Un 27enne di origine peruviana è stato rinvenuto senza vita in un alloggio di via De Amicis 27, ad Alessandria. L’autopsia ha stabilito una morte dovuta a azione violenta. Le indagini, coordinate dalla Procura, restano aperte su più piste, tra cui l’ipotesi di un incontro con una persona conosciuta online. Gli investigatori chiedono segnalazioni, assicurando la riservatezza.
Una morte che interroga la città
Mercoledì 22 ottobre 2025, la ricostruzione ufficiale fa un passo avanti: gli esiti autoptici confermano che il decesso del giovane, cittadino peruviano di 27 anni, è riconducibile a un’azione violenta. La casa di via De Amicis 27, nel quartiere Cristo, diventa così il centro di un’indagine per omicidio. Sul tavolo degli inquirenti ci sono i rilievi della Scientifica, le prime valutazioni del medico legale e le osservazioni del pubblico ministero intervenuto sul posto. Un mosaico di elementi che, messi in fila, delineano con nettezza la causa della morte, ma non ancora la dinamica né il movente.
La sensazione, in queste ore, è quella di una città che trattiene il respiro. La Procura e i Carabinieri lavorano per ricostruire le ultime ore della vittima e circoscrivere ogni contatto recente. Tra le piste esplorate c’è anche la possibilità di un incontro avvenuto tramite piattaforme online. Gli investigatori, che non escludono alcuna ipotesi, hanno rivolto un invito esplicito alla comunità: chiunque disponga di elementi utili è chiamato a farsi avanti, con la garanzia della massima riservatezza sulle segnalazioni.
Il primo allarme in via De Amicis: la cronologia di una scoperta
Il caso affiora il 9 ottobre, quando il proprietario di un alloggio al piano terra, in via De Amicis 27, segnala di non avere notizie dell’inquilino da giorni. Intervengono i Carabinieri del Reparto operativo e la Sezione Investigazioni Scientifiche, insieme al medico legale e al magistrato di turno, per i primi rilievi. L’autopsia viene disposta all’obitorio di Tortona. Sono ore di sopralluoghi e di domande sussurrate tra i residenti, mentre l’area resta presidiata e gli investigatori mantengono il riserbo. I dettagli identitari, nelle prime fasi, non vengono divulgati.
Nei giorni immediatamente successivi, l’attenzione degli inquirenti si concentra sull’appartamento e sul perimetro delle possibili frequentazioni. In quella stessa cornice, vengono coordinati gli accertamenti dal maggiore Carlo Alberto Evangelista, comandante della Compagnia di Alessandria. Sul posto, per gli atti iniziali, sono presenti anche il sostituto procuratore Gualtiero Battisti e la medico legale Federica Merlano. Il quadro resta complesso, ma i tasselli raccolti in via De Amicis diventano la base sulla quale, due settimane dopo, l’autopsia conferma la natura violenta del decesso.
Le piste al vaglio degli investigatori
La Procura e i Carabinieri cercano riscontri sulle ultime ore della vittima, vagliando contatti, appuntamenti e spostamenti utili a definire tempi e modalità dell’incontro che potrebbe aver preceduto la morte. Tra le ipotesi esplorate c’è quella di un contatto nato su piattaforme digitali, che aprirebbe a scenari d’indagine più complessi. Si tratta, sottolineano gli inquirenti, di un’ipotesi tra le altre: nessuna pista viene esclusa e ogni elemento viene soppesato con metodo, senza scorciatoie interpretative.
Nel fascicolo compare anche la possibilità di una rapina finita nel modo peggiore, ipotesi valutata alla luce di “altri fatti con caratteristiche analoghe” registrati tra Piemonte, Liguria e Lombardia. È un campo d’indagine che impone cautela: similitudini operative non equivalgono a collegamenti diretti. La comparazione serve piuttosto a individuare eventuali pattern, verificando se modus operandi e tempi possano sovrapporsi. Finora, ribadiscono gli investigatori, ogni sviluppo resta vincolato alla verifica dei riscontri oggettivi.
Una città sotto osservazione: il tema della sicurezza
Nel frattempo, il tema della sicurezza ad Alessandria è al centro di costanti monitoraggi istituzionali. In estate, in ambiti diversi da questo caso e con finalità di contrasto alla microcriminalità, sono state introdotte tre “zone rosse” con controlli straordinari. I primi risultati operativi sono arrivati nei mesi successivi, tra denunce e interventi puntuali a tutela dello spazio pubblico. È uno sfondo amministrativo e operativo che non riguarda direttamente l’omicidio, ma racconta una città dove l’attenzione resta alta.
Contesto non significa correlazione. Inserire questo delitto dentro un racconto più ampio sulla sicurezza urbana ha senso solo per ricordare che la prevenzione abita nei gesti quotidiani di istituzioni e cittadini. L’indagine su via De Amicis vive, invece, di riscontri specifici: orari, contatti, tracciati digitali, testimonianze. È su quel terreno, fatto di dettagli minimi ma decisivi, che si costruisce la verità giudiziaria, senza scorciatoie narrative e senza forzature emotive.
