Alla Reggia di Caserta, le parole di Tiziana Maffei legano turismo, cultura e tavola in un’unica trama di identità. Nel cuore delle Regie Cavallerizze, dove ricerca e tradizione s’incontrano, si afferma l’idea che il cibo racconti la Campania quanto un affresco o un giardino, e che ogni visita diventi conoscenza.
Un racconto di identità che nasce da una visione dinastica
La storia di questo luogo nasce come progetto politico e civile: i Borbone immaginarono non solo un palazzo, ma un sistema capace di generare valore, lavoro, bellezza. L’architetto Luigi Vanvitelli concepì la Reggia come centro di un territorio produttivo, alimentato dall’Acquedotto Carolino, connesso a manifatture e colture d’eccellenza. Quel disegno, oggi Patrimonio dell’Umanità, include l’ordito che va dal Belvedere di San Leucio al sito agricolo di Carditello, testimonianza di una residenza reale che dialogava con campi, stalle, artigiani. Un’idea di identità profonda, concreta, che risuona nelle parole della direttrice.
Questa vocazione produttiva, nata in epoca borbonica, oggi ritrova casa nelle Regie Cavallerizze, sede del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Qui la cultura incontra l’agroalimentare in progetti che intrecciano divulgazione e formazione, come la rassegna “Seminari DOP – Incontri d’autore”, che ha portato scrittori e giornalisti a discutere con studenti e pubblico, rafforzando il filo tra storia, paesaggio e gusto. È un modo di abitare la Reggia che restituisce energia al territorio e rende la qualità un’esperienza da vivere, non solo da ascoltare.
La “sfida europea”: numeri, paesi, sentiment
Nella mattinata del 22 ottobre 2025, le Regie Cavallerizze hanno ospitato “Mozzarella di Bufala Campana DOP, la sfida europea”, con la presentazione di due ricerche affidate a Nomisma e Arcadia. Anticipata da cronache come quelle di AGI, l’indagine ha messo al centro percezioni, notorietà e comportamenti di consumo in cinque Paesi, ascoltando 5.000 persone tra Austria, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera. Un osservatorio prezioso per capire come il prodotto-simbolo del Made in Italy viva fuori dai confini e come il racconto culturale possa sostenerne l’autorevolezza.
Dalla ricerca di listening di Arcadia emerge una platea digitale ampia e coinvolta: nell’arco di 24 mesi, da luglio 2023 a luglio 2025, le conversazioni su Mozzarella di Bufala Campana DOP in Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno potenzialmente raggiunto 37 milioni di utenti, con un sentiment tendenzialmente positivo attestato intorno al 75%. Dati presentati a Caserta e rilanciati dalle agenzie indicano non un entusiasmo episodico, ma una relazione continua e vivace con il prodotto, che diventa veicolo di valori e memorie condivise.
Sul fronte dei consumi, le abitudini fotografate da Nomisma segnalano Regno Unito e Svizzera come mercati particolarmente ricettivi: nell’ultimo anno, circa il 30% della popolazione ha consumato mozzarella DOP. Non solo: in terra britannica l’immaginario gastronomico dimostra curiosità e audacia, con abbinamenti che attraversano piatti tipici di ogni momento della giornata. Sono indizi di una riconoscibilità che va oltre l’uso “classico” e parla la lingua di un’Europa che sperimenta.
Turismo consapevole: dalla visita al ritorno
Nel suo intervento, Tiziana Maffei ha richiamato l’essenza del viaggiare: il turismo è esperienza culturale, non consumo frettoloso. La visita alla Reggia deve farsi cammino, studio, ritorno; solo così i luoghi diventano compagni di vita e non scenografie. Inserire il turismo nella dimensione culturale dei territori significa coltivare attenzione, cura, rispetto. È una postura, prima ancora che una strategia: guardare e ascoltare, toccare e comprendere, per trasformare la bellezza in conoscenza condivisa. In questa giornata, la presenza della direttrice tra i relatori ne è stata la conferma concreta.
Questa visione incontra la traiettoria indicata dai percorsi UNESCO dedicati a un viaggio sostenibile e informato. La Reggia è inserita negli itinerari europei “Royal Europe” del progetto World Heritage Journeys, che unisce grandi residenze e giardini in un percorso di scoperta consapevole. È un invito a connettere arte, paesaggio e comunità, a rallentare lo sguardo e farne competenza, per un turismo capace di lasciare memoria e benefici reali nei territori che lo ospitano.
