Una scintilla, e il dibattito nazionale si accende. A Grottaglie, pochi giorni sono bastati perché una petizione nata tra lavoratori di Leonardo entrasse in fabbrica e nel discorso pubblico, provocando una reazione sindacale durissima e riaprendo un tema che tocca coscienze, contratti e politica industriale. Dietro le parole, si avverte il peso di scelte che segnano persone e territori.
La frattura a Grottaglie
La risposta della Fim-Cisl è stata immediata e senza giri di parole: sorpresa, irritazione e la sensazione che qualcuno stesse alzando il volume per confondere le acque. In più, un’iperbole polemica che ha fatto discutere, rimbalzata dalle testate locali tarantine e da ricostruzioni giornalistiche, con l’accusa ai promotori di voler “mettere tutto in caciara” e l’invito a “cambiare campo” se non si condivide la missione aziendale, come hanno riportato L’Edicola di Taranto e il sito CosmoPolis.
Dietro i toni, il sindacato ha marcato un perimetro etico: condanna di ogni guerra, sostegno ai percorsi di pace e iniziative concrete. La confederazione Cisl ha aderito alla Marcia Perugia–Assisi del 12 ottobre 2025, giornata che ha visto un fiume di partecipanti, e ha avviato la “Maratona per la Pace” verso l’assemblea nazionale del 15 novembre a Roma, con raccolta fondi a favore della Croce Rossa Italiana. Lo testimoniano le note ufficiali Cisl e l’appello della Fim-Cisl del 2 ottobre.
Dalla petizione online al botta e risposta pubblico: cronaca e contesto
La petizione “Non in mio nome, non con il mio lavoro” su Change.org chiede lo stop immediato di forniture e cooperazioni belliche con Israele, rivolgendosi ai vertici aziendali e alle istituzioni italiane ed europee; in poche ore ha superato le 15 mila adesioni, come riportato da ANSA. L’iniziativa è partita dallo stabilimento di Grottaglie ed è stata raccontata anche dalle pagine locali di Repubblica Bari, che ne hanno evidenziato l’origine interna allo stabilimento.
Sul fronte aziendale, l’amministratore delegato Roberto Cingolani ha ricordato che ogni export è soggetto a licenza UAMA e che, dall’inizio della guerra a Gaza, non risultano nuove autorizzazioni verso Israele; in essere, ha spiegato, restano due contratti di manutenzione su elicotteri e aerei da addestramento non armati seguiti da quattro tecnici. In parallelo, Leonardo ha unificato le attività sotto la nuova Direzione Aeronautica (maggio 2025) e, con i sindacati, ha gestito il rallentamento del programma Boeing 787 a Grottaglie senza fermare il sito.
Domande che bruciano: risposte rapide
Cosa fa oggi lo stabilimento di Grottaglie e come si sta diversificando? Il sito pugliese produce le sezioni centrali di fusoliera del Boeing 787 con tecnologia “one piece barrel”; nel 2024 un accordo unitario azienda-sindacati ha evitato lo stop, prevedendo un riassetto temporaneo dei turni sul programma 787 ma mantenendo il sito operativo. Nel percorso di diversificazione, i tavoli hanno indicato l’arrivo di attività legate al convertiplano AW609, parte di una strategia più ampia di rilancio dell’aeronautica di gruppo.
La petizione chiama in causa le regole sull’export: qual è il punto verificato? Le licenze per materiali d’armamento passano dall’UAMA e l’AD di Leonardo ha ribadito che, dopo lo scoppio del conflitto a Gaza, non sono state autorizzate nuove licenze verso Israele; restano due contratti di manutenzione su piattaforme non armate. I promotori, nel testo su Change.org, chiedono però lo stop di rapporti e cooperazioni, sollecitando un intervento di Governo e Ue in nome del diritto internazionale.
Un finale aperto che chiama responsabilità
Il confronto resta acceso, ma si misura – inevitabilmente – con la prova dei fatti. Nelle dichiarazioni sindacali confederali, il richiamo è a un impegno istituzionale “forte” e coerente con il diritto internazionale, per consolidare il cessate il fuoco e proteggere i civili. È una richiesta che incrocia scuole di pensiero diverse: chi lavora, chi protesta, chi decide. Ognuno, qui, è chiamato a pesare le parole e a garantire conseguenze credibili.
Intanto, la “Maratona per la Pace” prepara l’appuntamento del 15 novembre a Roma, mentre il percorso industriale di Leonardo prosegue con l’aggiornamento del piano e la spinta alla diversificazione delle Aerostrutture. Nel solco di Grottaglie, la discussione non è questione di slogan: riguarda il futuro di un distretto, la dignità del lavoro e l’idea di sicurezza che un Paese sceglie di costruire. Qui non bastano contrapposizioni: servono risposte, trasparenti e verificabili.
