Ci sono storie che tengono compagnia anche quando la notte scivola lenta: il commissario più amato d’Italia continua a bussare alle nostre case con la stessa, inesauribile forza. Dietro quelle indagini, un modo di guardare il mondo che non smette di sorprendere, emozionare, far discutere.
Un successo che non invecchia
Dal debutto televisivo del 1999 su Rai2, poi approdato stabilmente su Rai1, Il Commissario Montalbano ha costruito una collezione di 37 film tv, tratti dai romanzi e dai racconti di Andrea Camilleri. Un percorso lungo più di due decenni, capace di parlare a generazioni diverse senza perdere identità: un risultato che i numeri hanno confermato puntata dopo puntata, in prima visione e in replica, sancendo un primato raro per la tv generalista italiana. Dagli esordi a oggi, la saga resta un caso industriale e culturale.
Dopo la scomparsa di Camilleri il 17 luglio 2019, l’appuntamento con Montalbano non ha perso smalto: nel prime time di mercoledì 1 ottobre 2025 la replica di Un covo di vipere ha guidato la serata con 2,52 milioni e il 16,5% secondo l’Ufficio Stampa Rai. Nel centenario dell’autore, la scorsa estate la Repubblica ha anticipato una selezione speciale di episodi in prime time, a partire da settembre, a celebrare il legame fra pagina e schermo, per il pubblico italiano.
Le cinque curiosità che svelano il personaggio
Il cognome Montalbano non è casuale: Camilleri lo scelse come omaggio allo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán, riconoscendogli un debito creativo. Nella costruzione del personaggio, l’autore ha poi ammesso di aver ritrovato tratti del padre e dello zio Carmelo, poliziotto finito al confino per coerenza. Nei libri, il commissario appare diverso dall’icona televisiva: più capelli, baffi, un volto segnato; in “Acqua in bocca” l’immagine si avvicina invece a Luca Zingaretti per scelta narrativa, un dialogo tra pagine e schermo.
La geografia di Vigàta è una mappa immaginaria poggiata su luoghi veri: Porto Empedocle per Vigàta, Agrigento per Montelusa, Gela per Fela. Nelle riprese, il celebre “commissariato” coincide con il Municipio di Scicli, che oggi si visita come un set permanente; la “casa di Montalbano” affaccia davvero sul mare a Punta Secca. È un itinerario che i fan percorrono tutto l’anno, sospesi tra fiction e paesaggio, dove ogni pietra racconta un frammento della storia televisiva più amata d’Italia.
Domande in tasca
Nuove puntate in arrivo? Al momento no. Il produttore di Palomar, Carlo Degli Esposti, ha spiegato il 26 giugno 2025 che un eventuale “secondo tempo” degli adattamenti non è all’ordine del giorno. Resta l’ultima prima visione trasmessa, “Il metodo Catalanotti”, andata in onda l’8 marzo 2021 su Rai1. Le repliche, però, continuano a presidiare la prima serata, confermando l’affetto del pubblico per il commissario di Vigàta. La programmazione speciale del 2025 ne è stata la prova, episodio dopo episodio, recente.
Che rapporto ha con il mare? Nei romanzi e nella serie il mare è casa e inquietudine insieme. Nuotare gli serve per schiarire i pensieri, ma spesso quelle acque restituiscono tracce e verità che pesano. Un’ambivalenza raccontata con chiarezza dai settimanali televisivi e ribadita nelle puntate più amate: non una fobia, ma attrazione e timore che si intrecciano, come accade quando la vita chiede di guardare in profondità prima di tornare a riva, ogni volta che il caso lo pretende.
Un legame che continua
Raccontare Montalbano significa inseguire una tensione etica che non alza mai la voce e, proprio per questo, arriva lontano. In quell’ostinazione gentile, nelle domande che non cedono alla fretta, sta la modernità del personaggio. Che si tratti di una replica o di un caso già conosciuto, ci ritroviamo a seguirlo come la prima volta: perché quelle pagine mescolate al dialetto e al vento di Vigàta parlano ancora al nostro presente, con la misura di una coscienza civile che non cede.
È questo che ci interessa raccontare: non l’iconografia, ma il respiro umano dietro il commissario. Ogni dettaglio – dal cognome scelto per gratitudine alle strade inventate sopra le città reali – diventa l’invito a rivedere gli episodi con occhi nuovi. Le “cinque curiosità” sono dunque un passaggio di chiavi: aprono porte già note e rivelano perché, anno dopo anno, Montalbano continui a trovarci davanti allo schermo, attenti, coinvolti, parte della storia, senza mai tradire la sua misura umana.
