All’Auditorium Parco della Musica di Roma, la Festa del Cinema ha accolto “Andata e Ritorno”, il documentario con cui il Gruppo FS porta sullo schermo il ritmo quotidiano dei pendolari. Presentato il 22 ottobre 2025, il film trasforma il viaggio in una lente sul Paese che si muove, tra bisogni, sogni e nuove connessioni. Un racconto che respira come i suoi passeggeri.
Un racconto che scorre sui binari del presente
Diretto da Roberto Campagna ed Elena de Rosa e realizzato da Gruppo Creativo Multimedia per Ferrovie dello Stato Italiane, “Andata e Ritorno” intreccia le giornate di sei viaggiatori. Tra le storie, quella di Anna Maria Natale, insegnante precaria in viaggio dalla provincia di Caserta a Roma, e di Alex Cesca, giovane con sindrome di Down che attraverso il treno ritrova autonomia verso il lavoro. Lo testimoniano i resoconti dell’agenzia ANSA, che raccontano struttura e protagonisti del film.
La proiezione è andata in scena il 22 ottobre alle 17:30 al Teatro Studio Gianni Borgna, all’interno dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Il Gruppo FS, sponsor ufficiale della ventesima edizione, ha accompagnato il pubblico anche con l’installazione “Pensiero Binario” dei designer Giulio Iacchetti e Luca Madonini, un percorso visivo dedicato al simbolo del binario. L’informazione arriva dal portale FS News e dal comunicato ufficiale del Gruppo, che anticipavano date, luogo e concept dell’iniziativa.
La visione che guida FS: storie, infrastrutture, persone
Nella cornice del festival, Giuseppe Inchingolo, chief corporate affairs, communication & sustainability officer del Gruppo FS, ha spiegato che la comunicazione dell’azienda vuole restituire il cambiamento del Paese attraverso nuove infrastrutture, reti e collegamenti, mettendo al centro l’innovazione e soprattutto le persone, i passeggeri. La posizione, riportata da Adnkronos e diffusa da testate come Il Tempo, sottolinea il ruolo degli artisti nel raccontare il presente e stimolare riflessioni pubbliche.
A dialogare con questa visione si inserisce la voce dell’amministratore delegato di Trenitalia, Gianpiero Strisciuglio, che ha rimarcato come la cultura d’impresa nasca dalla relazione con persone e territori e come la mobilità ferroviaria favorisca crescita, inclusione e opportunità. Le sue considerazioni, raccolte da Il Giornale d’Italia, trovano nel documentario un contrappunto concreto: storie individuali che, sommate, rivelano la trama collettiva del viaggio quotidiano. Il cinema, qui, diventa strumento di ascolto pubblico.
Domande in viaggio: risposte rapide
Che cosa racconta davvero “Andata e Ritorno”? È un mosaico di vite che scorrono tra treni, banchine e orari, dove la necessità di spostarsi incontra desideri e possibilità. Il film segue sei protagonisti e usa un montaggio che alterna gesti e silenzi, mettendo in luce la normalità che spesso non vediamo: lavoro, studio, autonomia riconquistata. La narrazione di ANSA evidenzia volti e percorsi, tra cui quelli di Anna Maria Natale e Alex Cesca, rendendo quel tragitto quotidiano un’esperienza emotiva condivisa.
Perché portarlo alla Festa del Cinema di Roma? Perché la mobilità non è solo ingegneria: è relazione. La presenza come sponsor della ventesima edizione, la proiezione del 22 ottobre al Teatro Studio Gianni Borgna e l’installazione “Pensiero Binario” mostrano un’idea di comunicazione che unisce cultura e trasformazione infrastrutturale. Il comunicato del Gruppo FS e le anticipazioni di FS News spiegano come il progetto voglia restituire l’Italia che cambia, intrecciando archivi, volti e nuove connessioni nel cuore del festival.
Il passo del viaggio nelle nostre città
Ci sono film che ci restano addosso quando le luci si riaccendono. “Andata e Ritorno” appartiene a questa famiglia: non spiega, mostra. Mostra che il treno è un luogo di possibilità dove l’orizzonte personale coincide con una mappa collettiva. In sala, la somma di sguardi restituisce un Paese che si rimette in moto senza clamori, tra attese e arrivi. E noi, seduti, riconosciamo gesti nostri nelle vite degli altri.
In queste storie, il viaggio diventa misura del tempo civile: chi parte ogni giorno, chi rientra la sera, chi trova una strada nuova. È qui che la comunicazione d’impresa smette di essere cornice e diventa sostanza, quando le parole incontrano le persone. Raccontare il presente è un atto di responsabilità: richiede ascolto, cura, scelte. In sala, ce ne andiamo con una certezza semplice: il Paese cambia se impariamo a vederlo mentre corre, insieme, verso la prossima coincidenza.
