Una vibrazione secca, pochi secondi, gli strumenti che tracciano l’impulso e poi tornano al respiro di fondo. Stamattina una scossa di magnitudo 2.8 è stata registrata nell’area dei Campi Flegrei con epicentro nel Golfo di Pozzuoli. Parliamo di un evento lieve sulla scala delle magnitudo, tipico della sismicità che accompagna il bradisismo flegreo. Il segnale è stato acquisito e localizzato dai sistemi di sorveglianza sismica, con parametri coerenti con l’attività osservata nelle ultime settimane.
Non ci siamo limitati al numero. Abbiamo messo questa scossa dentro un quadro più ampio, quello che vivete ogni giorno: il sollevamento lento del suolo, gli sciami che si accendono e si spengono, i boati che sorprendono tra una faccenda e l’altra. I dati di monitoraggio più recenti descrivono un sistema vivace ma stabile nei suoi ritmi: tante scosse piccole, ipocentri superficiali, massimi modesti. È dentro questo schema che si colloca l’evento di stamattina.
L’evento: cosa sappiamo
Alle 6:59 è stata registrata una scossa di magnitudo Md 2.8 localizzata in mare, nel Golfo di Pozzuoli. La durata è stata breve, l’energia rilasciata contenuta; la tipologia è quella, ormai familiare all’area flegrea, degli eventi superficiali legati al movimento e alla pressurizzazione dei fluidi nel sottosuolo. È il tipo di segnale che i sistemi di sorveglianza riconoscono e classificano in tempi stretti, con un tracciato netto e parametri coerenti con la storia recente del vulcano.
Per voi che abitate tra Pozzuoli, Arco Felice, Bacoli, Bagnoli, questi episodi si traducono spesso in una percezione rapida: un tremolio dei vetri, una vibrazione dei mobili, talvolta un rumore sordo. L’episodio di oggi rientra in questa casistica. Non risultano variazioni dei livelli di allerta vulcanica né indicazioni di cambiamenti repentini nello scenario in atto: la sorveglianza prosegue h24, come sempre.
Dove si è localizzato l’epicentro
La scossa è stata localizzata offshore, nel Golfo di Pozzuoli. Questo dettaglio conta: quando l’epicentro si colloca in mare aperto la percezione a terra può attenuarsi rapidamente con la distanza, soprattutto per magnitudo basse. Nelle ultime settimane gli epicentri si distribuiscono in modo preferenziale tra la zona Solfatara–Pisciarelli e tratti di mare prospicienti la costa occidentale di Napoli e l’arco tra Pozzuoli e Bacoli: l’evento di oggi si inserisce in questa distribuzione tipica, senza anomalie rispetto al pattern recente.
La localizzazione in mare è coerente con i dati che descrivono il cuore dell’attuale crisi bradisismica: camere e condotti idrotermali poco profondi, pressione dei fluidi variabile, microfratture che si aprono e richiudono. In parole semplici, piccoli assestamenti in un sistema che resta sotto osservazione costante e che, sul breve periodo, non mostra elementi di evoluzione improvvisa.
Il quadro degli ultimi giorni: numeri e ritmo dello sciame
Nella settimana più recente analizzata (13–19 ottobre) sono stati localizzati 135 terremoti ai Campi Flegrei, con magnitudo massima Md 2.9 ± 0,3. Si è osservato anche uno sciame sismico tra la tarda serata del 18 e il 19 ottobre, seguito da ulteriori eventi fino al 20 ottobre: una sequenza fitta, composta quasi interamente da scosse di bassa magnitudo. È esattamente la cornice che spiega bene dove si colloca il tremore di stamattina: un altro tassello della stessa trama.
Sul fronte delle deformazioni del suolo, il parametro-chiave del bradisismo, il dato resta cristallino: sollevamento medio ~15 ± 3 mm al mese dall’inizio di aprile. La stazione di riferimento nell’area di massima deformazione (Rione Terra) ha misurato un sollevamento totale di circa 35 cm da gennaio 2024. Numeri che raccontano una tendenza lenta ma continua, senza scarti inattesi nell’ultimo aggiornamento utile.
Paura comprensibile, comportamenti che aiutano
La paura è naturale. In molti la descrivete come un colpo allo stomaco, nervi che si tendono mentre cercate con lo sguardo la porta o il tavolo più robusto. Ci sono gesti semplici che fanno la differenza: se siete in casa, riparatevi sotto un tavolo solido o in un vano di porta su muro portante, restate lontani da mobili pesanti e vetri, non usate l’ascensore e non precipitatevi per le scale durante la scossa. Fuori, tenetevi distanti da facciate, cornicioni, alberi, cavi e strutture instabili.
Finita la vibrazione, uno sguardo a chi avete accanto, scarpe ai piedi e movimenti calmi. Se notate crepe nuove, distacchi d’intonaco o odore di gas, uscite in sicurezza e segnalate la situazione attraverso i canali ufficiali del vostro Comune. Tenere a portata di mano un kit minimo (documenti essenziali, torcia, radio a pile, farmaci) e conoscere l’area di attesa più vicina sono abitudini che alleggeriscono l’ansia e vi rendono più pronti.
Cosa monitoriamo nelle prossime ore
La rete di sorveglianza continua a registrare in tempo reale ogni evento. In scenari come quello flegreo repliche e piccole scosse sono possibili, spesso senza conseguenze pratiche. Il punto è la continuità del monitoraggio e la trasparenza degli aggiornamenti istituzionali: eventuali variazioni significative verrebbero comunicate con tempestività. Da parte nostra, vi terremo informati con fatti, numeri e spiegazioni chiare, evitando allarmismi e minimizzazioni.
Per il territorio, questo significa una regola d’oro: normalità vigile. Vita di tutti i giorni, sì, con un’attenzione in più ai piccoli segnali delle case e alle indicazioni ufficiali. È così che si convive con un’area vulcanica: passo fermo, informazioni affidabili, comunità che sa come muoversi.
