Plastica, resine, lattine: tre parole che incontriamo ogni giorno. Dentro c’è una sostanza di cui, per anni, si è parlato troppo poco: bisfenolo A (BPA). Dal gennaio 2025 l’Unione europea ha vietato l’uso di BPA e di altri bisfenoli pericolosi in tutti i materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA). Non è uno slogan, è un regolamento vincolante che si applica in modo uniforme in Italia e in ogni Stato membro. Parliamo di ciò che entra in cucina, in dispensa, nello zaino dei vostri figli. È qui che si gioca una parte importante della nostra esposizione quotidiana.
Il divieto è ampio, accompagnato da scadenze transitorie per svuotare gradualmente il mercato senza scossoni per la filiera, e prevede sole deroghe molto ristrette legate a casi in cui al momento non esistono alternative sicure. Tradotto: l’industria deve sostituire il BPA nei rivestimenti interni delle lattine, nelle plastiche e nelle resine epossidiche destinate agli alimenti, rispettando tempi precisi e condizioni severe. Nei paragrafi che seguono mettiamo in ordine che cosa è successo, chi è coinvolto, dove vale, quando scadono i passaggi e perché si è arrivati qui.
Che cos’è il bisfenolo A e dove lo incontriamo
Il BPA è un composto usato per fabbricare alcune plastiche e resine. Lo trovate per esempio nel policarbonato (dispenser d’acqua, contenitori rigidi, borracce riutilizzabili) e nelle resine epossidiche che rivestono l’interno di molte lattine e cisterne. Una quota minuscola può migrare negli alimenti, ed è il motivo per cui le autorità scientifiche ne seguono da anni la valutazione del rischio.
Negli anni, reti europee di biomonitoraggio hanno misurato il BPA nelle urine dei cittadini: nell’iniziativa HBM4EU è stato rilevato nel 92% degli adulti coinvolti in 11 Paesi, con livelli spesso superiori alle soglie di sicurezza aggiornate. Nello stesso solco, l’UE aveva già vietato il BPA nella carta termica degli scontrini dal 2020. Questi tasselli spiegano l’accelerazione regolatoria: ridurre l’esposizione alla fonte, cioè dove il contatto con il cibo è diretto.
Il divieto UE: cosa prevede e quando
Il Regolamento (UE) 2024/3190 proibisce l’uso di BPA e suoi sali nella fabbricazione dei MOCA e vieta l’immissione sul mercato di MOCA fabbricati con BPA. Il campo di applicazione copre adesivi, gomme, resine a scambio ionico, plastiche, inchiostri da stampa, siliconi, vernici e rivestimenti. Non è un semplice limite di migrazione: è un divieto d’uso con estensione anche ai “altri bisfenoli pericolosi” dotati di specifiche classificazioni armonizzate per pericolosità.
Le scadenze: per i MOCA monouso prodotti con BPA che rispettavano le vecchie regole è consentita l’immissione sul mercato fino al 20 luglio 2026; in due casi (conserve di frutta/verdura e prodotti della pesca; vernici/rivestimenti con BPA solo sulla superficie esterna del metallo) il termine si estende al 20 gennaio 2028. Il cibo può essere riempito e sigillato entro 12 mesi dopo la scadenza transitoria; le scorte confezionate possono essere vendute fino a esaurimento. Per i MOCA riutilizzabili, la prima immissione sul mercato è possibile fino al 20 luglio 2026; se usati come attrezzature professionali (es. stampi per pasticceria, guarnizioni), la finestra arriva al 20 gennaio 2028 e gli articoli già immessi possono restare in commercio fino al 20 gennaio 2029.
Le eccezioni (poche e sorvegliate)
Il regolamento ammette due sole eccezioni tecniche quando non esistono sostituti equivalenti: uso di BPA per (1) membrane di filtrazione in polisulfone nei sistemi di filtrazione (componenti in plastica) e (2) resine epossidiche liquide applicate su MOCA autoportanti con capacità >1.000 litri (es. grandi serbatoi). In entrambi i casi la migrazione deve essere non rilevabile e gli articoli devono essere lavati e flussati prima del primo contatto con alimenti.
