Il ritorno in diretta più atteso ha preso una piega imprevista: la prima di La Pennicanza su Rai Radio2 si è aperta senza Fiorello in studio. A tenere il microfono è rimasto Fabrizio Biggio, mentre lo showman si è affacciato solo al telefono, trasformando l’assenza in notizia e l’esordio in un saluto lampo carico di ironia e scaramanzia.
Un avvio senza il suo mattatore
Nella storica sede di via Asiago, il primo pomeriggio ha sorpreso tutti con uno studio essenziale, più teso del solito, e un’unica voce in consolle: Fabrizio Biggio. Tra un sorriso e una battuta, ha governato l’inizio del programma, impostando il tono della “non-idea” che i due avevano promesso di riportare in onda nella fascia 13.45-14.30, la stessa scelta in primavera e confermata in autunno. La dinamica del debutto “a singhiozzo”, con collegamento telefonico dell’amico rimasto a casa, è stata raccontata con precisione dalle cronache specializzate e dall’agenzia nazionale, che hanno parlato di un esordio in modalità “smart working” dettato da un malessere stagionale. ANSA ha ricostruito i retroscena tecnici e l’impreparazione forzata della regia, costretta a riorganizzarsi in corsa, a prova dell’imprevedibilità del format.
Dal telefono, Fiorello ha alleggerito l’aria con l’autoironia che lo contraddistingue: molto rumore per nulla, l’idea di saltare la “prima” perché spesso è la più ansiosa, la promessa di riposare e rientrare il prima possibile. Le ricostruzioni convergono: indisposizione lieve, accenni a un fastidio intestinale, nessun allarme, ma prudenza. Adnkronos ha riportato la battuta destinata a diventare tormentone – il monito sul “prendere il posto” di Bruno Vespa – mentre la cronaca di Repubblica ha aggiunto dettagli sul clima in studio e sulla scelta di rimandare il pubblico, a testimonianza che non si trattava di una gag architettata ma di una banalissima giornata storta.
La vigilia che ha scaldato l’attesa
La sera prima, l’aspettativa era salita vertiginosamente. Nel prezioso spazio tra Tg1 e “I pacchi”, Fiorello e Biggio hanno messo in scena un mini-varietà in televisione, occupando per cinque minuti la casella di Cinque Minuti di Bruno Vespa. Una passerella che ha unito ritmo, corpo di ballo, autocelebrazione e sarcasmo, ribadendo il ritorno in radio il giorno successivo. RaiNews ha mostrato il blitz e le battute che hanno colorato la “promozione” più chiacchierata di stagione, mentre Repubblica ha sottolineato l’abilità del duo nel trasformare un lancio in show compiuto.
Quell’irruzione televisiva è diventata, suo malgrado, la premessa della battuta del giorno dopo. Fiorello ha usato la scaramanzia come chiave narrativa: ecco cosa succede quando si prova a prendere il posto di Vespa, ha ironizzato al telefono, quasi a esorcizzare un esordio che non ne voleva sapere di allinearsi ai piani. Il gioco meta-televisivo e radiofonico – prima la ribalta del prime time, poi l’assenza alla prima – ha catalizzato l’attenzione ben oltre il pubblico abituale del programma, come hanno raccontato le agenzie di stampa.
Biggio tiene la rotta
Con l’amico a casa, Fabrizio Biggio ha difeso il ritmo: pungoli bonari al telefono, una provocazione culinaria – quelle “crocchette” della sera prima – e un perimetro chiaro per ciò che La Pennicanza vuole essere in questa nuova stagione: velocità, nonsense sorvegliato, improvvisazione con il metronomo. È una grammatica già rodata, pronta a misurarsi con la fascia più competitiva del palinsesto di Rai Radio2. La cronaca di TvBlog ha fotografato l’atmosfera e la gestione del timone, con Biggio a fare da cerniera tra autori, regia e pubblico, evitando che la delusione per l’assenza si trasformasse in resa.
Nell’ossatura del format si inseriscono tasselli riconoscibili: la sigla firmata da Jovanotti, la produzione musicale del Maestro Enrico Cremonesi e di Danti, la scrittura corale con un team di autori che lavora per dare forma alla “non-idea” rivendicata dallo showman. La scheda ufficiale su RaiPlay Sound ribadisce giorni e orario e tratteggia la squadra dietro le quinte, mentre la guida di Sky TG24 ricorda l’appendice del giorno dopo, La Sveglianza, una finestra “best of” alle 7.00 pensata per riportare al mattino i momenti clou.
Da giugno a oggi: il percorso di una “non-idea”
Prima dell’autunno, La Pennicanza aveva già scaldato i microfoni tra fine maggio e i primi di giugno. L’ultima puntata del primo ciclo era arrivata il 6 giugno, con la promessa sospesa di un ritorno nella stagione fredda. ANSA ha raccontato quel finale di partita, tra gag e telefonate a sorpresa, mentre la pagina di RaiPlay archivia gli episodi di inizio estate, utile bussola per capire la cifra del progetto e la sua elasticità narrativa. Il filo rosso è rimasto lo stesso: libertà di cadenza, gioco con l’attualità, improvvisazione.
