Alla Camera dei Deputati, nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, si alza il sipario sulla rete formativa del nuovo corso in Medicina veterinaria di Tor Vergata. Un appuntamento, lunedì 27 ottobre dalle 10 alle 12.30, che racconta una scelta precisa: intrecciare didattica e territori attraverso la visione One Health.
Un lancio istituzionale nel cuore delle istituzioni
Nel programma della mattinata prende forma il disegno di una rete formativa che unisce competenze accademiche e professionalità di campo: strutture private d’avanguardia, aziende sanitarie territoriali, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, la Federazione Italiana Sport Equestri. Un mosaico pensato per completare una preparazione a 360 gradi sulla tutela della salute animale e pubblica, facendo dialogare pratica clinica, prevenzione e responsabilità collettiva. Il progetto sarà illustrato con i partner, valorizzando percorsi condivisi e obiettivi misurabili, chiari e verificabili.
Ad aprire i lavori sono previsti i saluti istituzionali di Paolo Trancassini, questore della Camera dei Deputati, del rettore Nathan Levialdi Ghiron, del ministro della Salute Orazio Schillaci, del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (presenza attesa) e del preside di Medicina Stefano Marini. Un parterre che unisce accademia e decisori pubblici, con ruoli confermati dalle rispettive istituzioni e dall’ateneo romano. Il contesto parlamentare sottolinea il valore pubblico del progetto e la sua ricaduta sui servizi, dalla prevenzione al controllo sanitario delle filiere.
Una formazione che abbraccia One Health
Il corso di laurea in Medicina veterinaria avviato da Tor Vergata è il primo nel Lazio ed è attivo dall’anno accademico 2024‑2025, con 80 posti e un’impostazione che fonde scienza e pratica. La didattica integra simulazioni, skill‑lab e tecnologie avanzate nel solco delle linee EAEVE, che promuovono l’apprendimento progressivo e il principio “mai la prima volta su un animale vivo”, in coerenza con l’approccio One Health. L’obiettivo è consegnare laureati immediatamente operativi, senza sacrificare il benessere animale essenziale.
La visione One Health chiama a lavorare insieme sanità umana, veterinaria e tutela degli ecosistemi, secondo la definizione condivisa da FAO, WHO, WOAH e UNEP. È lo sfondo della tavola rotonda “One health tra sfide globali e locali”, che metterà a confronto i vertici della veterinaria pubblica, dal Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità, per tradurre lezioni recenti in pratiche operative e misurabili, a beneficio di comunità, filiere produttive e territori oggi più esposti alle crisi.
Domande in tasca
Che cosa significa davvero One Health? È un modo di lavorare che mette in relazione la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi. Le quattro organizzazioni di riferimento — FAO, WHO, WOAH e UNEP — hanno condiviso una definizione e un piano congiunto per aiutare Paesi e istituzioni a prevenire rischi, monitorarli e rispondere con coordinamento, trasformando l’esperienza in prassi. Questo approccio guida scelte didattiche e politiche pubbliche, oltre alla ricerca, mettendo al centro prevenzione, sostenibilità e responsabilità condivisa.
Perché questo corso è speciale nel Lazio? Perché è il primo della regione e nasce con numeri mirati — 80 posti al debutto — e un ecosistema di pratica concreto. Gli studenti hanno già avviato tirocini all’IZSLT di Roma; per i grandi animali c’è la collaborazione con Maccarese SpA; dal terzo anno la didattica clinica si sposterà nella nuova sede dell’ospedale veterinario Gregorio VII, oggi in allestimento. Una scelta che rende il percorso aderente al lavoro reale di domani.
Un impegno che parla al futuro
Questa presentazione non è una cerimonia di rito: è il segnale di una stagione che chiede di coltivare competenze e responsabilità condivise. Quando università, istituzioni e territorio si siedono allo stesso tavolo, la formazione smette di essere un passaggio obbligato e diventa un patto con la comunità. È così che un corso si trasforma in un presidio civile: perché cura gli animali, protegge le persone, rende più solide le filiere che ci nutrono, oggi, più che mai, nella quotidianità di tutti.
In questa traiettoria, il compito del giornalismo è restare vicino ai lettori con sguardo attento e voce chiara. Raccontare non basta: bisogna seguire i passaggi, verificare gli impegni, misurare i risultati. Torneremo su queste pagine a raccontare come la visione One Health si tradurrà in pratica, dove funziona e dove va corretta. Perché la fiducia si costruisce così: passo dopo passo, con fatti verificabili e responsabilità rese visibili, senza scorciatoie, con il rigore che il lettore merita ogni giorno, davvero.
