Veneto batte un colpo deciso anche online: il racconto digitale che lo riguarda vibra di fiducia, speranza e orgoglio, secondo una nuova analisi presentata a Padova. Un mosaico di voci che, nell’arco di un anno, tratteggia una regione che sa parlare di sé con chiarezza, energia e visione.
Un anno di voci digitali: numeri, luoghi, protagonisti
La ricerca “Tra identità e percezione: il Veneto raccontato dai social”, firmata da SocialCom con la tecnologia di SocialData, prende in esame dodici mesi di conversazioni online, da ottobre 2024 a settembre 2025, per oltre 1,2 milioni di contenuti e 32 milioni di interazioni. Il quadro risulta ampiamente positivo, con l’80% dei commenti orientati in chiave favorevole: prevalgono fiducia, orgoglio e speranza, sentimenti che restituiscono un’immagine coesa del territorio. Lo studio è stato presentato oggi, lunedì 20 ottobre 2025, durante “Direzione Nord Est – Una Nuova Era” al Palazzo della Salute di Padova.
Nella cornice dell’evento, la presentazione è stata affidata a Luca Ferlaino, presidente di SocialCom, con un’attenzione mirata al rapporto tra identità regionale e percezione pubblica: agricoltura, industria e Made in Italy emergono come i tre cardini del racconto che si propaga sui social. Non una vetrina, ma un sistema narrativo che mette in dialogo comunità, amministrazioni e imprese, con un ruolo crescente di TikTok e LinkedIn per i pubblici più giovani e per il mondo produttivo.
Dove si forma l’attenzione: piattaforme e linguaggi che contano
Il contesto nazionale aiuta a leggere i dati veneti. Secondo il report Digital 2025 di We Are Social, ripreso da ANSA, in Italia il 90% della popolazione è connesso, con 42 milioni di utenti attivi sui social e un utilizzo medio di sei ore al giorno; TikTok è la piattaforma su cui si spende più tempo, quasi 30 ore al mese, davanti a YouTube e Instagram. È in questo scenario che il Veneto costruisce il proprio racconto, intercettando pubblici e formati differenti.
L’Osservatorio Agcom (primo trimestre 2025) registra 44,55 milioni di italiani online e segnala dinamiche selettive tra i social: crescita per TikTok, sostanziale tenuta per Instagram, segnali più cauti per altre piattaforme; LinkedIn resta un presidio strategico per relazioni professionali e impresa, pur in un quadro competitivo più maturo. In questo ambiente, la scelta dei canali non è accessoria: significa adottare linguaggi, tempi e comunità differenti, con ricadute immediate su reputazione e partecipazione.
I pilastri del racconto: agricoltura, industria, Made in Italy
Il comparto agricolo guida la narrazione positiva. Vino, frutta, ortaggi e tabacco compongono un lessico riconoscibile, con il vino che agisce da marchio identitario e leva reputazionale globale. Nel 2024, secondo Coldiretti Veneto su analisi Centro Studi Divulga, l’export vinicolo regionale ha toccato per la prima volta i 3 miliardi di euro: il “sistema Prosecco” trascina la crescita, mentre Verona resta roccaforte dei grandi rossi. La spinta economica e simbolica che ne deriva alimenta, sui social, orgoglio e riconoscibilità.
Accanto all’agroalimentare, la struttura industriale veneta sostiene e amplifica il racconto di territorio operoso. I dati Unioncamere Veneto fotografano un 2024 ancora complesso per la manifattura (-1,4% su base annua), con un lieve rimbalzo nell’ultimo trimestre (+0,5% congiunturale). Al tempo stesso, l’area resta fra le più aperte al mondo: per Confindustria Veneto Est interscambio pari al 73% del Pil e terzo posto nazionale per export di beni. Un’identità produttiva che, benché provata da dazi e rallentamenti dei partner europei, continua a esprimere energia competitiva e voglia di futuro.
Volti, simboli e community: chi orienta il discorso online
Nei dodici mesi analizzati, la conversazione veneta ha i suoi protagonisti. In testa per interazioni è Luca Zaia con circa 2,9 milioni di engagement; lo segue Matteo Salvini (quasi 1 milione) e, tra i volti legati al territorio, spicca Federica Pellegrini. Il dato, attribuito all’analisi SocialCom–SocialData, si inserisce in una tendenza ben più ampia, che vede i profili personali incidere con forza sulla rappresentazione pubblica della regione, con effetti di trascinamento sulle community locali.
Il ruolo di Zaia nell’arena digitale è confermato anche da rilevazioni indipendenti: la classifica 2025 di DeRev lo indica come il presidente di Regione più efficace sui social, con una community complessiva di circa 2 milioni di follower e performance di interazione di primo piano, soprattutto su Instagram. Questi riscontri, letti insieme ai volumi del dibattito veneto, aiutano a capire perché figure di riferimento riescano a catalizzare attenzione, ridefinendo linguaggi e priorità anche quando i temi sono economici o istituzionali.
