Alla vigilia della partenza per l’Amsterdam Dance Event, abbiamo incontrato Maurizio Nari, al mixer semplicemente Nari: DJ e produttore romagnolo che guida Acetone. Con la sua squadra porta nel mondo la funky house italiana, dall’ADE a Miami, con l’obiettivo dichiarato: far ballare e mettere in connessione un’intera comunità.
Verso l’ADE
Evento di riferimento per la musica che fa ballare il mondo, l’ADE richiama a Amsterdam addetti ai lavori da ogni latitudine. Nari arriva con Acetone e un’agenda fitta: due party firmati dalla label per fondere pista e confronto, generare scambi tra DJ, artisti e professionisti. Co‑guidata con Jens Lissat, questa realtà 100% italiana non rincorre mode, ma cura soluzioni pensate per l’uso reale in console. L’artista romagnolo continua a evolvere e a sperimentare, anche con l’AI, convinto che oggi non basti pubblicare tracce: serve metodo, relazione e continuità.
La matrice creativa parte spesso da suggestioni del passato, rilette con gusto attuale. È una scelta consapevole che, negli ultimi anni, anche molti top DJ hanno abbracciato. Al contrario, le sonorità più sperimentali e il clubbing “duro e puro” attraversano un momento poco felice. Acetone investe allora su brani cesellati nei dettagli, costruiti per reggere set di ogni tipo, dalla serata elegante al club più energico. Il criterio è semplice: se la pista reagisce, la direzione è quella giusta. L’obiettivo resta immutato: far ballare davvero, senza compromessi sullo standard produttivo.
Una squadra che suona come una famiglia
Alla base c’è il gioco di squadra. Per Nari, il “segreto” è procedere compatti: quando qualcuno pensa di essere migliore degli altri, l’equilibrio si rompe. E in Italia, ammette, serve ancora più spirito di gruppo. Per questo ha investito tempo e risorse per mettere a disposizione del team strumenti e strutture utili a tutti. Un percorso che sta dando frutti artistici e di risultato, misurabili anche su Beatport, piattaforma di riferimento dove i DJ scoprono e acquistano la musica che poi suonano. Il nucleo creativo è affiatato: lo stesso Maurizio Nari, Steve Tosi, Max Magnani e la giovanissima Michelle C., uniti dall’idea che insieme si va più lontano e più in fretta.
Nella sezione Funky House di Beatport, categoria meno celebrata della tech house e non paragonabile all’afro house per visibilità, Acetone è tra le realtà più rilevanti. Essere presenti lì, a livello mondiale, conta: brani della label risuonano nei set di DJ di tanti Paesi e, naturalmente, anche in Italia. Nessuna autocelebrazione, però: Nari riconosce che il margine di crescita resta ampio e che il raffronto tra casa e estero non li vede “più forti fuori”. Tra le attività, Steve Tosi coordina l’Acetone Radioshow, progetto in rapida ascesa che amplifica identità e comunità della label.
Rotte verso Miami 2026
Lo sguardo corre già alla primavera del 2026: durante la Winter Music Conference e la Miami Music Week, Acetone sta preparando più di un’iniziativa. I dettagli restano riservati, ma la rotta è tracciata e conferma l’ambizione della label: portare la propria firma funky house su palchi e contesti internazionali, con progetti pensati per unire palco, pista e relazione professionale. Dall’ADE a Miami, l’idea è la stessa: costruire momenti che lascino il segno e che facciano crescere una rete di artisti e operatori davvero coesa.
La cartina di tornasole è in Romagna, terra d’origine di Nari, dove la voglia di muoversi non si è esaurita. Qui prosperano format dedicati a un pubblico over 35, spesso over 50, e funzionano. La cadenza è mensile, i locali cambiano, l’appuntamento giusto si trova sempre: chi desidera ballare sa dove farlo. È un ecosistema che alimenta creatività e disciplina, perché costringe a pensare a brani realmente utili in serata, capaci di parlare a platee diverse senza perdere identità. Se la musica è fatta bene, la pista risponde: è la bussola con cui Acetone orienta ogni scelta.
