La ventunesima tappa di “In Nome della Legalità” approda a Viterbo, chiamando istituzioni e comunità a un confronto diretto sul gioco pubblico. Un viaggio che porta sul tavolo regole, prevenzione e responsabilità, per ascoltare il territorio e mettere a fuoco rischi, strumenti e opportunità di un settore in costante trasformazione.
Un viaggio che mette il territorio al centro
La tappa nella Città dei Papi, realizzata con il patrocinio del Comune e della Provincia di Viterbo, è costruita come uno spazio di dialogo fra amministrazioni, forze dell’ordine, operatori e servizi sociali. L’obiettivo è tanto semplice quanto impegnativo: leggere con realismo il fenomeno sul territorio, condividere dati e responsabilità, e trasformare la conoscenza in scelte operative per un gioco regolato, tracciabile e rispettoso delle persone più vulnerabili. È la filosofia che guida l’intero percorso itinerante curato da Codere Italia, pensato per promuovere un modello di intrattenimento che non perda mai di vista tutela e trasparenza, come raccontato dalle cronache diffuse a livello nazionale.
In sala, ogni intervento si traduce in un tassello di una mappa condivisa: norme, controlli, prevenzione, presa in carico, fino alla prospettiva economica e occupazionale. Lo schema è lineare: se la rete legale funziona, il cittadino è protetto e il mercato resta ordinato. Dati, osservazioni e impegni concreti disegnano la rotta; a Viterbo il confronto si misura anche con numeri puntuali che restituiscono la fotografia della presenza del gioco su canale fisico e delle azioni di vigilanza, secondo quanto riportato nel servizio dell’agenzia nazionale.
Regole, controlli, prevenzione: la trama istituzionale
Dal presidio regolatorio alla tutela dei soggetti fragili, il messaggio che arriva dal mondo dei Monopoli è netto: un mercato trasparente e vigilato riduce i rischi e accompagna il gioco verso un intrattenimento consapevole. A Viterbo, la direttrice dell’ufficio territorialmente competente sottolinea che, accanto al gettito garantito all’Erario, esistono costi sociali e sanitari che lo Stato ha il dovere di prevenire, anche promuovendo campagne informative e momenti pubblici di alfabetizzazione al gioco responsabile. È un invito a trasformare le regole in conoscenza diffusa, a cominciare dalle comunità locali.
La cornice operativa vede impegnate le forze dell’ordine nel contrasto all’illegalità, con un’attenzione specifica alle condotte che usano il gioco come canale per reimpiegare denaro di provenienza illecita. La Guardia di Finanza richiama il ruolo delle banche dati e dei poteri di Polizia Valutaria per individuare le regie criminali e aggredire i patrimoni irregolari; in parallelo, il controllo capillare punta a colpire raccolte clandestine, piattaforme non autorizzate e bookmaker privi di concessione. È un lavoro quotidiano che tiene insieme legalità formale e concretezza dei risultati.
I numeri che raccontano Viterbo
A fotografare la dimensione locale concorrono dati puntuali: nel comune di Viterbo sono attivi 73 esercizi per il gioco su rete fisica, che diventano 345 considerando l’intera provincia. Numeri che aiutano a mappare la presenza delle attività e a calibrare controlli e prevenzione. Sul fronte sanitario, nel 2025 il servizio pubblico ha preso in carico 51 persone per dipendenza da gioco, secondo elaborazioni su base As.Tro e ASL. Sono indicatori preziosi, perché restituiscono la misura del bisogno di cura e del lavoro di rete necessario per sostenerlo.
Il capitolo ispezioni dà sostanza al perimetro di legalità: negli ultimi due anni, tra Viterbo e provincia, la Guardia di Finanza ha verificato oltre 60 soggetti, rilevando circa 10 irregolarità e comminando sanzioni per un totale vicino ai 300mila euro. Sono risultati che parlano di una vigilanza concreta, fatta di controlli nel territorio e verifiche sul rispetto dei requisiti, anche in raccordo con gli uffici della Questura e con l’ADM, chiamati a monitorare procedure, locali e adempimenti.
La cornice nazionale: tra delega fiscale e nuove concessioni online
Il dibattito locale si innesta su un riordino nazionale in corso. La Legge 111/2023 ha conferito al Governo la delega per riorganizzare il settore dei giochi; nel 2025, la Legge 120 ha prorogato al 29 agosto 2026 il termine per esercitare la delega, includendo la revisione del gioco su rete fisica e aggiornando i criteri su limiti di giocata e sistema sanzionatorio. È un orizzonte temporale che amplia i margini del confronto fra Stato, Regioni e autonomie locali, tenendo insieme salute pubblica, entrate erariali e sicurezza.
