Milano ha accolto il Global Summit & User Congress 2025 di ZTE in un dialogo serrato tra tecnologia e territorio. Nelle sale del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, il confronto sull’intelligenza artificiale e sulle reti di nuova generazione ha incrociato la visione istituzionale della Lombardia e le strategie industriali che guardano al prossimo decennio.
Un summit che intreccia tecnologia e territorio
Due giorni, il 6 e 7 ottobre 2025, un tema diretto — “Expanding Intelligence, Creating Possibilities” — e una platea internazionale oltre le cinquecento presenze tra operatori, partner e stakeholder. È la misura del Global Summit & User Congress organizzato da ZTE a Milano, cornice ideale per discutere di trasformazione digitale anche grazie all’atmosfera del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, dove l’innovazione si lega alla memoria di ricerca e ingegno. Le comunicazioni ufficiali dell’azienda hanno fissato l’agenda e i toni di una conversazione che ha unito visione strategica e casi d’uso concreti.
Il Summit è partito dal presupposto che l’intelligenza artificiale e il calcolo avanzato non siano più filoni separati dalla connettività, ma motori complementari di un’unica traiettoria industriale. Da qui l’accento, ribadito sul palco, su reti capaci di adattarsi ai servizi, consumare meno energia e offrire esperienze misurabili, mentre il calcolo viene portato sempre più vicino agli utenti e ai processi produttivi. Una chiave di lettura che trova riscontro nella strategia “Connectivity + Computing”, punto cardine delle note diffuse a valle dell’evento e base per il percorso dei prossimi anni.
Milano e Lombardia, un laboratorio permanente
Nell’apertura dei lavori è intervenuto il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, richiamando la vocazione del territorio a tenere insieme università, centri di ricerca, imprese e istituzioni. Un terreno dove la collaborazione non è slogan ma pratica quotidiana, e dove l’investimento di un attore globale come ZTE viene letto come riconoscimento di una capacità concreta: unire conoscenza e saper fare, creatività e tecnologia. Nel suo saluto, Fontana ha invitato a trasformare il confronto tra pubblico e privato in energia pratica per il futuro, tracciando un nesso forte tra innovazione e qualità della vita dei cittadini.
Questa postura istituzionale si inserisce dentro una stagione lombarda che sta affrontando l’AI non solo come leva industriale ma anche come tema di formazione e servizi, con appuntamenti dedicati e momenti di lavoro con scuole, atenei e amministrazioni. È un orizzonte coerente con il tessuto produttivo della regione e con gli indirizzi resi pubblici nelle iniziative su intelligenza artificiale e nuove competenze, che in queste settimane hanno animato palazzi e luoghi della città.
Strategia ZTE: connettività e calcolo, una rotta comune
Al centro del Summit, la rotta indicata dall’amministratore delegato globale Xu Ziyang: puntare in modo integrato su connettività e computing, accelerando infrastrutture e piattaforme in grado di avvicinare l’AI ai processi di impresa e alla quotidianità. Nel dettaglio, ZTE ha messo in evidenza il lavoro su reti mobili più efficienti e gestite da algoritmi intelligenti, su architetture “core” con funzioni autonome sempre più spinte e su componenti ottiche e IP pensate per ridurre costi operativi e tempi di intervento, disegnando reti che nascono per essere misurate sui risultati.
Accanto all’infrastruttura, il capitolo calcolo intelligente ha mostrato soluzioni “full-stack” — dai server general purpose alle piattaforme per l’AI — affiancate da strumenti software per abbreviare i tempi di sviluppo applicativo. Nello stesso perimetro, l’azienda ha presentato funzioni che mirano a elevare il livello di automazione operativa delle reti e ha portato in Europa, per la prima volta, alcune anteprime come il Pre6G GigaMIMO e aggiornamenti del sistema Co‑Sight Super Agent. Tutti tasselli che, nelle intenzioni, compongono una catena capace di rendere scalabili le innovazioni per operatori e imprese.
Operatori, cloud, industria: il confronto nei panel
La conversazione ha messo allo stesso tavolo vertici dell’industria delle telecomunicazioni, del cloud e del calcolo per l’AI, con figure come il CEO di GSMA, John Hoffman, e il già Segretario Generale ITU Zhao Houlin, accanto ai Chief Technology Officer di Wind Tre e Fastweb. Tra i temi tecnici affrontati, il ruolo di tecnologie come mmWave, FWA e ISAC, l’adozione cloud‑native e gli scenari applicativi dell’AI sulle reti, in un susseguirsi di interventi che ha attraversato l’intera catena del valore, fino a toccare casi d’uso in ambito produttivo e servizi avanzati.
La densità dei contenuti si è tradotta in forum paralleli dedicati a RAN, rete fissa, intelligent computing e dispositivi, evidenziando come il dialogo tra operatori, fornitori e partner tecnologici stia già ridisegnando modelli operativi e metriche di successo. Un’attenzione particolare è andata alla misurabilità dell’esperienza utente e alla sostenibilità energetica delle reti, cardini ricorrenti nelle presentazioni tecniche e nelle dimostrazioni, a conferma di una stagione in cui innovazione e responsabilità operano in tandem.
