarie. In casa i valori salgono con combustioni e scarichi non idonei. La prevenzione passa da quattro mosse: manutenzioni certificate, canne fumarie integre, locali ventilati, rilevatori dedicati. Strutture sanitarie e Vigili del fuoco invitano a evitare bracieri e dispositivi non certificati e a non tenere motori accesi in box o garage chiusi.
Domande che i lettori ci hanno posto in queste ore
Che cos’è il monossido di carbonio e perché non ce ne accorgiamo? Il CO è privo di odore, colore e sapore: entra nei polmoni senza dare segnali evidenti, si lega all’emoglobina e impedisce al sangue di trasportare ossigeno. I primi disturbi possono sembrare affaticamento o influenza. Le Agenzie sanitarie spiegano che in ambienti poco ventilati la concentrazione sale rapidamente, specie con caldaie, stufe o camini. Per questo servono procedure di controllo e un ricambio d’aria regolare in tutta la casa.
La prima mossa è la manutenzione affidata a tecnici qualificati: caldaie, canne fumarie e scarichi vanno controllati con regolarità. In ambienti chiusi serve ricambio d’aria, evitare bracieri e dispositivi non certificati, e dotarsi di sensori dedicati. In caso di mal di testa, nausea o confusione, uscire all’aperto e chiamare i soccorsi: la terapia indicata nei casi gravi è l’ossigeno in camera iperbarica. Queste misure non sostituiscono la revisione degli impianti: la completano e riducono i rischi nelle ore notturne chiuse.
Il rispetto per chi non c’è più e la responsabilità di chi resta
In via Cesare Battisti è rimasta la quiete di una strada di provincia e l’incredulità di un paese che oggi si stringe nel dolore. La comunità di Canaro ha seguito le operazioni dei soccorritori nella notte e attende gli esiti delle verifiche. È un lutto che chiede sobrietà e rispetto, mentre cronache locali e nazionali raccontano un intervento puntuale e accertamenti già avviati dalle autorità. È anche un promemoria concreto a prendersi cura degli impianti senza rimandare controlli importanti mai.
Raccontare questa storia significa restituire dignità ai fatti e responsabilità alle parole. Non spetta alla cronaca anticipare conclusioni: saranno le perizie a chiarire ogni dettaglio. Ma un punto è chiaro: il monossido di carbonio non dà seconde possibilità. Prevenire è un gesto prudente che può salvare la vita nelle nostre case. Dal rispetto delle scadenze alla vigilanza quotidiana, ognuno ha un ruolo. E la memoria di questa famiglia ci chiede di trasformare il dolore in azioni semplici, concrete, quotidiane, responsabili.