Filiera, cultura, comunità: alleanze concrete
Cultura e cibo non sono mondi paralleli: sono un linguaggio unico che dice chi siamo. In questa prospettiva, sostenere le produzioni di qualità — dalla mozzarella al vino, fino alla pizza — significa custodire un patrimonio vivo. La Reggia interpreta questa missione tornando al proprio DNA: un progetto che intreccia luoghi, saperi e lavoro. La “sfida europea” della Bufala DOP, con i suoi dati e i suoi volti, conferma che il racconto dell’identità nasce quando istituzioni, imprese e cittadini si stringono intorno a un bene comune, con la stessa attenzione che si riserva a un’opera d’arte.
A testimoniare la solidità della filiera, all’inizio del 2025 una delegazione di FAO ed esperti internazionali delle indicazioni geografiche ha visitato la sede del Consorzio di Tutela nelle Regie Cavallerizze. È stato illustrato il sistema di tracciabilità che permette di risalire dalla singola mozzarella alla partita di latte: un dispositivo di trasparenza raro, che racconta quanto controllo, responsabilità e tecnica stiano dietro un prodotto considerato emblema del territorio. Un tassello ulteriore nella costruzione di fiducia tra chi produce e chi sceglie.
La stagione degli “Incontri d’autore” ha poi moltiplicato gli sguardi, facendo della mozzarella un pretesto narrativo per parlare di memoria, storia, letteratura. Nelle sale della Reggia la parola scritta ha incontrato il gusto, offrendo agli studenti e al pubblico un palcoscenico diverso per comprendere quanto una DOP possa essere racconto collettivo e impegno quotidiano. È così che cultura e filiera diventano comunità, e la qualità prende la forma di una responsabilità condivisa.
Domande in velocità
Qual è il cuore del messaggio della giornata? Che turismo, cultura e cibo compongono un unico racconto di identità, capace di unire il sogno borbonico e le sfide di oggi. La presentazione, nelle Regie Cavallerizze il 22 ottobre 2025, delle ricerche di Nomisma e Arcadia ha dato sostanza a questa idea: dati, tendenze e voci europee mostrano come la Bufala DOP viva anche come patrimonio culturale, non solo gastronomico, e come una Reggia possa essere spazio di studio, impresa e comunità.
Perché la Reggia è il luogo giusto per parlare di qualità agroalimentare? Perché nasce come progetto di territorio: acqua, giardini, manifatture e campagne formavano un sistema coerente, oggi riconosciuto dall’UNESCO. Le Regie Cavallerizze ospitano la sede del Consorzio di Tutela, rendendo naturale il dialogo tra tutela dei beni culturali e difesa delle produzioni DOP. È un ponte fra passato e presente che consente di leggere il gusto come cultura e la cultura come responsabilità verso chi coltiva e trasforma.
Che cosa dicono i dati europei presentati a Caserta? Che la Mozzarella di Bufala Campana DOP gode di ampia notorietà e affetto: il listening digitale ha intercettato fino a 37 milioni di utenti in due anni, con un sentiment positivo intorno al 75%. L’indagine su 5.000 consumatori in cinque Paesi segnala inoltre che in Regno Unito e Svizzera circa il 30% della popolazione ha consumato la DOP nell’ultimo anno, mentre cresce l’interesse per abbinamenti anche fuori dagli schemi tradizionali.
Come si traduce tutto questo per chi visita la Reggia? In un invito a viaggiare con consapevolezza: scegliere percorsi che connettono musei, giardini e sapori, seguendo i tracciati di “Royal Europe” e trasformando la visita in conoscenza. È il passaggio dall’immagine al significato, dall’assaggio al racconto: si entra per ammirare e si esce con strumenti per comprendere meglio un territorio, le sue persone e i valori che custodisce.
Un patto di bellezza che si fa lavoro
Quando cultura e produzione camminano insieme, le parole si trasformano in cura: dei luoghi, dei mestieri, delle storie. Turismo vuol dire arrivare, ascoltare, tornare. La Reggia di Caserta lo dimostra ogni giorno, mettendo in relazione il suo patrimonio con chi impasta, affina, fermenta. È un patto contemporaneo che nasce da lontano, capace di tenere insieme un palazzo reale e una filiera lattiero-casearia, un giardino e una vigna, un laboratorio e una sala espositiva. È qui che l’identità diventa quotidianità.
Da questo incrocio di saperi e mani, lo sguardo si allunga sul futuro. Raccontare la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il vino, la pizza dentro la cornice della Reggia significa ribadire che la qualità non è una parola, ma un impegno. Chi varca questi spazi trova un invito semplice e serio: partecipare, rispettare, comprendere. Perché l’identità, qui, prende forma in ciò che scegliamo di fare — seduti a tavola, lungo i viali del parco, davanti a un’opera — e in come decidiamo di condividerla, giorno dopo giorno.
