Nel cuore di Ivrea, il Curiosity Cube ha portato scienza e stupore tra i più giovani, trasformando Piazza Ottinetti in un luogo d’incontro tra esperimenti, domande e storie. Un laboratorio su ruote che chiude un viaggio e ne apre un altro, dentro la curiosità di chi domani disegnerà il nostro mondo.
Un finale che profuma di futuro
La scena è semplice e potente: un container trasparente, apparecchiature lucide, taccuini stretti tra le dita, gli occhi spalancati. È qui che il Curiosity Cube, laboratorio scientifico mobile di Merck, ha portato l’ultima tappa del tour europeo 2025, con un allestimento alimentato a energia solare e pensato per accendere domande, non per dare risposte preconfezionate. Lo confermano i resoconti ufficiali diffusi dall’agenzia Adnkronos, che segnalano proprio a Ivrea la chiusura del percorso europeo di quest’anno. L’aria è quella dei giorni importanti: niente passerella, solo mani alzate e voglia di capire.
A colpire è l’approccio: un’esperienza immersiva disegnata per studenti dalla quarta primaria alla terza media, in cui la tecnologia quotidiana diventa strumento e non distrazione. È il punto sottolineato da Stefania Bertone, Site Head di Merck Ivrea, quando invita a usarli in modo consapevole: telefoni, computer, tablet possono aprire strade, non chiuderle. Questo impianto educativo, spiegato nelle note e nelle interviste rilanciate da Adnkronos, traccia un ponte concreto tra curiosità e scelta formativa. Il resto lo fanno lo sguardo dei ragazzi e la pazienza degli scienziati che li accompagnano.
Tre anni di partecipazione che parlano chiaro
I numeri, quando sono radicati nelle persone, raccontano più di un comunicato. In tre anni a Ivrea hanno partecipato oltre mille studentesse e studenti delle scuole del territorio; nell’edizione 2025 ne sono passati quattrocento, uno dopo l’altro, tra giochi di logica e micro-esperimenti guidati. Sono dati ricordati da Stefania Bertone e ripresi dalle cronache di Adnkronos, che danno la misura di un impegno cresciuto con la comunità. Dentro quei numeri ci sono voci, esitazioni, persino errori utili: materia viva per imparare.
Le famiglie hanno risposto con calore e le classi con entusiasmo, e non è un’impressione. In più occasioni, le stesse fonti aziendali citate da Adnkronos hanno raccolto giudizi positivi dagli insegnanti: una valutazione che sfiora l’unanimità e che, nelle rilevazioni più recenti, dichiara un gradimento altissimo per la formula “provare per capire”. In parallelo, il percorso prevede anche la “Curiosity Question”, la domanda che ciascun ragazzo porta con sé e affida al dialogo con i tutor, per allenare il coraggio di chiedere prima ancora di rispondere.
Scuola, comunità, impresa: l’alleanza che conta
Nulla di tutto questo sta in piedi da solo. Qui il ruolo della città è stato decisivo: patrocinio del Comune di Ivrea, sostegno di Confindustria Canavese, un coordinamento che ha permesso l’installazione in Piazza Ottinetti e l’accesso gratuito per gli istituti coinvolti. È la linea ribadita da Bertone, che parla di corresponsabilità educativa: ciascuno porta un pezzo, insieme si costruisce il cammino. Lo hanno messo nero su bianco i lanci di Adnkronos, confermando la scelta di aprire le porte a chi la scienza la vorrà abitare domani. Quando scuola e territorio remano nella stessa direzione, le possibilità si moltiplicano.
Dietro le quinte c’è un’architettura di volontariato aziendale che non si improvvisa. Il progetto rientra in SPARK, programma globale che unisce i dipendenti Merck Life Science in attività per la comunità; le pagine istituzionali raccontano di giornate donate e di strumenti messi a disposizione, con la possibilità per i team di dedicare fino a sedici ore di volontariato retribuito ogni anno. Lo ricorda anche la managing director italiana dell’azienda, spiegando come il Curiosity Cube sia il volto più riconoscibile di un ecosistema educativo più ampio, costruito nel tempo e portato nelle scuole con continuità.
Un percorso pensato per chi cresce nell’era digitale
L’edizione 2025 ha scelto un tema che attraversa la quotidianità di tutti: l’intelligenza artificiale. Le tappe nel container mostrano, con il linguaggio del gioco, tre chiavi di lettura: distinguere immagini autentiche da quelle generate dall’AI; capire come funziona la guida autonoma con piccoli robot; confrontare in modo semplice il modo in cui apprendono cervello umano e algoritmi. È una mappa chiara, sintetizzata nelle comunicazioni aziendali e nelle interviste rilanciate da Adnkronos. Non si tratta di stupire, ma di dare forma alla curiosità con gesti semplici e memorabili.
