A Eindhoven si consuma una notte che fa rumore: il Napoli di Antonio Conte cade 6-2 contro il PSV, nonostante la doppietta di Scott McTominay. Una sconfitta che graffia classifica e autostima, maturata alla terza tappa della nuova fase a lega della Champions.
La tempesta al Philips Stadion
La partita cambia volto in pochi minuti e non perdona esitazioni. Dopo il colpo di testa vincente di McTominay al 31’, il PSV ribalta tutto prima dell’intervallo: autogol di Alessandro Buongiorno e affondo di Ismael Saibari. Nella ripresa arriva la doppietta di Dennis Man, poi il rosso a Lorenzo Lucca carica l’onda finale: Ricardo Pepi e Couhaib Driouech completano un 6-2 che pesa come un macigno. Cronaca e marcatori coincidono in ogni dettaglio con quanto riportato da Sky Sport.
Il quadro numerico è altrettanto eloquente: il PSV sale a quattro punti, il Napoli resta a tre dopo tre gare della League Phase. La virata regolamentare introdotta dall’UEFA porta 36 squadre in un’unica classifica e otto partite garantite contro avversari diversi; passano direttamente agli ottavi le prime otto, mentre dalla nona alla ventiquattresima si gioca lo spareggio. Dati e format sono spiegati nelle note ufficiali UEFA e confermati dai resoconti internazionali.
Dove si è spezzato l’equilibrio
L’inerzia si capovolge in un lampo. Il pari nasce da un cross tagliente di Ivan Perisic spinto in porta da Buongiorno nel tentativo di liberare; il 2-1 porta la firma di Saibari, lanciato da Guus Til dopo un recupero feroce sulla trequarti. Alla ripresa, un cross di Mauro Júnior diventa l’assist del 3-1 per Man, che poi taglia dentro e fulmina sul primo palo per il 4-1. Sequenza e dinamica sono state ricostruite con precisione da Reuters ed ESPN.
Il Napoli paga soprattutto la vulnerabilità nelle transizioni e una perdita di compattezza nei momenti chiave. Nel dopogara, il difensore Giovanni Di Lorenzo ha parlato di una squadra “fragile” e meno equilibrata rispetto alla scorsa stagione, una lettura che fotografa il crollo dopo essere passati in vantaggio. Lo scarto finale racconta più di un blackout: racconta un’identità da ritrovare quando l’avversario accelera e alza i giri. Sono parole e contenuti rilanciati dall’agenzia internazionale.
C’è anche un capitolo disciplinare e ambientale. L’espulsione diretta di Lucca al 76’ per un gesto di dissenso irrigidisce definitivamente la gara, mentre sul fronte PSV la scelta tecnica di lasciare inizialmente fuori Sergiño Dest per ritardo e poi inserirlo nel finale rientra in un messaggio di rigore interno. A incorniciare il contesto, l’AP ha riportato i fermi preventivi di 230 tifosi del Napoli alla vigilia per motivi di ordine pubblico.
Cronaca di una illusione
L’avvio racconta un Napoli coraggioso e verticale. Vanja Milinkovic-Savic tiene i suoi sullo 0-0 con un riflesso sul primo palo, poi la squadra trova il vantaggio: progressione di Leonardo Spinazzola a sinistra e cross radente che McTominay trasforma in rete, piegando la mano del portiere. Prima, il PSV aveva già fatto capire di esserci: corner di Joey Veerman e incornata di Til alta di poco, oltre a un gol di Saibari annullato per offside. Tutti episodi riportati nel dettaglio dal live di ESPN.
Quando il Napoli prova a rialzare la testa, la partita è già scappata. Il 3-1 di Man spezza il ritmo, il 4-1 lo congela. Il secondo colpo di McTominay al 85’ riaccende un barlume, subito spento dall’ingresso di Pepi con il 5-2 e dalla rasoiata di Driouech per il 6-2. Una progressione che premia chi accelera con continuità e punisce ogni esitazione nella protezione dell’area. Cronaca, tempi e marcatori coincidono con quanto pubblicato da LaPresse e Sky.
