Roma si prepara a una notte di storie, applausi e memoria: l’undicesima edizione del Premio Giuseppe Colalucci andrà in scena mercoledì 22 ottobre 2025 al Circolo Antico Tiro a Volo, a partire dalle 20:30. Un appuntamento che intreccia giornalismo, sport e spettacolo, riportando al centro lo sguardo vivo della Capitale.
Un riconoscimento romano che attraversa le generazioni
Il premio nasce dall’idea di Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, per tenere accesa la lezione del giurista e cronista romano a cui è dedicato. Giuseppe Colalucci, avvocato e direttore dello storico “Tifone”, fu tra gli anni Cinquanta e Ottanta una voce capace di dare ritmo e carattere all’informazione di Roma. L’obiettivo dichiarato è semplice e, al tempo stesso, ambizioso: riscoprire lo spirito frizzante dell’informazione sportiva, quella che sa attraversare i campi e le redazioni con la stessa curiosità. Una traccia confermata anche dalle cronache che hanno accompagnato la stagione del premio nel 2025, con un riconoscimento speciale consegnato in primavera e con l’undicesima edizione pronta a celebrare nuove storie.
La serata del 22 ottobre tornerà nella cornice del Circolo Antico Tiro a Volo, luogo che negli anni ha accolto questa comunità di atleti, giornalisti, amministratori e artisti. Qui il premio non è solo una cerimonia: diventa dialogo, confronto, racconto sul palco, secondo una tradizione che ha visto alternarsi talk, testimonianze e consegne in una vera festa della romanità. Un modo di stare insieme che restituisce al pubblico il piacere dell’ascolto dal vivo, come testimoniato dalle edizioni recenti che hanno valorizzato questo format.
I volti e le storie dell’edizione 2025
Quest’anno l’albo dei premiati mette in fila profili che raccontano percorsi diversi ma consonanti. Saliranno sul palco il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi; l’ex calciatrice Betty Bavagnoli; il giornalista, produttore e sceneggiatore Stefano Bises; l’attrice Selene Caramazza; l’ex calciatore Franco Cordova; il giornalista Paolo De Laurentiis; la giornalista Francesca Fagnani; il conduttore e saggista Giovanni Floris; il Prefetto di Roma Lamberto Giannini. Nomi e storie che riportano al centro la capacità italiana di tenere insieme carriere, talento e servizio pubblico.
Con loro, riceveranno il riconoscimento anche l’ex calciatore Lionello Manfredonia; l’attore Maurizio Mattioli; il cantautore Amedeo Minghi; l’ex campione di tennis e oggi commentatore tv Adriano Panatta; il campione olimpico di marcia Massimo Stano; l’allenatore, oggi volto televisivo, Andrea Stramaccioni; l’ex portiere Franco Tancredi; il giornalista Luciano Tancredi; il giornalista Alessandro Vocalelli e il direttore di RaiSport Iacopo Volpi. Una costellazione che attraversa più generazioni e restituisce l’immagine di un Paese che sa raccontarsi, anche quando cambia linguaggi e palcoscenici.
Pagine già scritte: i precedenti che contano
L’edizione 2025 ha già lasciato un segno in primavera: a Claudio Ranieri, tecnico della Roma, è stata consegnata una targa speciale alla carriera da una delegazione della giuria guidata da Guido D’Ubaldo, con Andrea Garibaldi e Alessio Di Francesco. “È il momento giusto” ha detto il tecnico, quasi a indicare che certi riconoscimenti arrivano quando la storia personale chiude un cerchio e apre alla memoria condivisa. La notizia è stata raccontata, tra gli altri, dall’agenzia ANSA, dal Corriere dello Sport, da AGI e da la Repubblica.
Guardando a ritroso, la decima edizione (2024) ha confermato lo spirito trasversale del premio: tra i protagonisti figuravano il cardinale Matteo Maria Zuppi, il ministro Andrea Abodi, l’allenatore Rudi Garcia, l’ex presidente della Roma Rosella Sensi, gli atleti Andy Diaz e Rigivan Ganeshamoorthy, l’attore Stefano Fresi e il cantautore Amedeo Minghi, insieme a firme del giornalismo come Federica Angeli e Massimo Giannini. La serata, ospitata proprio all’Antico Tiro a Volo, ha preceduto di un anno l’attesa undicesima edizione.
