Nel cuore della Festa del Cinema di Roma, la storia di Giovanni Allevi diventa immagine, suono e condivisione. Durante la proiezione di “Allevi – Back to Life”, la voce di Marika Montanaro di GSK offre una chiave di lettura preziosa: la fragilità che si trasforma in energia, con lo sguardo rivolto a un domani costruito insieme.
Una proiezione che abbraccia la vulnerabilità
La ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma (15-26 ottobre 2025) accoglie “Allevi – Back to Life” tra le Proiezioni Speciali, un racconto che attraversa la malattia e restituisce la forza di tornare alla vita pubblica. È un invito a sedersi in sala e ascoltare, lasciando che la musica e la narrazione si intreccino in un tempo sospeso, dove le immagini non cercano effetti ma verità. Lo testimonia il programma ufficiale della Fondazione Cinema per Roma e il quadro d’insieme tracciato dalle cronache culturali di questi giorni.
In un festival che quest’anno esalta anche il legame con la musica, questo docufilm trova la sua naturale collocazione: una partitura visiva che restituisce l’intensità di un artista al suo ritorno. La testata Roma Sport Spettacolo ha segnalato la proiezione in cartellone, mentre le pagine della Fondazione ribadiscono la centralità della musica nel programma 2025. Dentro questa cornice, il film di Simone Valentini si fa esperienza condivisa, capace di generare ascolto e partecipazione reale.
Le parole che abbiamo ascoltato in sala
Di fronte al pubblico, Marika Montanaro, direttrice business di GSK, ha sintetizzato il senso del Progetto Back to Life con una riflessione che ci ha colpiti: la fragilità come punto di ripartenza, la fiducia nella scienza e nella tecnologia, il valore della collaborazione tra chi cura e chi accompagna il paziente nel percorso. In altre parole, un invito a guardare avanti con lucidità e coraggio, come riportato dalle agenzie dell’informazione sanitaria. Non è retorica: è un programma d’azione.
Accanto a lei, il presidente e amministratore delegato di GSK Italia, Fabio Landazabal, ha sottolineato un impegno preciso: consentire al paziente oncologico di tornare alla propria quotidianità, trasformando il dolore in un messaggio di speranza. Parole che non rimbalzano vuote, perché legate a un sostegno concreto al film e al suo percorso. In sala si è percepito un filo che unisce impresa, cultura e comunità, senza proclami, ma con responsabilità. Lo hanno documentato le note diffuse da Adnkronos.
Il film e la sua genesi
“Allevi – Back to Life” porta la firma del regista Simone Valentini. Non è la biografia totale dell’artista, ma il racconto di un passaggio decisivo, la ricerca di una “chiave” capace di rendere universale un momento personale. Valentini ha spiegato che l’idea è nata dal dialogo con Allevi, dall’urgenza di condividere ciò che meritava davvero di essere narrato: non tutto, ma ciò che ferisce, cambia e poi ricompone. È un’impostazione dichiarata nelle interviste con la stampa specializzata.
La scheda produttiva restituisce la filiera del progetto: Twister Film con la collaborazione di Rai Cinema e Bizart, e la distribuzione in sala affidata a Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures dal 17 al 19 novembre 2025. Le fonti tecniche oscillano sul minutaggio (il programma del festival indica 87 minuti, altre schede ne riportano 67), segno di versioni o rilevazioni differenti. Non cambia la sostanza: l’opera è pensata per l’incontro con il pubblico. Lo attestano le schede di database cinematografici e il portale ufficiale del festival.
La musica, la perdita, la rinascita
Nel cuore del film c’è la dedica alla sorella Maria Stella, scomparsa nel luglio 2022. Giovanni Allevi ne parla con riconoscenza profonda, ricordandone la grandezza affettiva e intellettuale. Ogni volta che quelle immagini scorrono, il compositore si commuove: non è esibizione del dolore, ma un gesto di verità che attraversa la sala, ci raggiunge, ci riguarda. Le cronache di La Repubblica e di Sky TG24 restituiscono quel momento con pudore e precisione, legando la memoria a una nuova consapevolezza.