Sul versante digitale, il D.Lgs. 41/2024 ha definito il quadro per i giochi a distanza, entrato in vigore il 4 aprile 2024. La gara per le nuove concessioni online è stata avviata e, lungo il 2025, la scadenza per la procedura è stata posticipata al 12 novembre 2025. Il percorso stabilisce requisiti, tutele del giocatore, tracciabilità dei flussi e un corrispettivo una tantum per concessione, con l’obiettivo di una filiera più sicura e contendibile. È il primo pilastro di un riassetto che ora deve completarsi sulla rete fisica.
Autorizzazioni, vigilanza e responsabilità diffuse
Nella pratica quotidiana, il lavoro della Questura attraversa autorizzazioni, istruttorie e sopralluoghi, verificando requisiti soggettivi dei titolari e adempimenti dei locali. Il rispetto dei limiti d’età, l’uso corretto degli apparecchi, la conformità delle sale: ogni tassello concorre a tenere il gioco entro un perimetro chiaro. Le violazioni penali o amministrative possono incidere sulla permanenza dei requisiti, fino a sospensioni o revoche. È un equilibrio dinamico, che unisce prevenzione e fermezza, a tutela di utenti e operatori rispettosi delle regole.
Accanto al profilo di ordine pubblico, la rete locale chiama in causa Polizia Locale, Servizi Sociali, ASL, Scuola e Terzo settore. L’idea condivisa è che la legalità si costruisca ogni giorno, attraverso educazione civica, formazione e presa in carico. È una responsabilità che richiede prossimità, ascolto e collaborazione stabile fra istituzioni e comunità, per evitare che fragilità personali e offerta illegale si incontrino. In questo senso, gli eventi pubblici diventano anche luoghi di educazione collettiva, capaci di dare strumenti a famiglie e giovani.
Dipendenze e nuove abitudini: il fronte online
La dipendenza da gioco online, osservano gli esperti clinici, cresce per accessibilità e percezione di discrezione, soprattutto fra i più giovani. Il coinvolgimento eccessivo mina relazioni, studio, lavoro e benessere psicofisico. Per questo serve una doppia risposta: professionale, con percorsi di cura tempestivi, e culturale, con messaggi chiari nelle scuole e nelle famiglie. Conoscere i segnali d’allarme e chiedere aiuto presto è decisivo; allo stesso tempo, una rete legale forte e controllata riduce l’attrattività delle scorciatoie illegali.
A Viterbo, la presa in carico da parte del Servizio Sanitario documenta un bisogno reale di sostegno. Questi numeri non sono un’etichetta, ma una chiamata ad affinare prevenzione, accesso ai servizi e accompagnamento. La filiera legale, quando presidia il territorio insieme alle istituzioni, contribuisce a creare contesti più sicuri; ma la differenza la fa anche la consapevolezza individuale, che si coltiva con informazioni corrette e occasioni pubbliche di confronto, come questa tappa del progetto itinerante.
Origini, metodo e identità di un progetto itinerante
“In Nome della Legalità” non nasce oggi: più di un decennio fa, un primo workshop a Roma ha avviato un percorso poi portato in numerose città italiane. Negli anni l’iniziativa ha privilegiato ascolto e co-progettazione con istituzioni, organi di controllo, mondo scientifico e realtà sociali, condividendo un lessico comune su sicurezza, regole e responsabilità d’impresa. È una trama che si è consolidata anche grazie agli appuntamenti ospitati nelle sedi istituzionali, con una vocazione dichiarata alla prevenzione e alla cultura del gioco responsabile.
Il metodo è rimasto quello delle tappe di territorio: si parte dai dati, si ascoltano le funzioni pubbliche, si raccolgono le esigenze operative degli attori locali e, infine, si costruiscono impegni verificabili. A Viterbo questo canovaccio si è tradotto in un mosaico di voci: il presidio regolatorio, la lotta alle infiltrazioni criminali, le procedure autorizzative, la presa in carico sanitaria, l’educazione dei più giovani e il ruolo del concessionario legale come parte di una rete che, quando funziona, protegge davvero.
