Musica e inclusione viaggiano insieme nel progetto A.M.I. – Attività Musicali Inclusive, promosso dall’Associazione Maria Malibran guidata da Raffaella Ambrosino. Giovani under 35 con disabilità diventano protagonisti del palco, in un percorso condiviso che attraversa Campania, Sicilia, Basilicata e Lombardia, trasformando l’energia dei concerti in opportunità concrete.
Un progetto che mette i giovani al centro
Al centro di A.M.I. c’è l’inclusione sociale e artistica dei giovani under 35 con disabilità: non semplici ospiti, ma veri protagonisti creativi della scena. Ispirato al Sistema Abreu, il progetto favorisce la nascita di ensemble corali e orchestrali misti, tra cui il Coro Enrico Caruso e l’Orchestra Ezio Bosso, affiancati dalla collaborazione con l’Orchestra Giovanile Quattro Ottavi di Milano. Qui la pratica musicale diventa esperienza condivisa, capace di ridefinire ruoli e aspettative, restituendo alla platea l’immagine di un palcoscenico che accoglie ogni talento e lo porta a compimento.
La guida di Raffaella Ambrosino, presidente dell’Associazione Maria Malibran, imprime una direzione chiara: diffondere in modo capillare la cultura dell’inclusione artistica, dare valore alla creatività, sostenere l’ingresso e la permanenza dei giovani nel mondo dello spettacolo dal vivo. Per arrivarci, A.M.I. cura la sostenibilità organizzativa, economica e sociale del percorso, e promuove buone pratiche di accessibilità rivolte non solo agli artisti, ma anche a chi ascolta. Ogni concerto diventa così un patto di responsabilità, una promessa di equità che passa dalla musica e arriva alla comunità.
Dalle prove alla scena: ensemble misti, buone pratiche e una rete che sostiene
A.M.I. integra le proprie attività inclusive nelle stagioni artistiche ordinarie, senza creare contenitori separati: è nella normalità del cartellone che l’esperienza si compie. Questa scelta, unita a una qualità interpretativa sempre alta, rende il progetto riconoscibile e credibile, sostenuto da una rete di collaborazioni istituzionali e territoriali che ne amplifica l’impatto. È un lavoro corale che unisce professionalità diverse e le fa convergere su un obiettivo condiviso: rendere l’arte un luogo accessibile, bello e partecipato.
L’approccio adottato assume la diversità come risorsa culturale e motore di innovazione artistica, superando ostacoli fisici e sociali che troppo spesso escludono. La pratica musicale, in questo quadro, diventa occasione di crescita personale e di benessere psicofisico, e agisce sulla coesione della comunità. La rassegna concertistica diffusa in quattro regioni ne è l’espressione concreta: portare le esecuzioni in territori diversi significa moltiplicare le possibilità di incontro, ampliare lo sguardo e restituire a ogni pubblico una storia in cui riconoscersi.
Un calendario che attraversa le regioni
Il viaggio prosegue tra novembre e dicembre, quando il programma varca i confini regionali. Il 16 novembre è previsto “SuonAMI 4Ottavi tra Inclusione e Emozione” al Magazzino Musica di Milano, incontro tra energie giovani e repertori condivisi. Il titolo “Ma L’Amor Mio Non Muore, La Vera Storia di Maria Callas” torna in scena il 4 dicembre nella Cappella dei Celestini di Potenza e il 13 nella chiesa di Santa Rosalia a Terrasini (Palermo), proseguendo un racconto che attraversa luoghi e sensibilità. Ogni tappa aggiunge una sfumatura, uno sguardo diverso, la stessa promessa di inclusione.
Guardando a ottobre, il mese si chiude il 28 con “Ma L’Amor Mio Non Muore, La Vera Storia di Maria Callas”, liberamente ispirato al libro di Renzo Allegri con testo di Vincenzo De Luca, messo in scena nella Cappella della Sala della Musica di Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano. In scena Monsignor Doriano, l’attrice Antonella Morea, il controtenore Andrea Ambrosino nel ruolo del musico della “Manon Lescaut”, e la soprano e attrice Raffaella Ambrosino nei panni di Maria Callas, affiancati dall’ensemble vocale femminile A.M.I., dal pianoforte di Canio Fidanza e dalla regia di Carlo Cerciello. Una narrazione musicale intensa, dove la memoria incontra la scena.
Pochi giorni prima, il 23 ottobre, nella stessa Cappella della Sala della Musica di Villa Vannucchi, va in programma “Il Sogno di Burney”, con musiche di Purcell, Haendel, Cimarosa e Jommelli, e con il soprano Raffaella Ambrosino nel ruolo della regina Mab, per la regia di Riccardo Canessa. Il 20 ottobre tocca a “Notte di luce”, ancora con il coro e l’orchestra A.M.I. e con gli adattamenti musicali firmati da Riccardo Iozzia Ambrosino, sempre a San Giorgio a Cremano. A inaugurare il cartellone è “SuonAMI 4Ottavi tra Inclusione e Emozione” nella Sala della Loggia del Maschio Angioino, con il coro e l’orchestra A.M.I., il coro Corolato e l’Orchestra Giovanile Quattro Ottavi, dedicato a Enrico Caruso e a Ezio Bosso, con gli arrangiamenti del compositore Riccardo Iozzia Ambrosino.
Formazione certificata e riconoscimenti
Il progetto promuove percorsi formativi su misura, con certificazione delle competenze musicali in linea con il Quadro europeo delle Qualifiche (EQF), così da garantire un accesso qualificato e concreto alle professioni artistiche. La formazione non è un accessorio, ma parte del disegno complessivo: accompagnare ogni giovane a trovare la propria voce, a misurarsi con il palco e con sé stesso. In questo orizzonte l’arte diventa strumento di emancipazione, occasione per attraversare barriere e ritrovare equilibrio, dignità, prospettiva.
A completare il disegno, A.M.I. istituisce un Premio Speciale dedicato a un artista con disabilità di rilievo nazionale e internazionale: la prima edizione è rivolta al tenore Andrea Bocelli. È un gesto simbolico e concreto insieme, che dialoga con la rassegna distribuita tra Campania, Sicilia, Basilicata e Lombardia e ribadisce la coerenza tra qualità artistica e missione sociale. Perché l’inclusione, quando si fa musica, non è un’idea: è una pratica quotidiana che si sente, si vede, si vive.