La tradizione di una sede, la cronaca di un format
Il legame tra il premio e il Circolo Antico Tiro a Volo è diventato, nel tempo, quasi un racconto nel racconto. Le pagine del circolo che documentano la IX edizione ricordano una serata del 24 ottobre segnata da consegne a istituzioni, giornalisti e protagonisti dello sport, dentro una celebrazione della romanità che unisce tavola, dialogo e memoria. È la cifra della manifestazione: unire mondi diversi, ma affini nella lingua dell’impegno.
Già la X edizione, ospitata “lo scorso 27 settembre”, ha rafforzato questa identità: premi a firme come Massimo Giannini, a volti popolari come Stefano Fresi, e a figure del calcio come Rosella Sensi, con una conduzione vivace che alterna ritmi televisivi e sapore di convivio. Una rotta coerente con quanto raccontato anche dalla cronaca cittadina, che già nel 2023 segnalava il premio come uno dei momenti più riconoscibili dell’autunno romano.
Domande rapide, risposte vere
Dove e quando si tiene la serata? L’appuntamento è fissato per mercoledì 22 ottobre 2025, alle 20:30, al Circolo Antico Tiro a Volo di Roma. La data cade di mercoledì, come confermano i calendari 2025, e restituisce al pubblico un orario serale pensato per condividere il racconto dei premiati in un clima di partecipazione. L’ambientazione è quella che negli anni ha dato al premio un’identità riconoscibile e amata dai protagonisti.
Chi sono i premiati del 2025? L’elenco abbraccia istituzioni, sport, spettacolo e giornalismo: Andrea Abodi, Betty Bavagnoli, Stefano Bises, Selene Caramazza, Franco Cordova, Paolo De Laurentiis, Francesca Fagnani, Giovanni Floris, Lamberto Giannini, Lionello Manfredonia, Maurizio Mattioli, Amedeo Minghi, Adriano Panatta, Massimo Stano, Andrea Stramaccioni, Franco Tancredi, Luciano Tancredi, Alessandro Vocalelli, Iacopo Volpi. Un mosaico di esperienze che restituisce l’idea di un premio capace di parlare a pubblici diversi con la stessa intensità.
Perché questo riconoscimento è nato e cosa celebra? Il premio nasce per ricordare Giuseppe Colalucci, avvocato e giornalista, storico direttore del “Tifone”, figura che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta ha animato l’informazione romana. Celebra la vitalità del racconto sportivo e il suo continuo dialogo con la società. In una parola: riconosce chi trasforma risultati, scene e cronache in storie che restano.
Quali nomi hanno segnato le edizioni passate? Nel tempo sono sfilati protagonisti dello sport, della cultura, dello spettacolo e della politica. Dalle cronache di la Repubblica e dagli stessi resoconti del Circolo emergono serate con Roberto Gualtieri, Giuseppe Conte, Antonello Venditti, oltre a molti volti del giornalismo e dello sport. Una lunga scia di partecipazioni che ha preparato il terreno a un 2025 denso di attese e di storie da ascoltare.
Quello che resta dopo una serata così
Quando le luci si abbassano e il brusio lascia spazio alle strette di mano, resta la sensazione di aver partecipato a un rito civile della città. Non un galà qualunque, ma la conferma che le parole – quando sono custodite da chi se ne prende cura ogni giorno – sanno ancora toccare, convincere, smuovere. È questa la misura del Premio Giuseppe Colalucci: la capacità di mettere in fila storie che parlano chiaro, senza orpelli, davanti a un pubblico che riconosce quella voce.
Da cronisti, seguiamo questa undicesima edizione con l’attenzione che merita. Ne cogliamo il passo, la sostanza, l’umanità. Perché fuori dai riflettori dei palcoscenici televisivi, le parole che nascono a Roma sanno ancora scaldare: nel Circolo Antico Tiro a Volo, tra applausi e abbracci, ritroviamo il senso di un premio che parla del presente e si affida alla memoria per costruire il domani. E in questo dialogo, a occhi ben aperti, sta il nostro modo di raccontare.
