Un’aula, voci giovani e una promessa semplice: rendere più consapevoli i cittadini di domani. A Roma, il 22 ottobre 2025, il Difensore civico del Lazio Marino Fardelli ha presentato “Il difensore civico sui banchi di scuola”, un percorso che porta diritti, doveri e strumenti di tutela direttamente tra gli studenti.
Un investimento sul capitale umano
Il messaggio è chiaro: l’Ufficio del Difensore civico è presidio di legalità, partecipazione e trasparenza; negli anni, però, chi vi si rivolge è spesso una platea “over 60”. Per questo, l’idea di parlare ai ragazzi non è un orpello didattico, ma un passaggio strategico. Come ha rimarcato Fardelli alla presentazione romana, investire ora sulla consapevolezza dei giovani significa prepararli a muoversi, da domani, con strumenti concreti dentro la Pubblica Amministrazione. L’annuncio è arrivato in una giornata dedicata a scuola, diritti e responsabilità civiche.
La cornice dell’iniziativa è semplice e potente: portare il Difensore civico nelle classi per spiegare che cosa succede quando una pratica si blocca, un diritto non trova risposta, una richiesta resta sospesa. Incontri, laboratori, momenti di confronto: parole che diventano impegno, con il Difensore e il suo staff pronti a rispondere a dubbi e domande. Non un evento spot, ma l’avvio di un percorso continuativo, costruito con l’Ufficio Scolastico Regionale e pensato per trasformare la curiosità in conoscenza civica stabile.
Numeri, tempi, destinatari: ciò che già sappiamo
Dietro la scelta di entrare in classe ci sono risultati e dati concreti. Nel primo semestre del 2025 l’Ufficio del Difensore civico del Lazio ha registrato 397 richieste di intervento, il 33% in più rispetto all’anno precedente; i tempi medi di riscontro si sono ridotti a circa una settimana, con altrettanta rapidità nella risposta delle amministrazioni coinvolte. Si tratta di un’accelerazione che racconta un ufficio più riconoscibile e vicino ai cittadini, frutto di lavoro organizzativo e di un dialogo più serrato con gli enti pubblici.
A questi numeri si affiancano i risultati del progetto nelle scuole: in due anni oltre 5.000 studenti incontrati, decine di istituti coinvolti, produzioni multimediali valutate da un comitato congiunto Difensore–Ufficio Scolastico e premi finali per i lavori più originali sul tema dei diritti e della legalità. Sono tasselli di un mosaico che ha già toccato il territorio: dalla cerimonia conclusiva a Cassino ai riconoscimenti istituzionali arrivati da Latina, dove il progetto è stato portato all’ordine del giorno in Commissione Istruzione.
La crescita si misura anche nell’operatività quotidiana: oggi l’ufficio definisce mediamente 83 istanze al mese con tempi intorno ai dieci giorni, come reso noto in primavera in occasione del quarantaquattresimo anniversario della difesa civica regionale. Un segnale di efficienza che dialoga con la sfida educativa: più casi trattati, più storie da portare tra i banchi per spiegare come si può trasformare un disservizio in una soluzione, senza contenziosi inutili.
Perché parlare ai ragazzi adesso
Il tema non è solo informare, ma allenare allo sguardo civico. Il coordinamento nazionale dei difensori civici, guidato da Fardelli, ha più volte ribadito che la rete delle garanzie funziona se i cittadini conoscono diritti, tempi e canali. È una visione che trova sponde anche fuori regione: in Umbria, la presidente dell’Assemblea legislativa ha definito il ruolo del difensore “tanto importante quanto poco conosciuto”, sottolineando l’impegno a renderlo più accessibile. Portare tutto questo nelle classi significa anticipare problemi, sciogliere nodi prima che diventino muri.
In controluce c’è anche una storia istituzionale precisa: nel Lazio la figura del Difensore civico è prevista dallo Statuto e istituita con legge regionale del 1980; tra i compiti, la tutela contro abusi, ritardi e negligenze, per garantire buon andamento, correttezza e imparzialità dell’azione amministrativa. È la base giuridica di un lavoro che, in classe, diventa racconto concreto: casi, risposte, procedure spiegate in modo chiaro, per dare strumenti prima ancora che opinioni.
