Giovedì 23 ottobre 2025, Bruxelles diventa il crocevia politico dell’Unione: i Ventisette si riuniscono per un Consiglio europeo concentrato in un’unica giornata. Sul tavolo tre fili che si intrecciano e si condizionano: asset russi, difesa e clima/competitività. Un’agenda serrata, capace di spingersi oltre cena, con scelte che parleranno all’intero continente.
Un’agenda compressa, un banco di prova
Arrivi dalle prime ore, apertura alle 10, obiettivo dichiarato del presidente António Costa: chiudere tutto oggi, senza strascichi domani. Dopo il consueto scambio con Roberta Metsola, i leader ascolteranno Volodymyr Zelensky, presumibilmente in presenza, per aggiornare quadro militare e bisogni a breve periodo, come riferito da Reuters. La scansione della giornata è indicata nella lettera d’invito firmata da Costa, che include anche un Euro Summit serale. Viktor Orbán è atteso nel pomeriggio; per la sessione sull’Ucraina, le sue posizioni saranno veicolate da Robert Fico, secondo fonti diplomatiche.
Sulle misure contro Mosca, il 19º pacchetto è pronto: stretta sulla flotta ombra, nuove liste finanziarie e un bando progressivo al LNG russo che porta allo stop entro il 2027. In parallelo, i leader valuteranno un prestito “riparazioni” da circa 140 miliardi, agganciato ai proventi e alla liquidità maturata presso Euroclear, per coprire il fabbisogno 2026‑2027 di Kyiv e dare continuità all’assistenza. L’indirizzo politico di oggi servirà a fissare condizioni e cornice prima della proposta formale della Commissione.
Asset russi, difesa e clima: scelte che pesano
Il cuore tecnico della discussione ruota su un meccanismo inedito della Commissione: trasferire la liquidità accumulata sugli asset russi immobilizzati da Euroclear a un veicolo Ue che erogherebbe un prestito senza interessi, garantito dagli Stati e legato a obiettivi misurabili. Il Belgio, che ospita la maggior parte delle somme, chiede condivisione del rischio e tutele legali; la presidente della BCE Christine Lagarde avverte che ogni scelta dovrà aderire al diritto internazionale per non minare credibilità dell’euro e stabilità finanziaria.
La sicurezza comune entra nel vivo con Readiness 2030 (ex ReArm Europe): più interoperabilità, produzione accelerata, coordinamento sotto la regia dell’Alto Rappresentante Kaja Kallas, ma con gli Stati membri saldamente al timone. In serata, l’Euro Summit riunirà Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe su congiuntura e ruolo internazionale dell’euro, con un passaggio sul digital euro. Intanto, sul capitolo clima, resta sul tavolo la proposta di taglio del 90% delle emissioni al 2040 rispetto al 1990, destinata a dividere.
Domande rapide
Come funzionerebbe il prestito “riparazioni” per l’Ucraina? La struttura immaginata a Bruxelles usa la cassa generata dagli asset russi immobilizzati presso Euroclear per alimentare un prestito Ue fino a circa 140 miliardi, senza interessi e con erogazioni a tranche. Gli Stati garantirebbero il rischio, mentre il rimborso avverrebbe quando Russia pagherà i danni di guerra; fino ad allora, l’esposizione resterebbe coperta da garanzie e condizionalità. I dettagli già circolati indicano l’uso dei proventi maturati e una quota di liquidità disponibile.
Cosa cambia su difesa e sanzioni già da oggi? Sulla difesa, Readiness 2030 spinge standard comuni e capacità industriali, con Bruxelles a coordinare e le capitali a guidare; l’Euro Summit collega scelte militari e stabilità macro. Sul fronte Russia, il 19º pacchetto introduce restrizioni su flotta ombra e finanza e mette in rotta di collisione il LNG russo, con lo stop fissato entro il 2027. L’obiettivo è sostenere Kyiv nel 2026‑2027 e alzare i costi strategici per il Cremlino.
L’Europa davanti allo specchio
Il vertice di oggi chiede ai leader la capacità di tenere insieme fermezza e pragmatismo. Sostenere Kyiv con strumenti che reggano nel tempo, rafforzare l’industria della difesa senza perdere l’unità tra capitali, misurare ambizioni climatiche e fragilità industriali: in queste scelte si misura la maturità di un’Unione che non può più delegare. Non bastano formule rassicuranti: servono decisioni in grado di resistere alla prova del mercato, del diritto e dei cittadini.
Quando le luci di Bruxelles si abbasseranno, conterà la traccia lasciata nei testi e, soprattutto, nella percezione di famiglie e imprese. Un perimetro condiviso sugli asset russi, un percorso credibile per la difesa europea e un patto chiaro su clima e competitività possono restituire fiducia. È lì che la politica diventa tangibile: nei dettagli che tengono insieme interessi diversi e in una narrazione vera, all’altezza della stagione che stiamo vivendo.