Il pacchetto normativo abroga il precedente Regolamento (UE) 2018/213 e modifica il Regolamento (UE) n. 10/2011 sulle plastiche a contatto con alimenti, chiudendo le principali vie d’uso del BPA nella catena alimentare. Per chi opera nel packaging o nella ristorazione significa rivedere formulazioni, capitolati, forniture e dichiarazioni di conformità.
Italia ed Europa allargata: dove si applica
Essendo un regolamento UE, la norma è direttamente applicabile in Italia senza bisogno di recepimenti nazionali. Inoltre, il 2 ottobre 2025 l’Area economica europea (SEE) ha formalizzato l’inclusione nell’ordinamento EEA: il divieto si estende quindi anche a Norvegia, Islanda e Liechtenstein tramite decisione del Comitato misto SEE, pubblicata nella serie L della Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Per chi importa o esporta MOCA nell’UE o nel SEE, il quadro è univoco: stop all’uso di BPA e dei bisfenoli pericolosi individuati, controllo dei fornitori, aggiornamento delle dichiarazioni MOCA e, dove necessario, ritiro programmato delle giacenze che non rispettano le nuove regole entro i termini transitori.
Perché si parla di “minaccia silenziosa”
Il motivo di fondo è sanitario. Gli scienziati europei hanno aggiornato la valutazione del rischio sul BPA in ambito alimentare riducendo drasticamente la soglia di sicurezza rispetto al passato, con particolare attenzione a possibili effetti sul sistema immunitario. A fronte di questa revisione, la Commissione ha scelto il divieto d’uso nei MOCA, misura più efficace di un semplice limite di migrazione.
Il quadro sull’esposizione reale delle persone ha fatto il resto: nelle campagne di biomonitoraggio umano coordinate in Europa il BPA è stato riscontrato nel 92% dei partecipanti adulti (11 Paesi), con superamenti diffusi delle soglie aggiornate. È un dato che non fa sensazionalismo ma racconta quanto l’esposizione possa arrivare da piccoli contributi sommati nel tempo.
“BPA‑free” non basta: attenzione ai sostituti
Un’etichetta “BPA‑free” non equivale automaticamente a sicurezza. In assenza di BPA, alcuni prodotti hanno usato altri bisfenoli (come BPS o BPF). Il nuovo regolamento non si limita al solo BPA: estende i divieti anche a “altri bisfenoli pericolosi” con specifiche classificazioni armonizzate, e incarica EFSA ed ECHA di aggiornare le linee guida per la valutazione dei bisfenoli diversi dal BPA. La direzione è chiara: evitare sostituzioni sbagliate.
Per voi, consumatori e operatori, significa due mosse semplici: preferire vetro e acciaio per gli usi caldi o prolungati, e chiedere ai fornitori dichiarazioni di conformità MOCA aggiornate citando il Regolamento (UE) 2024/3190. L’adozione di materiali alternativi ha senso se è sostenuta da prove di sicurezza e da documentazione completa, non da soli claim commerciali.
Domande pratiche: cosa cambia nella vita di tutti i giorni
Posso consumare alimenti in lattina in vendita ora? Sì, i prodotti confezionati nel rispetto delle finestre transitorie restano commercializzabili fino a esaurimento scorte. Le nuove produzioni devono migrare verso rivestimenti senza BPA e senza bisfenoli pericolosi, salvo le deroghe tecniche già descritte. Contano le date di produzione/riempimento e l’aderenza delle aziende alle scadenze.
Sono obbligatorie nuove etichette per indicare l’assenza di BPA? No. L’assenza di BPA discende per legge dall’applicazione del Regolamento 2024/3190: non serve un bollino per confermare un obbligo normativo. Molto più utile, per chi acquista professionalmente, è farsi consegnare dichiarazioni di conformità aggiornate e rapporti di prova pertinenti, soprattutto per i materiali che restano sul mercato grazie alle deroghe o alle transizioni.
