Un progetto che corre tra set italiani e corridoi di mercato prende corpo: il nuovo film in due capitoli di Mel Gibson punta in alto, promettendo ambizione visiva e una distribuzione costruita su date simboliche che parlano alla memoria collettiva.
Un colosso che agita il mercato indipendente
Nei colloqui che precedono l’American Film Market di novembre a Los Angeles, “The Resurrection of the Christ” emerge come il titolo che molti addetti ai lavori definiscono di maggior peso tra quelli in vendita. Secondo un’esclusiva riportata da Deadline, ciascuna delle due parti potrebbe muoversi attorno ai 100 milioni di dollari, per un impegno complessivo di circa 200 milioni: cifre rare nell’attuale ecosistema indipendente e capaci di ridisegnare la mappa delle trattative.
La strategia commerciale, nelle intenzioni, affida a Lionsgate la spinta di un progetto in grado di catalizzare l’attenzione in due mercati consecutivi, dopo il clamore suscitato al Marché con il nuovo capitolo di Hunger Games. La stessa Deadline sottolinea come il pacchetto di Gibson offra ai buyer un richiamo immediato, complice il precedente box office de “The Passion of the Christ”, ma anche la promessa di un impianto visivo fuori schema.
Riprese romane e un calendario che parla alla tradizione
Il set ha preso casa a Roma, negli spazi di Cinecittà, con sconfinamenti pianificati in alcune location del Sud che da anni offrono geografie naturali di grande impatto. Le cronache di produzione indicano che, oltre agli studi capitolini, sono state individuate aree come Matera, Ginosa, Gravina, Laterza e Altamura, scenari che hanno già dimostrato di saper reggere la monumentalità del racconto biblico sul grande schermo. È un mosaico di luoghi in cui pietra, luce e silenzio si fanno materia narrativa.
Il rilascio in sala avverrà in due tempi: la prima parte arriverà a Venerdì Santo, il 26 marzo 2027, mentre la seconda debutterà quaranta giorni dopo, nel giorno dell’Ascensione, il 6 maggio 2027. L’annuncio formale di Lionsgate ha fissato così una traiettoria che intreccia liturgia e industria, scegliendo date capaci di amplificare risonanze culturali e spirituali senza rinunciare a una pianificazione distributiva di respiro internazionale.
Una visione narrativa che sposta l’orizzonte
Non siamo di fronte a una cronaca lineare dei giorni successivi alla crocifissione. Gibson ha descritto la propria idea come un “acid trip”, una narrazione super ambiziosa che attraversa altri piani della realtà: dalla caduta degli angeli alla discesa negli inferi, in un percorso che vuole restituire la densità spirituale di un passaggio fondativo. Questa cornice tematica, raccontata in interviste e speciali, apre a scelte estetiche coraggiose e a una grammatica visiva che abbraccia dimensioni metafisiche.
A rendere il percorso ancora più anomalo, c’è la decisione di mantenere il copione sotto stretto riserbo: pratica rara per un titolo indipendente in lavorazione. Sempre secondo Deadline, ai potenziali acquirenti non è stata offerta la lettura del testo prima dell’asta, e non è scontato che accada durante il market. Una scelta che sposta il baricentro sul credito alla visione del regista e sul valore percepito del marchio, moltiplicando l’attesa e, inevitabilmente, le discussioni.
Lingua, accessibilità e memoria dell’originale
Tra i nodi più delicati c’è quello linguistico. Dopo l’esperimento dell’originale — recitato in aramaico, ebraico e latino — Gibson ha lasciato intendere che il nuovo dittico potrebbe privilegiare l’inglese, opzione studiata per non smarrire una parte di pubblico davanti a un impianto già complesso. È una linea, spiegano i retroscena, concepita per accogliere platee più ampie senza rinunciare al rigore della messa in scena.