Il quadro europeo che cambia
Nel nuovo impianto della Champions, nulla è definitivo a ottobre ma ogni passo lascia tracce. La League Phase garantisce otto incroci, poi la classifica decide: le prime otto agli ottavi, dalla nona alla ventiquattresima lo spareggio andata-ritorno, dalla venticinquesima in giù è fuori dall’Europa. È una struttura pensata per aumentare il numero di partite “con qualcosa in palio”, come spiegano le note tecniche dell’UEFA.
Il PSV si rimette in carreggiata con quattro punti in tre gare, il Napoli dovrà rimettere insieme i pezzi a quota tre. In una competizione che premia continuità e profondità di rosa, la capacità di assorbire i contraccolpi e reagire diventa decisiva. La cronaca e le classifiche di serata, pubblicate da ESPN e riprese anche dai principali media internazionali, inquadrano il momento delle due squadre con chiarezza.
Sguardo tecnico e mentale
Ci sono partite che, più del punteggio, svelano fragilità nascoste. A Eindhoven, il Napoli ha sofferto la pulizia del possesso olandese e la ferocia nelle seconde palle. La squadra di Peter Bosz ha moltiplicato gli strappi sugli esterni, riempiendo l’area con puntualità e fidandosi del piede degli interpreti. Quando le distanze si allungano di mezzo metro e il primo controllo non è perfetto, la Champions presenta il conto. Lo si legge meglio nelle fasi senza palla che nell’elenco dei marcatori.
Il resto lo fanno le cifre: più possesso per il PSV, più tiri totali e nello specchio, a fronte di una produzione azzurra più intermittente e legata a fiammate. La fotografia statistica parla di 19 conclusioni a 10, con 8 tiri in porta a 2 e un possesso vicino al 59% per i padroni di casa. Numeri che, pur freddi, spiegano l’inerzia del secondo tempo e la sensazione di controllo olandese. Sono dati raccolti e diffusi dai database specializzati.
Domande che ci siamo fatti a fine gara
Quanto pesa questo 6-2 per la corsa europea? Moltissimo sul piano psicologico, ma la nuova formula tiene aperte più strade: con otto partite in calendario, recuperare è possibile se si ritrova ordine e coraggio. La fotografia della serata dice PSV a quattro punti e Napoli a tre, come riportato dai principali siti internazionali di risultati e analisi.
Qual è stata la vera svolta del match? Il contro-break prima dell’intervallo: pari arrivato da un’autorete su cross di Perisic, poi Saibari in campo aperto. Quell’uno-due ha avuto un impatto emotivo enorme, rendendo più ripida la salita azzurra nella ripresa, come ricostruito nei resoconti delle agenzie e delle testate sportive.
Perché l’espulsione di Lucca ha tagliato le gambe al Napoli? Perché ha azzerato le rotazioni in uscita e aperto autostrade alle catene laterali del PSV. Con un uomo in meno, la squadra ha perso copertura sulle transizioni e il 4-1 ha congelato ogni rimonta. La dinamica del rosso, per un gesto di dissenso al 76’, è stata riportata in dettaglio nelle cronache internazionali.
C’è stato qualcosa fuori dal campo che ha inciso sul clima della partita? Sì, un prepartita teso: la polizia olandese ha fermato 230 tifosi del Napoli per motivi di ordine pubblico, applicando misure straordinarie in un’area dichiarata a rischio. Un fatto che non spiega il risultato ma racconta il contesto emotivo attorno alla gara.
Un colpo che brucia, ma può diventare lezione
Serate come questa restano negli occhi e nello stomaco. Ma il calendario di Champions non concede pause e chiede risposte immediate. Il compito, adesso, è rimettere in ordine le distanze, ridare sicurezza ai primi passaggi, proteggere l’area senza sfilacciarsi. La squadra ha qualità e leadership per farlo; a Eindhoven, semplicemente, l’intensità del PSV ha mostrato quanto sottile possa essere il confine tra controllo e sbandata. La lucidità, più del talento, sarà il primo mattone da rimettere.
Il nostro sguardo resta quello di chi racconta una caduta senza compiacersene, cercando nello stesso tempo le traiettorie per rialzarsi. Il 6-2 non è una sentenza, è un promemoria. Conte e i suoi lo sanno: in Europa non basta partire bene, bisogna saper resistere al primo colpo e rilanciare. Lì, tra un raddoppio di marcatura e una corsa in più, passa la differenza tra un viaggio che si interrompe e uno che riparte davvero.