Metodi, tappe, contenuti: come si lavorerà in aula
L’approccio è laboratoriale: il Difensore civico entra a scuola e costruisce, insieme a docenti e studenti, momenti di confronto su diritti, legalità, partecipazione e responsabilità individuali. Le scuole scelgono il calendario tramite un modulo dedicato e gli incontri sono curati direttamente dall’ufficio guidato da Fardelli. L’obiettivo è dare una grammatica comune ai passaggi chiave: come presentare un’istanza, come leggere una risposta, quando chiedere un intervento e con quali aspettative realistiche nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Accanto agli incontri, il progetto prevede elaborati digitali – videoclip, presentazioni, e-book, blog – valutati da un comitato misto Difensore–Ufficio Scolastico Regionale; i criteri premiano comprensione del ruolo istituzionale, originalità e capacità di declinare i valori della legalità nella vita quotidiana. La terza edizione, avviata a ottobre, consolida un percorso già riconosciuto da diversi enti locali e promosso anche dalla rete nazionale della difesa civica, a conferma di una linea educativa che cresce sulle spalle delle esperienze maturate nelle prime due edizioni.
Il sostegno politico-istituzionale non è mancato. Il presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma ha rimarcato in più occasioni che questa figura riduce la distanza tra amministrazioni e cittadini e invita a non temerla: non è un tribunale parallelo, ma uno strumento per ottenere risposte rapide e motivate. Portare questo messaggio nei corridoi delle scuole vuol dire normalizzare il rapporto con l’istituzione, prima che una difficoltà diventi una resa.
Domande rapide, risposte chiare
Chi è il Difensore civico regionale e cosa può fare? È un organo eletto dal Consiglio regionale, autonomo e indipendente, che tutela gratuitamente i cittadini davanti a disservizi, abusi, ritardi o negligenze della Pubblica Amministrazione. Non sostituisce i tribunali e non annulla gli atti, ma sollecita, verifica, chiede chiarimenti, promuove conciliazioni e può nominare un commissario ad acta nei casi previsti dalla legge. Nel Lazio esiste dal 1980 e opera nel solco dello Statuto regionale.
Quanti studenti ha già coinvolto il progetto e come vengono valutati i lavori? Nelle ultime stagioni scolastiche gli incontri hanno raggiunto più di 5.000 ragazze e ragazzi delle superiori, coinvolgendo decine di istituti. I lavori – digitali e creativi, dal video all’e-book – sono esaminati da un comitato composto dall’Ufficio del Difensore civico e dall’Ufficio Scolastico Regionale, con criteri centrati su comprensione della figura di garanzia, qualità dell’idea e capacità di raccontare i valori della legalità in modo attuale.
Quanto è rapido l’intervento dell’Ufficio e perché è utile conoscerlo a scuola? Nel 2025 le istanze trattate al mese sono in media 83, con tempi di definizione intorno ai dieci giorni; nello stesso periodo, le richieste complessive sono cresciute del 33%, mentre i tempi medi di risposta sono scesi a circa una settimana. Conoscere prima questi meccanismi evita frustrazioni, riduce contenziosi inutili e aiuta a trasformare un problema amministrativo in un percorso di soluzione fondato su trasparenza e tempestività.
Uno sguardo che parte dalla scuola e torna alla comunità
C’è una scena che restituisce il senso di questa giornata: un ragazzo alza la mano e chiede “A chi mi rivolgo se nessuno mi risponde?”. Da lì si ricomincia, tutte le volte. Nel racconto del Difensore civico, la legalità non è un capitolo astratto, ma una pratica quotidiana fatta di ascolto, regole e responsabilità. Attraversare le scuole significa formare anticorpi civici, così che ogni cittadino, domani, sappia pretendere risposte con la calma di chi conosce i propri diritti e la serietà dei propri doveri. In questo viaggio, noi scegliamo di restare accanto a chi studia, chiede e cresce.