La narrazione alterna materiale d’archivio, ricostruzioni e performance, componendo un percorso che dal silenzio arriva al palco. È il cammino di un artista che rinasce senza nascondere le cicatrici. Diversi approfondimenti editoriali evidenziano la centralità della musica come spazio di cura interiore e di dialogo con gli altri, unendo il gesto creativo a una riflessione sull’esperienza umana che appartiene a ciascuno. Anche questo ha contribuito a far vibrare la sala, senza enfasi, con autenticità.
Perché questo racconto parla anche di noi
Nel 2024, in Italia, le nuove diagnosi oncologiche sono stimate in 390.100. La metà dei pazienti, secondo le proiezioni di sopravvivenza a lungo termine, è destinata a guarire, mentre la mortalità nei giovani adulti è in discesa. Dati che danno misura di una sfida enorme, ma anche di progressi reali, come certificano il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024” e le sintesi diffuse dalla stampa nazionale. Dentro i numeri pulsa la vita delle persone.
Gli oncologi ricordano però quanto resti decisivo rafforzare reti territoriali, risorse e personale, perché l’innovazione arrivi davvero al letto del malato. Nelle ultime analisi rese pubbliche a ridosso del festival, l’AIOM richiama all’urgenza di completare le reti oncologiche regionali e di sostenere chi convive con la malattia in forme sempre più croniche. È lo stesso orizzonte evocato sul palco: collaborare con istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti non è uno slogan, è il percorso concreto da accelerare.
Le nostre domande, le vostre risposte
Che cos’è, in concreto, il Progetto Back to Life sostenuto da GSK? È un’iniziativa che ha preso forma attorno al docufilm dedicato a Giovanni Allevi, sostenuto da GSK per portare in sala un racconto capace di generare consapevolezza e fiducia. Le parole di Marika Montanaro e di Fabio Landazabal spiegano il senso dell’impegno: favorire una rinascita che non riguardi solo il singolo, ma la comunità intera, nella convinzione che scienza e alleanze possano restituire prospettive concrete.
Quando arriva nelle sale e con quale distribuzione? Il film è annunciato come evento speciale nei cinema italiani il 17, 18 e 19 novembre 2025, con distribuzione Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures. La data è stata ribadita da testate nazionali e da schede tecniche di settore. Per chi ha vissuto quel buio e per chi accompagna, sarà un appuntamento di ascolto e condivisione, prima ancora che uno spettacolo.
Qual è il cuore del racconto per chi affronta un tumore oggi? È la possibilità di riconoscersi e di sentirsi meno soli: il film mostra la traversata della malattia senza negarne la durezza, ma lasciando spazio a una speranza credibile, fatta di cura, scelte e relazioni. Questa traiettoria emotiva dialoga con i progressi certificati dai dati nazionali e con le parole dello stesso Allevi, che riconsegna al pubblico la propria rinascita come gesto condiviso.
Un’impronta che resta
All’uscita, la platea non ha l’aria di chi ha assistito a un “titolo” in più. Si esce con il respiro un po’ diverso, come dopo un colloquio sincero. Lì si colloca anche il nostro sguardo: raccontare con rigore e calore, mettere in fila i fatti e, al tempo stesso, restituire la vibrazione di ciò che accade quando l’arte incontra la vita vera. La sicurezza dei dati e la delicatezza delle storie possono coesistere senza cancellarsi a vicenda.
“Back to Life” è una promessa mantenuta: mostra che si può cadere e rialzarsi, che si può chiedere aiuto, che si può avanzare a passi brevi ma determinati. La fragilità non è una resa: è il punto da cui ripartire. E ci riguarda tutti, come cittadini e come lettori. È questo il filo che abbiamo seguito in sala e che continueremo a seguire: dare sostanza a parole come cura, responsabilità, alleanza, finché diventino gesti quotidiani e non solo dichiarazioni.