La richiesta di collaborazione, senza clamori
Gli inquirenti invitano chiunque sappia a parlare, assicurando che ogni segnalazione verrà trattata con riservatezza. L’appello è netto e ragionato: non servono ricostruzioni parallele, ma elementi verificabili, anche piccoli, in grado di orientare il lavoro degli investigatori. È un invito che attraversa i quartieri, bussando alle porte di chi ha visto o sentito qualcosa nelle ore cruciali. Un gesto di responsabilità civile, prima ancora che giudiziaria.
In questa cornice, la Procura della Repubblica di Alessandria coordina le attività con l’Arma. L’indicazione è chiara: le informazioni vanno trasmesse agli organi investigativi competenti, evitando canali informali. La struttura giudiziaria e operativa è pronta a ricevere e filtrare ogni contributo, con modalità rispettose delle persone coinvolte e dei tempi d’indagine. È nel dialogo discreto tra cittadini e istituzioni che spesso si apre un varco decisivo.
Educazione digitale e prudenza negli incontri
Nel corso dell’anno, i Carabinieri hanno incontrato studenti e famiglie nelle scuole alessandrine, per riflettere su cyberbullismo, rischi della rete e sicurezza digitale. In questi appuntamenti, l’attenzione è andata anche alle interazioni online e alla gestione prudente degli incontri nati in rete, con consigli concreti su luoghi pubblici, condivisione degli spostamenti con persone fidate e attenzione ai dettagli che non tornano. Una grammatica di piccole cautele che, nella vita di tutti i giorni, può fare la differenza.
Non si tratta di collegare automaticamente il delitto a un copione precostituito; al contrario, l’appello alla prudenza digitale affianca l’indagine senza sostituirsi ad essa. È un promemoria rivolto a tutti, soprattutto ai più giovani, perché i confini tra vita reale e ambienti online sono ormai porosi. La fiducia non è un atto ingenuo se è sostenuta da verifiche, attenzioni e dalla voglia di raccontare a qualcuno dove stiamo andando e con chi.
Domande per orientarsi
Che cosa ha stabilito l’autopsia? Gli esiti dell’esame autoptico hanno confermato che la morte del 27enne è riconducibile a un’azione violenta. È il cardine da cui riparte l’indagine: un dato oggettivo che chiude la porta alle ipotesi naturali e impone il percorso investigativo per omicidio. Da qui la necessità di ricostruire con precisione tempi, contatti e movimenti che hanno preceduto il decesso.
Quali ipotesi stanno considerando gli inquirenti? Gli investigatori non escludono nessuna pista. Tra le ipotesi al vaglio, c’è quella di un incontro con una persona conosciuta tramite piattaforme online. Viene considerata anche la possibilità di una rapina, valutando eventuali analogie con episodi registrati in Piemonte, Liguria e Lombardia. Ogni scenario resta subordinato ai riscontri: prove, tracciati, testimonianze e rilievi di polizia scientifica.
Quando e come è stato scoperto il corpo? La scoperta risale a giovedì 9 ottobre. Il proprietario dell’alloggio, al piano terra di via De Amicis 27, non avendo notizie dell’inquilino da alcuni giorni, ha allertato i Carabinieri. Sul posto sono intervenuti Reparto operativo, Scientifica, medico legale e magistrato di turno. La Procura ha disposto l’autopsia all’obitorio di Tortona, avviando i necessari accertamenti tecnico-scientifici.
Come si possono fornire informazioni utili? La Procura e i Carabinieri invitano chiunque disponga di elementi a rivolgersi agli organi investigativi. Le segnalazioni vengono trattate con la massima riservatezza: non servono ricostruzioni personali, ma dati verificabili, orari, movimenti, volti o circostanze notate nelle ore utili. Ogni frammento può avere peso se inserito in un quadro probatorio ben costruito.
Una città che pretende risposte, con rispetto
In via De Amicis resta il silenzio di un portone chiuso e il passo lento di chi abita il quartiere Cristo, dove ogni dettaglio quotidiano assume, d’improvviso, un altro significato. La cronaca nera interroga sempre le nostre abitudini: cosa vediamo davvero quando passiamo davanti a una finestra socchiusa? Quante storie, invisibili ai più, si consumano alle nostre spalle? È in questo vuoto che il lavoro degli inquirenti deve trovare la propria strada, senza rumore superfluo.
Noi raccontiamo ciò che è accertato, e teniamo insieme precisione e umanità. Inchieste come questa chiedono tempo, competenza e una comunità capace di farsi parte diligente, con discrezione. La verità ha bisogno di cura: di parole misurate, di testimonianze coraggiose, di istituzioni che ascoltano. Solo così una città può trasformare lo sgomento in responsabilità condivisa e restituire, a chi non c’è più, il diritto a una risposta chiara.