Il viaggio del Curiosity Cube non si esaurisce tra le Alpi piemontesi. Dal 2017 a oggi ha raggiunto centinaia di migliaia di giovani in più Paesi, e il calendario 2025 ha previsto oltre centotrenta tappe in tredici nazioni europee, con l’arrivo per la prima volta anche nel continente africano. È la cornice delineata in una nota aziendale diffusa ai media e ripresa da Adnkronos, che racconta l’ambizione di un progetto nato per allargare l’accesso alla cultura scientifica. Una rotta lunga, tessuta di soste brevi e cambi duraturi.
Dal calendario al cuore della cittu00e0
Le date italiane aiutano a dare misura al racconto: Segrate dal 14 al 16 ottobre e Ivrea dal 20 al 22 ottobre, con Piazza Ottinetti trasformata in aula all’aperto. Le comunicazioni ufficiali hanno indicato l’AI come filo conduttore di questa edizione, mentre gli operatori in campo hanno guidato gli studenti passo dopo passo tra esperimenti e riflessioni. Sono coordinate confermate dai lanci dell’agenzia Adnkronos, che collocano sul calendario luoghi, contenuti e pubblico del progetto. Segnare le date, qui, significa mettere promemoria di futuro.
La tappa eporediese non è stata una fermata qualsiasi: ha chiuso ufficialmente il percorso europeo del 2025, consegnando alla città un ruolo simbolico e operativo insieme. La sintesi è nelle parole di Stefania Bertone, affidate alle cronache di Adnkronos, che legano il risultato alla collaborazione tra scuole, comunità e impresa e alla scelta di presidiare una piazza centrale, accessibile e riconoscibile per tutti. Quando la scienza abita i luoghi di tutti, la distanza tra laboratorio e vita quotidiana si accorcia.
Domande che ci siamo portati a casa
Che cos’è, in concreto, il Curiosity Cube? È un laboratorio mobile allestito in un container trasparente, alimentato a energia solare e organizzato da Merck Life Science. Dentro si sperimenta davvero: si tocca, si osserva, si sbaglia e si riprova. È progettato per ragazze e ragazzi dalla quarta primaria alla terza media, con attività guidate da professionisti che rendono la scienza accessibile e vicina alla vita di tutti i giorni.
Perché proprio Ivrea ha assunto un valore speciale? Perché qui si è chiuso il tour europeo del 2025 e perché la città ha fatto squadra: patrocinio del Comune di Ivrea, supporto di Confindustria del Canavese, una piazza centrale come Piazza Ottinetti e un progetto gratuito per le scuole. Una combinazione che ha reso l’esperienza non solo possibile, ma pienamente condivisa, restituendo alla comunità un luogo di apprendimento aperto e partecipato.
Qual è stato il tema di quest’anno e come è stato raccontato ai ragazzi? Il filo rosso è stata l’intelligenza artificiale. Tre le esperienze simbolo: riconoscere immagini reali e generate, capire la logica della guida autonoma con piccoli robot, confrontare i meccanismi dell’apprendimento umano e algoritmico. Stesso obiettivo per tutte: trasformare la curiosità in competenza, attraverso gesti semplici, concreti, ricordabili anche fuori dal container.
Quante persone hanno partecipato a Ivrea e qual è stato il riscontro? Nei tre anni di attività sul territorio eporediese hanno partecipato oltre mille studenti; nell’edizione 2025 i partecipanti sono stati quattrocento. Il riscontro, raccontato da famiglie e insegnanti, è stato ampiamente positivo, con un gradimento molto alto per la dimensione pratica delle attività e per la presenza costante degli scienziati al fianco degli studenti.
Un’ereditu00e0 da custodire, giorno dopo giorno
Il valore di un progetto non si misura solo con i numeri, ma con la scia che lascia nei pensieri di chi lo attraversa. A Ivrea abbiamo visto sguardi che cambiano di fronte a un circuito che prende vita, a un algoritmo che si svela, a una domanda che trova il coraggio di uscire dalla gola. È questa la vera notizia: la scienza restituita come esperienza quotidiana, concreta e possibile.
Da cronisti che camminano tra le persone, sappiamo che le trasformazioni durano quando diventano abitudine. Qui abbiamo incontrato una città, un’azienda e una rete di scuole che hanno scelto di coltivare, insieme, una palestra di curiosità. Se vogliamo un domani più preparato e giusto, la strada passa da qui: investire nelle Stem come investimento su ciascun ragazzo, con costanza, sobrietà e coraggio. E tornare, ogni anno, a far entrare la scienza nelle mani di chi la renderà migliore.
