Un pomeriggio di uscite da scuola, motori accesi e sguardi che cercano i figli. A Como, in via Acquanera, un contrasto nato per una sosta in doppia fila è degenerato: una 37enne è stata colpita da un 74enne. La Polizia di Stato è intervenuta e l’uomo è stato denunciato dopo la querela della donna.
In coda per l’uscita da scuola
Il flusso dei genitori si muoveva rapido davanti alla scuola elementare, quando una sosta irregolare ha creato l’attrito decisivo. La conducente, 37 anni e origini albanesi, aveva lasciato l’auto in doppia fila per recuperare il figlio all’uscita. Al suo ritorno, l’ha attesa un 74enne pronto a rimproverarla per l’impossibilità di uscire dal proprio stallo, e da lì sono volate parole pesanti e due schiaffi. La dinamica è stata ricostruita dagli agenti intervenuti, secondo quanto riferito dalle cronache nazionali di Adnkronos, che hanno dato notizia della denuncia, e da una testimone di 31 anni presente sul posto.
La segnalazione è arrivata nel primo pomeriggio, intorno alle 16.30 del 21 ottobre 2025, dettaglio temporale confermato dalle ricostruzioni di settore. In quegli istanti, fatti di attese e porte che si aprono, la rapidità con cui la tensione può scavalcare il confine della ragione è impressionante. La pattuglia ha ascoltato la vittima e la testimone, raccogliendo particolari utili a chiudere il cerchio. Una volta verificata la targa e i tratti dell’uomo indicati dalle presenti, gli agenti hanno rintracciato il 74enne, accompagnandolo poi in questura per gli accertamenti di rito e per ricevere la querela.
Dalla telefonata al 112 agli accertamenti in questura
La chiamata d’emergenza al 112 NUE ha indirizzato la volante verso via Acquanera, proprio di fronte all’istituto. Lì, la ricostruzione: insulti, schiaffi e l’ammissione finale dell’anziano, che abita a breve distanza dal luogo del fatto. Le cronache locali hanno precisato che per l’uomo è scattata la denuncia in stato di libertà per percosse e violenza privata, accuse che verranno vagliate dall’autorità giudiziaria nelle sedi opportune. Un diverbio di viabilità si è tramutato in un gesto che lascia segni, almeno dentro. Il quadro è stato descritto in modo puntuale dalla stampa cittadina, che ha riportato tempi, luogo e l’esito dell’intervento.
In questura, l’uomo ha provato a giustificarsi, salvo poi riconoscere i fatti davanti agli agenti. La denuncia è divenuta formalmente possibile dopo la querela della donna, atto necessario nei reati non procedibili d’ufficio. È una cornice procedurale chiara: la persona offesa, entro i termini di legge, manifesta la volontà che si proceda; la definizione è ripresa anche dai canali istituzionali dedicati ai cittadini e ai rapporti con le forze di polizia. Non è vendetta, è l’affermazione di un diritto.
Le regole sulla sosta: cosa dice la legge
In strada, la libertà di uno finisce dove inizia la possibilità di movimento degli altri. Il Codice della Strada è inequivocabile: la sosta in seconda fila è vietata per le quattro ruote, perché ostacola l’accesso e lo spostamento dei veicoli regolarmente in sosta. Le sanzioni amministrative sono definite e aggiornate, con importi che variano a seconda della violazione contestata. È un punto fermo che serve a prevenire proprio i cortocircuiti di traffico tipici degli orari di ingresso e uscita dalle scuole. Lo ricorda anche la documentazione dell’ACI, che riporta articolo, divieti e scaglioni sanzionatori.
Non solo multe. In presenza di grave intralcio o pericolo per la circolazione, gli organi di polizia stradale possono disporre la rimozione del veicolo, misura prevista dal Codice all’articolo che disciplina rimozione e blocco. È una leva di sicurezza pensata per restituire scorrevolezza alle aree sensibili: attraversamenti, fermate scolastiche, tratti angusti dove basta poco perché l’imbuto diventi caos. Anche questa possibilità è descritta in modo chiaro nella normativa di riferimento e nei servizi informativi pubblici.
Quando il gesto supera il limite penale
La contestazione di percosse scatta quando c’è violenza fisica senza conseguenze cliniche assimilabili a malattia; si procede, di regola, su querela della persona offesa. È un perimetro giuridico preciso, che separa nettamente la sanzione amministrativa per la sosta irregolare da condotte che incidono sull’integrità personale. La lettera dell’articolo dedicato, costantemente aggiornata nelle principali banche dati giuridiche, ribadisce proprio la necessità della querela salvo specifiche aggravanti. Il corpo dell’altro resta un confine inviolabile, sempre.
Altra tessera è la violenza privata, che la giurisprudenza inquadra quando si costringe qualcuno a fare, tollerare od omettere qualcosa tramite violenza o minaccia: anche qui, salvo eccezioni, si procede su querela. La disciplina è stata armonizzata negli ultimi anni con interventi normativi che hanno ridefinito ambiti e procedibilità. È in questa cornice che una lite per il parcheggio può assumere rilievo penale se la pressione fisica o verbale travalica il piano del semplice diverbio. La legge non è un contorno: è lo spazio in cui si tutela la libertà di ciascuno.
Domande pratiche, risposte chiare
Parcheggiare in doppia fila è mai consentito? No, per le auto la sosta in seconda fila è vietata perché impedisce l’accesso o lo spostamento dei veicoli in regola. La norma lo dice senza ambiguità e prevede sanzioni amministrative con importi differenziati. Esistono casi limite di necessità valutati dai giudici, ma sono eccezioni che non riguardano l’uso ordinario: davanti alle scuole la prudenza e il rispetto delle regole restano l’unica strada sicura.
Quando una lite per parcheggio diventa reato? Quando compaiono violenza o minacce che costringono l’altro a subire o modificare un comportamento, si può entrare nell’alveo della violenza privata; se c’è contatto fisico senza esiti clinici, può configurarsi il reato di percosse. In entrambi i casi, di norma, è necessaria la querela della persona offesa per procedere, salvo specifiche aggravanti previste dalla legge.
Cos’è la querela e come si presenta? È la dichiarazione con cui la persona offesa chiede che si proceda nei confronti dell’autore del fatto, nei reati non perseguibili d’ufficio. Si può presentare agli uffici di polizia giudiziaria o in Procura, anche in forma orale che viene verbalizzata. I canali istituzionali spiegano tempi e modalità, offrendo un quadro operativo a tutela di chi subisce un reato.
Un gesto che pesa, una responsabilità quotidiana
Questo episodio ci riguarda più di quanto sembri. Riguarda il modo in cui abitiamo le nostre città nelle ore di punta, quanto spazio lasciamo agli altri mentre rincorriamo i minuti, quanto controllo teniamo sulle parole prima che diventino mani. La grammatica della convivenza è fatta di regole e di scelte personali: entrambe servono, ogni giorno. Davanti a una scuola elementare di Como non è finita bene; altrove può finire diversamente se la comunità, tutta, decide che la fretta non è un lasciapassare e che il rispetto resta la via maestra.
