All’apertura di ICare 2025, la sanità italiana si dà appuntamento per mettere a fuoco impegni e responsabilità. Dalla platea di anestesisti e rianimatori riuniti a Roma, le parole di Ugo Cappellacci suonano come una rotta: valorizzare chi cura, rafforzare il Servizio sanitario nazionale e riportarlo al centro dell’agenda politica.
Un’agenda politica che parte dai reparti
Nel giorno inaugurale del 79° Congresso nazionale SIAARTI – ICare 2025 – a Roma, Ugo Cappellacci rimette al centro la sanità pubblica: valorizzare chi tiene in vita il SSN, con indennità rafforzate, fondi per personale di corsia e pronto soccorso e azioni contro le aggressioni. L’evento si tiene al Rome Marriott Park Hotel dal 23 al 25 ottobre. Queste direttrici si innestano sul riparto del Fondo 2024 e sul decreto 34/2023, oltre alla Legge di Bilancio 2024 e al d.l. 137/2024. È il perimetro politico indicato alla platea degli anestesisti.
Cuore dell’intervento è la riforma della responsabilità professionale. Per Cappellacci, parlare di “scudo penale” è fuorviante: non immunità, ma equilibrio tra diritto del paziente e serenità del medico. Il riferimento è al disegno di legge varato il 4 settembre, che limita la punibilità ai soli casi di colpa grave se sono rispettate linee guida o buone pratiche adeguate. Sulla medicina difensiva, la stima evocata è di 9 miliardi l’anno; il Ministero indica un impatto vicino agli 11. Un equilibrio che punta a rendere la cura più giusta e meno timorosa.
Domande in tasca
Che cosa cambia con la riforma della responsabilità professionale? La delega approvata dal Consiglio dei ministri limita la punibilità penale ai soli casi di colpa grave quando il sanitario abbia rispettato linee guida o buone pratiche adeguate, preservando il diritto del cittadino al giusto risarcimento. Nel valutare i fatti, conta anche il contesto operativo, inclusa l’eventuale scarsità di risorse; obiettivo: ridurre la medicina difensiva senza immunità. È un equilibrio che rafforza fiducia e chiarezza nel rapporto di cura.
Ci sono risorse nuove già previste per chi lavora in corsia e nei pronto soccorso? Il riparto del Fondo 2024 ha destinato fondi a indennità di esclusività, specificità infermieristica e all’indennità di pronto soccorso; è stata prorogata fino al 2026 la maggiorazione delle tariffe per le prestazioni aggiuntive. In vista della manovra, secondo ANSA il Governo lavora a ulteriori 2-3 miliardi per il Fondo sanitario; per il 2026 la premier ha annunciato assunzioni di medici e infermieri, con priorità agli ospedali.
Oltre l’applauso di ICare: la rotta che resta
Fuori dalla sala conferenze, il tema della sicurezza pesa su turni e vite. Il Ministero della Salute ha definito “priorità” la protezione degli operatori e, nel 2024, l’Osservatorio nazionale ha registrato oltre 18mila segnalazioni di aggressioni, coinvolgendo circa 22mila professionisti. A questo quadro si affianca un intervento normativo mirato, con il decreto legge 137 del 2024 che rafforza strumenti e sanzioni per chi colpisce chi cura. Un tassello decisivo per rendere il lavoro sostenibile e attrarre nuove leve.
In queste giornate romane, ICare 2025 è laboratorio di pratica e visione: ascoltare i professionisti, misurare le scelte della politica, tradurle in servizi migliori. Il congresso prosegue fino al 25 ottobre: il tracciato parla di personale valorizzato, reparti sicuri, responsabilità riformata senza intaccare i diritti dei pazienti. La partita adesso è nell’esecuzione, mentre il Governo punta a rafforzare il Fondo sanitario con nuove risorse nella prossima manovra. E qui si misura la credibilità di ogni promessa rivolta ai cittadini.