Il confronto con “The Passion of the Christ” rimane inevitabile: nel 2004 l’uso delle lingue antiche era parte integrante dell’esperienza e della sua forza d’impatto. Quel precedente, ricordano le cronache, contribuì a definire l’unicità del film e il suo successo sorprendente nel circuito commerciale. La possibile svolta verso l’inglese chiede ora di bilanciare fedeltà, fruibilità e potenza evocativa, un equilibrio sottile che il team creativo dovrà calibrare al millimetro.
Il cambio di volto: un cast riscritto da capo
Un altro segnale della discontinuità è il recasting completo. Jim Caviezel e Monica Bellucci non torneranno nei ruoli che li hanno consegnati all’immaginario del pubblico; al loro posto, Jaakko Ohtonen, attore finlandese, vestirà i panni di Gesù, mentre Mariela Garriga interpreterà Maria Maddalena. Le conferme sono arrivate da testate come Variety e TheWrap, che hanno dato conto di un ensemble rinnovato e di riprese avviate a Cinecittà.
Nel nuovo assetto figurano anche Kasia Smutniak come Maria, Pier Luigi Pasino come Pietro, Riccardo Scamarcio come Ponzio Pilato e Rupert Everett in un ruolo non ancora rivelato. Il passaggio di testimone — spiegano le ricostruzioni — è legato alla necessità di raccontare eventi collocati a pochissimi giorni dall’episodio precedente, una continuità temporale che avrebbe imposto costosi interventi di de-aging sui volti storici.
Lionsgate, due uscite e la lezione dei mercati
Lionsgate ha formalizzato che il progetto uscirà in due parti a distanza di quaranta giorni, una finestra che dialoga con il calendario liturgico come con le logiche del lancio globale. L’annuncio ha messo ordine a mesi di indiscrezioni e ha dato una cornice concreta a una produzione che aspira a un respiro mondiale. Intanto, il ritorno dell’AFM a Los Angeles dall’11 al 16 novembre 2025 fa da cassa di risonanza alle trattative che si annunciano competitive.
Nelle conversazioni con i buyer, racconta ancora Deadline, non mancano aspettative e qualche rimpianto per le assenze eccellenti. Ma l’appeal commerciale resta alto, complice la memoria dei risultati ottenuti vent’anni fa e la promessa di un impianto spettacolare con battaglie tra angeli e demoni e forze in lotta in “altri regni”. È, in fondo, la scommessa di un cinema che vuole parlare al grande pubblico senza perdere intensità spirituale.
Le nostre domande in tasca
È davvero il film più costoso mai diretto da Mel Gibson? Le stime raccolte da Deadline parlano di circa 100 milioni di dollari per ciascuna parte, per un totale vicino ai 200 milioni: numeri che, se confermati, collocherebbero il dittico in cima alla sua filmografia per costo.
Quando usciranno le due parti al cinema? La prima il 26 marzo 2027, giorno di Venerdì Santo; la seconda il 6 maggio 2027, solennità dell’Ascensione, come annunciato ufficialmente da Lionsgate.
Chi interpreta Gesù e Maria Maddalena? Gesù avrà il volto di Jaakko Ohtonen, mentre Mariela Garriga interpreterà Maria Maddalena. La notizia è stata diffusa in esclusiva da Variety e confermata da altre testate.
In che lingua sarà il film? L’indicazione, emersa nei retroscena di mercato, è che i dialoghi potrebbero essere in inglese, scelta di accessibilità rispetto alle lingue antiche dell’originale del 2004.
Quel che resta dopo l’attesa
C’è un momento, davanti a progetti così, in cui l’informazione lascia spazio al respiro di chi guarda. La promessa di Mel Gibson — un racconto che si spinge oltre il visibile, tra luci e ombre del sacro — interroga la nostra idea di cinema e di fede popolare. Se le cifre faranno rumore, a contare davvero sarà l’emozione che attraverserà la sala: un silenzio condiviso, il mormorio all’uscita, la memoria che resta. È lì che un film diventa esperienza.