Capire il “positivo”: metodo, lettura critica e cornice italiana
Il “positivo all’80%” non è un’impressione: nasce da tecniche di analisi del linguaggio naturale applicate a oltre 1,2 milioni di contenuti e a 32 milioni di interazioni. La letteratura ricorda però che il sentiment online fotografa l’emotività espressa in pubblico e non sostituisce i dati socio‑economici. La stessa Agcom rileva come internet sia ormai il primo mezzo di informazione per gli italiani, mentre resta più alta la fiducia riposta in tv, radio e carta: un richiamo a contestualizzare i numeri e a integrarli con fonti professionali.
Una parte della ricerca accademica mette inoltre in guardia sulle distanze tra emozioni mostrate sui social e sentimenti vissuti nella realtà, specie per contenuti ad alta intensità emotiva. Tradotto: l’ottimismo che attraversa il racconto del Veneto è un segnale robusto, ma va incrociato con indicatori di benessere e competitività. In questa chiave, l’analisi Istat sul Benessere equo e sostenibile colloca le province venete nelle fasce alta e medio‑alta in metà degli indicatori considerati, componendo un quadro coerente con la percezione online.
Cosa imparano istituzioni e imprese: dal dato all’azione
Se agricoltura, industria e Made in Italy sono i motori della narrazione, la lezione operativa è chiara: raccontare filiere e persone. Per il vino, significa dare continuità alla reputazione costruita, puntando su sostenibilità, territorio e lavoro nei campi; per la manifattura, vuol dire spiegare innovazione, export e competenze con un linguaggio comprensibile su TikTok e autorevole su LinkedIn. Il dato non è un trofeo da esibire ma uno strumento: aiuta a capire quali storie smuovono attenzione e partecipazione, e in quali luoghi digitali farle vivere.
Risposte lampo alle domande che ci avete fatto
L’80% di sentiment positivo è realistico o edulcora la realtà? È un esito emerso da un anno di analisi SocialCom–SocialData su 1,2 milioni di contenuti e 32 milioni di interazioni: indica che le conversazioni sul Veneto, nell’insieme, esprimono fiducia e orgoglio più spesso di quanto non mostrino critiche. Non è una votazione sullo “stato della regione”, ma la misura di come gli utenti raccontano il Veneto online. Va dunque letto accanto ai dati economici e sociali per avere un quadro completo e responsabile.
Perché proprio TikTok e LinkedIn vengono considerati strategici? Perché, in Italia, l’uso dei social è pervasivo e il tempo speso su TikTok è il più alto tra le piattaforme; al contempo, LinkedIn resta il luogo dove imprese e professionisti costruiscono relazioni e reputazione. La combinazione consente di parlare sia ai pubblici giovani e generalisti, sia agli stakeholder economici. I numeri di Agcom e del report Digital 2025 aiutano a capire il perché della scelta e a calibrare linguaggi diversi per obiettivi diversi.
Qual è la leva più solida per promuovere il Veneto all’estero? L’agroalimentare, con il vino come ambassador naturale, ha una potenza simbolica e commerciale difficile da eguagliare: lo confermano i risultati 2024 dell’export vinicolo e la centralità del “sistema Prosecco”. Ma a reggere l’immagine internazionale concorrono anche manifattura e servizi, con un’integrazione fra brand territoriali e filiere innovative. Raccontare questo intreccio, con dati e storie, rende l’attrattività più credibile e duratura sui mercati.
Quali rischi corre il racconto digitale del Veneto nei prossimi mesi? La volatilità del contesto globale può incidere sulla percezione: dazi, rallentamento dei partner europei e cicli industriali complessi pesano su export e fiducia. Gli osservatori economici regionali segnalano un quadro in recupero ma ancora fragile: proprio per questo, la comunicazione dovrà restare trasparente, fondata su dati verificabili e su impegni concreti, evitando slogan. Una narrazione solida nasce dall’allineamento tra promesse, risultati e ascolto delle community.
Un sussurro che diventa identità condivisa
Ci piace pensare che questo Veneto, raccontato in rete, non sia un racconto “truccato”, ma una fotografia in movimento: una moltitudine di gesti quotidiani che, assieme, fanno immagine pubblica. L’analisi di SocialCom e SocialData, incastonata nel dialogo aperto di “Direzione Nord Est” a Padova, mostra che la regione sa prendersi la scena senza gridare, con la forza di filiere che lavorano, istituzioni che ascoltano e comunità che partecipano. È qui che si misura il passo di un territorio: nel modo in cui sa dirsi e sa capirsi.
