Quartiere San Filippo Neri, noto come Zen 1 e Zen 2. In queste ore un dispositivo interforze, compatto e visibile, sta battendo palmo a palmo strade, piazzali, cortili. In campo Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, con l’appoggio di unità cinofile e di un elicottero. L’obiettivo è netto: intercettare armi e stupefacenti, fermare il via vai legato allo spaccio, verificare chi deve rispettare misure di prevenzione. Un’azione ad alto impatto che coinvolge circa duecento operatori.
Il dispositivo copre i due nuclei del quartiere e prevede controlli mirati su persone e veicoli, perquisizioni in aree sensibili e accertamenti amministrativi: licenze, titoli autorizzatori, regolarità delle attività commerciali. A supporto sono schierate unità aeree e cinofile per ispezionare tetti, cortili interni, spazi dove la droga può essere occultata in fretta. È una presenza che si vede e si sente: volo a bassa quota dell’elicottero per guidare le pattuglie a terra, cani antidroga a tracciare percorsi e varchi.
Che cosa sta accadendo nelle strade dello Zen
Gli equipaggi portano avanti perquisizioni e posti di controllo lungo gli assi principali e nei punti dove il traffico di persone e mezzi è più intenso. La ricerca è selettiva: box, vani condominiali, aree comuni che possono essere usate come depositi temporanei. Il coordinamento interforze consente di incrociare competenze e strumenti: radio collegate, squadre miste, pattuglie pronte a muoversi dove l’elicottero segnala movimenti sospetti. Armi e droga restano il focus operativo.
Questa giornata si inserisce in una serie di interventi serrati scattati nei giorni scorsi nel medesimo quartiere. Le cronache hanno raccontato arresti e momenti di tensione durante perquisizioni, con militari accerchiati e diversi fermi eseguiti. È da lì che è maturata la scelta di proseguire con un presidio costante, capace di ridurre spazi all’illegalità diffusa e rassicurare chi nel quartiere vive e lavora.
Dove si concentra il dispositivo e con quali obiettivi
Il perimetro operativo abbraccia Zen 1 e Zen 2, con pattuglie che alternano passaggi rapidi e soste prolungate per i controlli documentali. In ogni blocco di palazzine vengono effettuate verifiche su persone note alle forze dell’ordine e su soggetti sottoposti a misure di prevenzione o sicurezza. Le verifiche su strada hanno un duplice scopo: intercettare droga e armi e raccogliere elementi utili per future indagini.
C’è poi il capitolo licenze e attività commerciali. Gli equipaggi controllano documenti, eventuali irregolarità, conformità alle norme. Un filone che spesso corre parallelo alla repressione dello spaccio: dietro un’insegna apparentemente in regola può nascondersi un punto di appoggio logistico. È qui che il lavoro delle unità cinofile e dell’elicottero diventa decisivo: annusare tracce, osservare movimenti impossibili da cogliere da terra.
Perché adesso
Il quartiere arriva a questa nuova stretta dopo giorni segnati da un delitto che ha scosso l’opinione pubblica, quello di Paolo Taormina. È in questo contesto che il presidio è stato rafforzato: una risposta che unisce prevenzione e contrasto, con controlli a tappeto sin dalle prime luci del giorno. Le pattuglie stanno cercando di spezzare le abitudini dello spaccio e di disinnescare eventuali ritorsioni, andando a colpire disponibilità di armi e canali di rifornimento.
Accanto all’emergenza, pesano le criticità strutturali: reti di micro‑criminalità che si riattivano veloce, spazi condominiali dove nascondere pochi grammi di stupefacente, motorini che fanno la spola. Per questo il dispositivo non è solo punitivo ma anche di presenza prolungata: pattuglie fisse e passaggi ripetuti nelle stesse aree, così da ridurre margini di manovra a chi prova ad aggirare i controlli. La scelta di impiegare circa 200 operatori va in questa direzione.
Cosa significa per chi vive e lavora nel quartiere
Per i residenti questa giornata può voler dire documenti alla mano ai posti di controllo, ispezioni nelle parti comuni degli stabili, pattuglie che chiedono informazioni. Sono azioni che mirano a separare chi ha tutto da perdere da chi alimenta i circuiti illegali. Se siete in zona, preparatevi a controlli su persone e veicoli e a percorsi deviati per consentire alle squadre di operare in sicurezza. La collaborazione dei cittadini, qui, fa la differenza.
Per i negozianti i riflettori si accendono su licenze, autorizzazioni e conformità. La verifica amministrativa non è un dettaglio: serve a togliere ossigeno a chi usa un’attività come copertura. È un piano che unisce repressione e prevenzione, con controlli che possono proseguire anche nelle prossime giornate in base a ciò che emergerà. Gli esiti — sequestri, denunce, eventuali arresti — saranno comunicati dalle autorità una volta concluso il quadro degli accertamenti.
Il quadro che si sta delineando
Siamo davanti a un dispositivo modulare: si espande, si stringe, si sposta in base alle esigenze del momento. Lo si vede dal continuo scambio tra cielo e terra, dal lavoro dei cinofili nelle scale e nei cortili, dalla scelta di ripassare più volte negli stessi punti per non lasciare corridoi scoperti. Armi e droga restano le priorità, con un’attenzione costante a chi dovrebbe rispettare misure di prevenzione.
Questa pagina di cronaca, però, parla anche di fiducia. Se abitate allo Zen, se ci lavorate, se oggi ci passate, avete tutto il diritto di pretendere sicurezza senza rinunciare alla serenità. Un quartiere torna vivibile quando la presenza delle pattuglie diventa normale, quando chi delinque si accorge che ogni angolo può essere controllato. Non è retorica: è la somma di gesti concreti, visibili, ripetuti. E oggi si vedono.
