All’Auditorium di Roma, tra luci tese e attese febbrili, Maria Esposito riabbraccia Rosa Ricci. Racconta di essere diventata grande in fretta, quasi in sintonia con la sua protagonista. È l’istante in cui un fenomeno pop televisivo entra nel buio della sala: il prequel approda al cinema e la storia riparte dall’inizio.
L’attesa al festival e la data in sala
Alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, il film di Lyda Patitucci debutta nella sezione Grand Public. L’appuntamento è fissato il 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Sinopoli, alle 18.30: un passaggio che ribadisce il peso popolare di una storia nata in tv e ora pronta a misurarsi con il grande schermo. Il programma ufficiale e gli approfondimenti della stampa di settore hanno scandito orari e contesto, segnalando l’attesa dei fan e della comunità cinefila.
L’uscita nelle sale italiane è fissata per il 30 ottobre, distribuita da 01 Distribution: una scelta che segue la presentazione romana e punta a intercettare il pubblico della serie. La produzione è di Picomedia con Rai Cinema e in collaborazione con Netflix. In Campania sono previsti incontri con gli spettatori, come l’anteprima del 29 ottobre all’UCI Casoria con Maria Esposito. La data e i dettagli sono stati confermati dalle comunicazioni industriali riprese dalle principali agenzie e testate, insieme alle schede di presentazione dedicate al progetto.
Un personaggio tra destino e volontà
Il film riporta Rosa Ricci a quindici anni: una ragazza appartata, cresciuta nell’ombra del clan di Don Salvatore (Raiz). Il rapimento da parte di un narcotrafficante la spinge su un’isola remota, dove il pericolo è quotidiano e ogni gesto pesa. Lì incontra Victor (Andrea Arcangeli) e, tra minacce e respiro corto, prende forma una consapevolezza nuova. Il racconto, firmato da Maurizio Careddu e Luca Infascelli, è l’origin story di un personaggio amatissimo di Mare Fuori, con lo sguardo puntato sulle scelte e sulle eredità familiari.
Dietro la macchina da presa c’è Lyda Patitucci, che dopo Come pecore in mezzo ai lupi torna a indagare potere, legami e ferite. Nelle presentazioni romane il team sottolinea l’ambizione di offrire un tassello inedito a chi ama la serie: scavare nelle fragilità di Don Salvatore, accanto agli eccessi di un ambiente che schiaccia e seduce. Una promessa di intensità che su grande schermo punta al contrasto, tra brutalità e tenerezza, senza perdere il respiro del racconto popolare.
Domande in tasca
Rosa nel film è più “umana”? È la definizione che Maria Esposito affida alla stampa: una ragazza costretta a correre, come lei, che ammette di aver “bruciato le tappe” per via del successo. C’è un filo di dispiacere, ma prevalgono riconoscenza e felicità per ciò che sta accadendo. L’attrice ricorda anche il momento in cui ha cambiato rotta, grazie alla fiducia ricevuta, scoprendo che non bisogna arrendersi davanti ai primi no.
Che cosa lascia ai più giovani il legame con Victor? Andrea Arcangeli parla di un sentimento che non cerca etichette: due mondi lontani che si riconoscono e si sostengono, anche senza definire quel legame. L’idea è semplice e potente: non tutto è perduto quando attorno sembra buio; conta saper aspettare e riconoscere la mano giusta a cui aggrapparsi. Un messaggio che il film affida a sguardi, silenzi, scelte, più che a dichiarazioni.
Uno sguardo che resta
Maria Esposito sa di poter essere molto altro oltre Rosa. Lo dice con la calma di chi ha attraversato la tempesta: la paura di rimanere imprigionata in un solo ruolo è scemata, perché il percorso l’ha resa più consapevole. Ama il personaggio, pur nella sua durezza, ma accetta l’idea del congedo. Quando le storie funzionano, prima o poi chiedono il coraggio del “ciao”, senza voltarsi.
In queste giornate romane si avverte il desiderio di riscatto che attraversa il film: identità, famiglia, scelte. La sala diventa la prova più onesta. Dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma, dal 30 ottobre tocca agli spettatori misurarsi con una Rosa che cambia pelle e destino. È il tipo di racconto che trascina fuori dal margine e chiede di guardare dritto, senza alibi.
