Sirene nella notte, fari che tagliano il buio e una manciata di minuti che cambiano tutto. Lungo la Porrettana, a Lovoleto di Granarolo dell’Emilia, uno scontro frontale tra due auto ha spezzato la vita di un bimbo di 7 anni. Due adulti sono rimasti feriti, un motociclista è coinvolto ma illeso. È una storia che inchioda il respiro.
Quello che sappiamo finora
La sequenza dei fatti, ricostruita durante la notte, è cruda nella sua semplicità. Due vetture, una Volkswagen Corrado con a bordo il padre del piccolo e una Renault Clio guidata da un 20enne, si sono scontrate frontalmente lungo la Porrettana a Lovoleto. L’orario varia nelle ricostruzioni: poco prima delle 20 per il Corriere di Bologna, attorno alle 21 secondo ANSA. In entrambi i resoconti il bimbo non ha avuto scampo. La notizia è stata aggiornata in mattinata e resta al vaglio degli inquirenti.
A intervenire sono stati i soccorritori del 118 con tre ambulanze e due automediche e i vigili del fuoco, che hanno lavorato tra lamiere contorte e vetri sul manto stradale. I due conducenti, il padre 34enne e l’automobilista 20enne, sono stati trasportati all’Ospedale Maggiore in codice due: condizioni serie ma non tali da mettere in pericolo la vita. I rilievi sono affidati ai carabinieri della Compagnia di San Lazzaro di Savena, chiamati a fissare ogni dettaglio utile. Un motociclista è coinvolto, illeso.
Indagini e sicurezza stradale in primo piano
Tra le piste allo studio c’è la manovra di uno scooter che avrebbe svoltato verso il distributore Economy Station. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, le due auto potrebbero essersi urtate nel tentativo di evitarlo; tra i particolari da verificare c’è anche l’ipotesi che il piccolo non avesse la cintura. Sono elementi preliminari, che solo le misurazioni su strada e le testimonianze potranno confermare, senza scorciatoie né giudizi affrettati. Gli investigatori stanno raccogliendo riscontri tecnici e immagini utili dalla zona.
Le cronache non coincidono su ogni particolare: ANSA e Sky TG24 indicano che il bambino fosse seduto sul sedile posteriore accanto al padre, mentre un aggiornamento del Corriere di Bologna riferisce che potesse trovarsi sul sedile anteriore e che non sia escluso l’uso mancante della cintura. Divergenze normali nelle prime ore, che i rilievi dei carabinieri dovranno sciogliere con la freddezza dei numeri. Intanto gli inquirenti stanno verificando posizione dei seggiolini e punto d’urto, ricostruendo traiettorie e tempi con precisione.
Domande in breve
Chi sta conducendo gli accertamenti? Le verifiche sono nelle mani dei carabinieri della Compagnia di San Lazzaro di Savena, che hanno eseguito i rilievi e stanno incrociando tracciati, frenate e testimonianze. L’attività comprende la verifica di telecamere e dei dispositivi di ritenuta a bordo, oltre alla ricostruzione degli spostamenti dei veicoli prima dell’impatto. I tempi non saranno immediati, ma la priorità è trasformare le prime ipotesi in dati documentati. Gli esiti verranno trasmessi alla procura da prassi, e responsabilità chiare.
Come stanno i due conducenti? Il padre 34enne e il 20enne alla guida dell’altra vettura sono stati trasportati all’Ospedale Maggiore di Bologna in codice due. Le condizioni sono state descritte come di media gravità e, secondo i sanitari, non risultano in pericolo di vita. Resta previsto un monitoraggio clinico per valutare traumi e tempi di recupero, mentre la loro testimonianza sarà centrale per definire la dinamica. Saranno ascoltati quando le condizioni lo consentiranno, con l’assistenza dei rispettivi legali e familiari.
Le parole che non bastano
Ci restano negli occhi le luci blu, a intermittenza, che spazzano l’asfalto e le case attorno a Lovoleto. Ogni cronaca di strada è una ferita che attraversa la comunità e costringe a fermarsi. Oggi raccontiamo ciò che è stato verificato, senza inseguire congetture, affidandoci a fonti ufficiali e a ricostruzioni prudenziali. C’è un bambino di 7 anni che non torna a casa, e in questa semplice verità sta tutto il peso di una sera qualunque diventata irreparabile, per troppi oggi.
Nei prossimi giorni conteranno soltanto chiarezza e rispetto: per i familiari, per chi ha soccorso, per chi indaga. La sicurezza non è un dettaglio da spuntare, ma un gesto paziente che comincia con una cintura allacciata e con l’attenzione di un secondo in più. È il modo in cui una comunità si protegge, pretendendo verità dai fatti e responsabilità dai comportamenti, perché ogni tratto di strada torni a essere un passaggio verso casa e non un addio improvviso, mai più.