A settembre, in una diretta social dal tono scanzonato, Fiorello e Biggio hanno confermato l’intenzione di rimettersi in marcia a ottobre, lasciando fluttuare i dettagli e l’agenda fino all’ultimo, com’è nel loro stile. Le note d’agenzia hanno registrato desideri, allusioni e il gusto di rilanciare con leggerezza: la voglia di tornare, magari incrociando grandi eventi autunnali, senza perdere il piacere dell’improvvisazione serale sui social. Un prologo che ha preparato il terreno alla settimana del debutto.
Cosa aspettarsi ora
La promessa, scandita con il sorriso al telefono, è di rimettere piede in studio “già domani”, martedì 21 ottobre, se le condizioni lo consentiranno. Riposo, cautela, niente eroismi: così è stato descritto l’approccio nelle ricostruzioni della giornata, dove il “male di stagione” è l’unico protagonista extra. Repubblica ha sottolineato l’ipotesi del rientro immediato e l’umanità delle scuse al pubblico; ANSA ha cucito la cronaca del debutto al telefono, tra sguardi smarriti e una regia che ha reagito in tempo reale. Adnkronos ha fissato la battuta sul “monito” a chi ambisce alla poltrona di Vespa.
Il resto lo farà la radio, che vive di immagini evocate e non di scene costruite. Tra le idee che bollono in pentola – un collegamento dal Louvre, una sezione “crime” spinta nella parodia – emerge la volontà di giocare con i generi come solo la coppia sa fare. Indizi circolati nelle cronache del settore, che confermano la natura di contenitore elastico, capace di mischiare varietà, satira pop e improvvisazione. L’attesa di sentire di nuovo la voce di Fiorello in studio, accanto a Biggio, ora è un patto silenzioso con chi ascolta.
Domande veloci, risposte oneste
Quando va in onda La Pennicanza e come si può seguirla? La domanda arriva da chi, tra pausa pranzo e spostamenti, cerca un’abitudine quotidiana affidabile. In un panorama dove i formati cambiano spesso cadenza, sapere con precisione quando sintonizzarsi è cruciale per organizzare il tempo e non perdersi l’energia di una diretta pensata per tenere compagnia senza appesantire. È una curiosità naturale, specie dopo un esordio così particolare, e il bisogno pratico di orientarsi tra radio, streaming e radiovisione.
Il programma è previsto dal lunedì al venerdì, dalle 13.45 alle 14.30, su Rai Radio2 e in streaming su RaiPlay e RaiPlay Sound; la mattina successiva, alle 7.00, arriva la selezione “La Sveglianza” con il meglio della puntata. La scheda ufficiale e le guide TV ribadiscono orari e piattaforme, includendo la visual radio. È la scansione scelta per accompagnare l’ascoltatore tra pranzo e rientri, con un recap al risveglio.
Perché ieri c’era Fiorello in TV nello spazio di Cinque Minuti e oggi non è entrato in studio? È il filo che molti hanno seguito, perché l’irruzione serale ha fatto sorridere e ha fissato un appuntamento che, poche ore dopo, è saltato. La percezione di un contrasto netto – tutto e subito, poi quasi niente – accende domande legittime. Serve rimettere in ordine i tasselli: promozione in grande stile, quindi un banale contrattempo fisico che, per rispetto di chi ascolta, ha imposto una pausa.
Il blitz televisivo di domenica 19 ottobre su Rai 1 era un lancio spettacolare del ritorno in radio; il giorno dopo, lunedì 20, lo showman ha spiegato di non stare bene e ha preferito collegarsi al telefono, indicando come “male di stagione” l’origine del disturbo. Il monito ironico su Bruno Vespa ha fatto il resto, diventando la battuta del giorno. Lo raccontano le cronache di RaiNews, Adnkronos e Repubblica.
Cosa c’è di diverso rispetto alla scorsa stagione? L’interrogativo nasce spontaneo, perché chi ha seguito il primo ciclo di inizio estate ha colto la cifra ludica e si chiede in quale direzione si muoverà ora la coppia. Il pubblico vuole sapere se troverà lo stesso gioco o variazioni sul tema: rubriche nuove, telefonate inaspettate, stacchi musicali più marcati. È il patto non scritto tra chi crea e chi ascolta: riconoscibilità, sì, ma sempre con un passo avanti.
Tra gli spunti citati in queste ore compaiono un possibile collegamento dal Louvre e una sezione “crime” virata al surreale, mentre resta il marchio della sigla firmata Jovanotti e la direzione musicale del Maestro Enrico Cremonesi con Danti. La scheda ufficiale conferma squadra e palinsesto; le cronache specializzate aggiungono le idee in cantiere. È un’evoluzione per continuità, più che una rivoluzione improvvisa.
Una partenza storta che racconta molto
Un esordio mancato può dire più di un trionfo. La radio vive anche di fragilità, di corse improvvise e di frenate brusche, e proprio lì si misura la tenuta di una squadra. Fiorello e Biggio hanno scelto di non “forzare” la prima, di chiedere scusa e prendersi un giorno. È un gesto di rispetto che, a nostro avviso, costruisce fiducia: l’appuntamento c’è, il patto con chi ascolta pure. La seconda puntata saprà raccontare il resto.
