Tra show gastronomici, dialoghi senza posti assegnati e un tema che scuote le coscienze, la Social Dinner 2025 approda a Milano, ottava edizione di un format che unisce comunicazione e cibo. Un appuntamento che invita a guardare al piatto come gesto sociale, tra esperienze dal vivo e riflessioni sulla responsabilità digitale.
Il cuore della serata
In programma c’è una festa nel segno della tradizione: a Milano si rende omaggio al Mortadella Day, la giornata nazionale dedicata alla Mortadella Bologna IGP, che ufficialmente si celebra il 24 ottobre a Roma e che, per questa occasione, verrà vissuta anche nel capoluogo lombardo grazie a Maraki. Il racconto di salumi e formaggi prenderà forma con esibizioni dal vivo: Daniele Reponi, oste e salumiere, guiderà il percorso dedicato ai salumi con un tributo alla “regina rosa”, mentre il casaro Vincenzo Troia di Caseus metterà al centro la mozzarella e l’universo caseario.
La tavola sarà il punto di approdo di un lavoro corale: il menù verrà pensato e realizzato dallo chef della struttura, intrecciando i prodotti forniti dalle aziende partner, scelti per la loro qualità e per la capacità di raccontare le eccellenze del made in Italy. Non solo piatti, ma una trama di sapori che descrive il territorio e le sue competenze produttive, in equilibrio tra rispetto delle materie prime e ritmo dell’evento. Un’esperienza che unisce gusto, racconto e identità, in perfetta sintonia con lo spirito della serata.
Quando i social trasformano il cibo in attivismo consapevole
Il filo conduttore dell’edizione è racchiuso nel tema 2025, “Dal contenuto al comportamento: quando il cibo diventa attivismo”. Al centro c’è il potere dei social nel trasformare l’atto di mangiare in un gesto informato e responsabile, capace di attivare discussioni pubbliche e scelte concrete. Dai feed alle abitudini quotidiane, la conversazione si sposta dal racconto patinato alla consapevolezza, esplorando come i contenuti digitali possano orientare sensibilità, priorità e decisioni d’acquisto in modo misurabile e visibile. A partire dalle esperienze personali, il tema chiama in causa linguaggi, responsabilità e impatti.
Il talk attraversa storie, campagne e contenuti virali per osservare come chef, creator e consumatori stiano ridefinendo il rapporto tra alimentazione, sostenibilità e impegno sociale. La discussione prende le mosse da un dato scientifico: uno studio pubblicato su ScienceDirect evidenzia che i social media incidono sulle scelte alimentari sostenibili dei consumatori, influenzando consapevolezza e comportamenti in senso tanto positivo quanto negativo. Un punto di partenza che apre scenari concreti su responsabilità, efficacia dei messaggi e rischi di semplificazione. In questo quadro, il confronto mira a distinguere ispirazione, informazione e intrattenimento, senza perdere di vista l’impatto reale.
Ospiti e punti di vista
Voci autorevoli daranno corpo al dibattito, portando esperienze diverse ma complementari. Sul palco sono attesi l’Executive Chef Michele Cobuzzi, la PR & Communication Manager Food & Beverage Eleonora Barbone, il Food Lawyer Elio Palumbieri, la Biologa Nutrizionista Rita Califano e Alberto Lupini, Direttore di Italia a Tavola. Ciascuno offrirà una lente specifica su come i social possano influenzare il comportamento alimentare e ridefinire il concetto di sostenibilità, intrecciando pratica professionale, responsabilità comunicativa e sensibilità del pubblico. La loro prospettiva incrocia cucina, diritto, nutrizione, media e impresa, offrendo un quadro ricco e sfaccettato.
La pluralità dei ruoli consente di tenere insieme etica, comunicazione e produzione: chi cucina traduce i valori in piatti, chi racconta il cibo ne costruisce il linguaggio, chi tutela le regole ne presidia la correttezza, chi studia l’alimentazione misura impatti e bisogni, chi dirige una testata legge le tendenze. Insieme, queste competenze mettono a fuoco il passaggio dal contenuto al comportamento, esplorando le leve che trasformano una narrazione digitale in scelte quotidiane più consapevoli, senza perdere il contatto con realtà, filiere e persone.
Uno spazio di confronto che nasce dalla tavola
Guardare al presente della comunicazione significa scegliere temi capaci di intercettare i cambiamenti reali. È la direzione indicata da Valentina Pietrocola, co‑founder di Maraki, che sottolinea come ogni edizione nasca per stimolare un confronto concreto tra chi, ogni giorno, vive il cambiamento tra cibo e comunicazione. In questa tappa l’attenzione si sposta sul consumatore, oggi protagonista delle conversazioni digitali: attraverso i social scopre nuovi prodotti e ricette, ma anche valori e storie, e premia autenticità, qualità, trasparenza e responsabilità. Un pubblico più consapevole, che chiede coerenza.
Nella visione di Andrea Pietrocola, co‑founder di Maraki, la Social Dinner è innanzitutto un laboratorio di idee e relazioni. Ogni edizione diventa incontro tra mondi che dialogano attorno al cibo, alla comunicazione e alla società, lasciando che le connessioni nascano spontanee: nessun posto assegnato, solo la libertà di sedersi accanto a qualcuno di nuovo e avviare una conversazione capace di generare legami autentici. È qui che il dialogo prende forma, senza schemi. Una formula semplice, che incoraggia curiosità, ascolto e imprevisti felici, perché le migliori idee nascono spesso da incontri inattesi.
Dalle origini al presente
Nata nel 2018 da un’idea di Andrea e Valentina Pietrocola, fondatori dell’agenzia di comunicazione Maraki Srl, la Social Dinner è stata pensata per riunire attorno a una tavola aziende, social media manager, creator e giornalisti. L’obiettivo è creare connessioni e conversazioni autentiche sul mondo del cibo e della comunicazione digitale, mettendo a confronto esperienze e visioni che raramente si incontrano con questa intensità, in un contesto informale ma attento ai contenuti e alla qualità delle relazioni. Una cornice che mette al centro persone, idee e responsabilità condivise.
Giunta all’ottava edizione, la Social Dinner torna dopo il successo della tappa di Matera 2024, confermandosi tra gli appuntamenti di riferimento per chi opera al confine tra comunicazione e food. L’approdo a Milano rinnova la vocazione dell’iniziativa: mettere in relazione professionisti e realtà diverse, favorire uno scambio sincero e, soprattutto, guardare al cibo come veicolo di consapevolezza collettiva. È qui che il contenuto incontra il comportamento, in un dialogo capace di lasciare segni concreti nella vita di chi partecipa. Un percorso che continua a crescere, edizione dopo edizione.
