Nella notte tra lunedì e martedì, il centro di Eindhoven si è fermato davanti a un’ondata azzurra: circa 180 tifosi del Napoli sono stati fermati dalla polizia a poche ore dal confronto di Champions League con il Psv. Un episodio che pesa sull’attesa del match e interroga tutti: sicurezza, passione, limiti.
La notte dei fermi
Le volanti hanno attraversato le strade del centro mentre i cori sfilavano tra bar e piazze. Gli agenti hanno individuato un grande gruppo di sostenitori del Napoli, ritenuto in grado di creare disturbo all’ordine pubblico, e hanno proceduto ai fermi. In altre zone della città sono stati bloccati anche quattro tifosi del Psv, in episodi separati. Le prime ricostruzioni raccolte dalla stampa olandese e rilanciate da testate italiane hanno confermato numeri e contesto, collocando la vicenda nella fase di avvicinamento alla partita di martedì 21 ottobre 2025.
Secondo quanto riferito dalle autorità, gli agenti avrebbero invitato il gruppo a allontanarsi dal centro; la richiesta, però, non avrebbe avuto seguito. Da qui la scelta di procedere con fermi effettuati in chiave preventiva sulla base del regolamento comunale che disciplina gli assembramenti. I sostenitori, trasferiti in autobus, sono stati condotti alla stazione di polizia di Mathildelaan per l’identificazione e gli interrogatori; alcune persone, stando alle stesse fonti, non avrebbero avuto il biglietto per l’incontro. Una procedura fredda, quasi amministrativa, che racconta tuttavia una notte tesa.
La cornice di sicurezza straordinaria
Alla vigilia, il sindaco di Eindhoven, Jeroen Dijsselbloem, aveva già dichiarato una “zona di rischio per la sicurezza” nel cuore cittadino e nell’area attorno allo stadio, misura che consente controlli e perquisizioni preventive. Una decisione che fotografa l’attenzione delle istituzioni su un evento giudicato sensibile e che ha dato agli agenti strumenti più ampi per intercettare materiale pericoloso e disperdere eventuali gruppi ritenuti problematici. Un cordone sanitario intorno alla città in nome della prudenza.
La partita tra Psv e Napoli, valida per la terza giornata della fase a gironi, è stata inquadrata fin da subito come ad alto rischio. Le forze dell’ordine si aspettavano l’arrivo di sostenitori “a rischio elevato” in numero consistente e, per questo, hanno modulato presenze e controlli nel corso della serata. Il calcio d’inizio era fissato per le 21:00 locali, un orario che spesso coincide con picchi di afflusso nelle aree della movida e nelle vie che conducono allo stadio.
Numeri, biglietti e movimenti in città
Secondo le informazioni circolate nelle ultime ore, al settore ospiti sarebbero stati destinati 1.600 biglietti, tutti esauriti, con la possibilità che in città fossero presenti ulteriori sostenitori italiani senza tagliando. Una parte dei fermati, infatti, non ne sarebbe stata in possesso. Un dettaglio non marginale: quando l’attesa cresce oltre i posti disponibili, le traiettorie dei gruppi si fanno meno prevedibili e l’equilibrio tra festa e disordine diventa più fragile.
Dalla questura è filtrato che i tifosi sarebbero stati rilasciati in mattinata, all’esito delle procedure di identificazione. La polizia ha precisato che non si sono registrate risse: la scelta dei fermi avrebbe avuto la finalità di prevenire possibili scontri prima che degenerassero. Una tattica di contenimento che lavora sul “prima”, accettando l’impopolarità del gesto in nome di un dopo più sicuro.
Le voci ufficiali
Dalle comunicazioni diffuse nella notte emerge il ritratto di un gruppo numeroso e di un clima acceso, con richieste di disperdersi rimaste senza risposta. Il riferimento normativo richiamato dagli agenti è quello del regolamento comunale sugli assembramenti, che consente interventi mirati quando, per dimensione e comportamento, un gruppo può turbare la serenità della città. Non una sentenza, ma un intervento che fotografa un rischio.
La stessa notte, lontano dal concentramento azzurro, sono stati fermati anche quattro sostenitori del Psv, sempre per condotte ritenute idonee a creare disagi. La gestione è stata affidata all’unità di Oost-Brabant, che ha distribuito pattuglie e controlli in più punti del tessuto urbano per evitare incroci rischiosi. Tratti separati di una mappa in movimento, collegati da un unico obiettivo: riportare la città alla sua normalità.
Domande rapide per capire
Perché i fermi sono stati così numerosi? Le autorità avevano definito un perimetro di massima allerta intorno al match e segnalato un possibile rischio di scontri. La dichiarazione di “zona di rischio per la sicurezza” ha ampliato i poteri di controllo e, di fronte a un gruppo ampio e giudicato problematico, la polizia ha applicato il regolamento comunale sugli assembramenti, optando per fermi preventivi allo scopo di evitare degenerazioni.
I tifosi del Psv sono stati coinvolti? Sì, ma in episodi distinti: quattro sostenitori del Psv sono stati fermati in altre zone di Eindhoven, senza contatto diretto con il gruppo partenopeo. La dinamica, stando alle ricostruzioni disponibili, rimanda a comportamenti ritenuti idonei a creare disturbo, affrontati con interventi puntuali e separati per evitare sovrapposizioni e aggravamenti della situazione.
Che cosa accadrà ai tifosi trattenuti? Dopo il trasferimento in autobus alla stazione di polizia di Mathildelaan, sono stati identificati e ascoltati. Dalle informazioni rese note nella notte e nelle prime ore del mattino, è previsto il rilascio in giornata, salvo ulteriori necessità investigative. La sottolineatura delle autorità resta la stessa: nessuna rissa documentata, intervento impostato per prevenire scenari peggiori a poche ore dal fischio d’inizio.
Un finale che interroga tutti, oltre il risultato
Questa storia, che si muove tra passione e ordine pubblico, ricorda quanto sottile sia il confine quando il calcio accende le città. Da cronisti, abbiamo incrociato le voci della polizia locale, le sintesi dell’agenzia Anp rilanciate da Ansa, i dettagli operativi raccolti da testate come NL Times e le note di contesto diffuse dalla stampa internazionale. In ognuno di questi tasselli c’è la stessa fotografia: una comunità in festa che, per restare tale, ha bisogno di regole chiare e applicate con equilibrio.
Non c’è vittoria che valga se, intorno, le persone non si sentono al sicuro. È da qui che riparte il racconto: dalle strade di Eindhoven al rettangolo di gioco, dall’abbraccio del tifo alla responsabilità di chi lo guida. Il calcio continua, la città si risistema, e noi restiamo dove la notizia respira davvero: tra le parole delle istituzioni e la vita delle persone che, di sera, scelgono il colore di una sciarpa per sentirsi parte di qualcosa di più grande.