La voce di Hu Kun e il ruolo dell’Italia nella mappa dell’innovazione
Nel corso della giornata, Hu Kun — CEO di ZTE Italia e Presidente Western Europe — ha ripercorso il radicamento ventennale dell’azienda nel Paese, ribadendo come l’Italia sia un tassello strategico, non solo mercato ma piattaforma di sviluppo e collaborazione industriale. Un messaggio che si inserisce nella linea di lungo periodo con cui la filiale italiana ha consolidato funzioni e competenze sul territorio, costruendo relazioni con operatori e filiere dell’innovazione che guardano alla diffusione concreta dell’AI.
Guardando avanti, Hu Kun ha indicato l’AI computing come area di contributo prioritario in Italia e in Europa, con l’obiettivo di migliorare l’intelligenza delle reti e l’efficienza dei servizi. Una traiettoria coerente con le accelerazioni viste nel 2025 sul fronte dei dispositivi e delle piattaforme software, che mostrano la volontà di unire calcolo, connettività e user experience in un unico disegno. Gli interventi diffusi alla stampa internazionale danno conto di questa strategia, a partire dalla partecipazione milanese e dagli annunci collegati ai congressi tematici.
Una sede che parla al presente: perché il Museo Leonardo è la scelta giusta
Scegliere il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” non è un vezzo: è un modo per ancorare il dibattito sull’AI a un luogo che da sempre mescola tecnica e visione umanistica. Gli spazi del Museo sono costruiti per ospitare convegni e grandi eventi, affiancando alla parte congressuale esperienze guidate nelle gallerie e nelle aree simbolo, dalla sala del Cenacolo al sottomarino Enrico Toti. Una logistica che consente di vivere l’innovazione come esperienza, non solo come parola detta al microfono.
I numeri aiutano a capire il perché di questa scelta: nel 2024 il Museo ha superato i 600mila visitatori, con circa 90mila ospiti per eventi, a testimonianza di una capacità di accoglienza e di partecipazione che lo rende naturale punto di incontro per la comunità dell’innovazione. Portare qui un confronto internazionale su AI e reti significa mettere la tecnologia dentro una storia che la precede e la rende comprensibile, anche a chi la osserva da fuori.
Domande lampo per orientarsi
Che cos’è il Global Summit & User Congress di ZTE? È un appuntamento internazionale che convoca leader ICT, operatori, partner tecnologici e protagonisti dell’innovazione per due giorni di confronti ad alta densità. A Milano, l’edizione 2025 ha messo al centro l’intreccio tra intelligenza artificiale, calcolo e reti di nuova generazione, con sessioni verticali e congressi tematici dedicati a radio, rete fissa, computing e dispositivi. L’obiettivo è condividere percorsi concreti e scalabili, in dialogo con chi governa infrastrutture e servizi.
Quando si è svolto e qual era il filo conduttore? L’evento si è tenuto il 6 e 7 ottobre 2025 a Milano, guidato dal tema “Expanding Intelligence, Creating Possibilities”. Il titolo riassume la visione che ha attraversato keynote e panel: usare l’AI per ampliare la qualità dei servizi e, allo stesso tempo, immaginare reti e piattaforme capaci di crescere in modo misurabile, efficiente e sostenibile, con un beneficio tangibile per imprese e persone.
Perché Milano e la Lombardia sono state centrali in questa edizione? Perché qui esiste una trama di università, centri di ricerca e imprese che lavorano insieme su progettualità legate all’AI e al digitale, e perché le istituzioni regionali stanno accompagnando questa trasformazione anche sul fronte delle competenze. La presenza istituzionale all’apertura dei lavori ha dato il segno di un impegno che punta a fare del territorio un luogo dove innovazione e servizi si incontrano davvero.
Quali annunci e contenuti tecnici hanno segnato il Summit? Tra i capisaldi: la strategia “Connectivity + Computing”, i progressi su reti mobili e core intelligenti, soluzioni ottiche e IP orientate all’efficienza, piattaforme di calcolo e strumenti software per accelerare lo sviluppo applicativo. In agenda, forum paralleli su RAN, rete fissa, intelligent computing e dispositivi hanno reso evidente come l’integrazione tra calcolo e connettività stia cambiando metriche e modelli di gestione.
Una scia che resta: ciò che portiamo a casa da Milano
La nostra lente registra un punto fermo: quando le strategie industriali incontrano la responsabilità di un territorio, la tecnologia smette di essere promessa e diventa pratica. Nelle sale del Museo “Leonardo da Vinci”, il Summit ha mostrato una via che chiede concretezza — reti più intelligenti, servizi misurabili, formazione — e allo stesso tempo cura dei dettagli che rendono un’innovazione davvero utile alle persone. È qui che Milano e la Lombardia trovano il proprio respiro.
Resta l’immagine di una comunità tecnica e istituzionale capace di guardarsi in faccia e discutere senza schermi, con la consapevolezza che l’AI non è un racconto astratto ma un insieme di scelte operative. La sensazione, tornando a casa, è che questo summit abbia acceso un movimento: meno slogan, più criteri. E una responsabilità condivisa, per misurare i risultati sul campo e rimettere sempre al centro i bisogni reali di chi vive e lavora in Lombardia.