Dalla rotta nazionale allo sportello locale: cosa resta da fare
Nel dialogo con gli attori del settore emerge un punto dirimente: dopo l’avvio del riordino per l’online, il gioco su rete fisica resta il capitolo più complesso e atteso. La proroga al 29 agosto 2026 amplia i tempi ma non scioglie, da sola, i nodi territoriali su distanze, orari, pianificazione e tenuta occupazionale. È qui che il tavolo fra Governo, ADM, Regioni ed enti locali dovrà saldare interessi pubblici e sostenibilità delle imprese, evitando soluzioni episodiche e costruendo regole stabili, chiare e applicabili.
Dal punto di vista degli operatori, la presenza fisica regolata è anche un presidio di legalità e una barriera all’illegale. La richiesta che arriva dal confronto di Viterbo è di un quadro normativo coerente con gli obiettivi di tutela, capace di salvaguardare occupazione e pianificazione degli investimenti. Dialogo, dati e collaborazione restano gli strumenti più efficaci per tenere insieme salute, sicurezza e sviluppo, come ribadito anche dagli interventi che hanno richiamato la necessità di superare pregiudizi e restituire al gioco pubblico la dignità di un vero comparto economico.
Uno sguardo al contesto nazionale dei numeri d’impresa
Per comprendere la scala del fenomeno, è utile ricordare che nel primo trimestre 2025 le imprese registrate nei comparti giochi e scommesse, lotterie e case da gioco sono state oltre 8.200, secondo un’analisi di Unioncamere e InfoCamere riportata da testate che hanno seguito da vicino le tappe dell’iniziativa. È un dato che racconta la capillarità di un settore dove l’ordinato esercizio dell’attività economica cammina insieme alla necessità di prevenzione, formazione e vigilanza.
Questo quadro nazionale aiuta a leggere anche la realtà viterbese: più è ampia la rete legale, più indispensabile diventa un patto di responsabilità tra istituzioni, operatori e comunità, per garantire che l’offerta resti nel recinto delle regole e che la domanda sia accompagnata verso scelte consapevoli. La legalità, qui, non è uno slogan: è una pratica quotidiana che si misura con atti amministrativi, controlli puntuali e percorsi terapeutici accessibili quando la fragilità bussa alla porta.
Domande rapide per orientarsi
Quanti esercizi di gioco risultano attivi a Viterbo e in provincia? Nel comune sono stati censiti 73 esercizi su rete fisica; nell’intera provincia se ne contano 345. Questi numeri, diffusi in occasione della tappa e ripresi da fonti nazionali, servono a dimensionare l’offerta e programmare controlli e prevenzione in modo mirato, senza semplificazioni che non tengano conto della realtà dei territori.
Qual è la situazione della riforma del settore? La delega fiscale del 2023 ha avviato il riordino. Nel 2024 è stato approvato il decreto per i giochi a distanza, mentre la riforma del gioco fisico ha tempi più lunghi: una legge del 2025 ha esteso la finestra per i decreti al 29 agosto 2026, per favorire un confronto più strutturato fra livelli istituzionali.
Che cosa prevede la gara per le concessioni online? Il quadro fissato dal D.Lgs. 41/2024 disciplina requisiti, tutele e tracciabilità. La procedura è stata avviata e la scadenza dei termini è stata prorogata al 12 novembre 2025. L’impianto punta a una concorrenza ordinata e a standard elevati di protezione del giocatore e di compliance tecnica.
Come si contrasta l’illegalità sul territorio? Attraverso controlli mirati di Guardia di Finanza, Questura e ADM: verifiche su requisiti, apparecchi, limiti d’età e tracciabilità dei flussi. A Viterbo, negli ultimi due anni, oltre 60 soggetti sono stati controllati, con irregolarità rilevate e sanzioni significative. La prevenzione passa anche per informazione e formazione rivolte alla cittadinanza.
Quali sono i segnali di attenzione sul gioco online dei più giovani? L’accessibilità e la percezione di anonimato possono aumentare il rischio di coinvolgimento eccessivo. Per questo serve un doppio binario: interventi clinici tempestivi per chi ne ha bisogno e un’educazione continua in famiglia e a scuola, così da riconoscere precocemente i comportamenti problematici e ricorrere ai servizi pubblici.
Una chiusura che guarda negli occhi la comunità
In questa sala di Viterbo, il tema del gioco esce dalla retorica e diventa relazione concreta tra istituzioni e cittadini. La legalità si costruisce stando vicini alle persone, lavorando sui dati e sulla fiducia. È qui che il viaggio di “In Nome della Legalità” mostra il suo senso: un racconto collettivo, fatto di responsabilità condivise, che ci invita a scegliere ogni giorno la strada più difficile e più giusta, quella del rispetto delle regole e della cura delle fragilità.
