Parole chiare e una scelta di campo: prosegue la collaborazione della Provincia autonoma di Trento con il Centro Clinico NeMo attivo all’ospedale riabilitativo “Villa Rosa” di Pergine Valsugana. L’annuncio arriva durante il seminario “Linguaggi della Cura: Solo Lavorando Assieme”, ospitato all’Itas Forum di Trento il 18 ottobre 2025, evento promosso da AISLA e AriSLA.
Un impegno confermato davanti a pazienti, famiglie e comunità scientifica
Nel corso della giornata di lavori, dedicata al rapporto tra comunicazione e cura, il presidente Maurizio Fugatti ha ribadito la volontà di mantenere il rapporto con NeMo, ricordando che ogni rinnovo comporta valutazioni tecniche e amministrative doverose per chi gestisce risorse pubbliche. L’orientamento politico, tuttavia, è stato espresso con nettezza: l’esperienza maturata dal Centro in questi anni rappresenta un valore che merita continuità, in coerenza con la prospettiva di una presa in carico multidisciplinare delle persone con patologie neuromuscolari. L’evento, scandito da letture magistrali e workshop, è stato presentato dagli organizzatori e rilanciato da note diffuse a livello nazionale.
L’appuntamento all’Itas Forum ha riunito ricercatori, clinici, giornalisti, istituzioni e società civile con un obiettivo essenziale: costruire un linguaggio della cura capace di rendere accessibili contenuti complessi e di favorire fiducia. In questo contesto, la conferma della collaborazione con NeMo assume una valenza che va oltre l’atto amministrativo, perché si innesta nel dialogo tra scienza e comunità che AISLA e AriSLA promuovono da anni. La cornice dell’iniziativa, patrocinata dagli enti territoriali, restituisce la misura di un Trentino che investe su reti e alleanze per dare risposte concrete a pazienti e caregiver.
NeMo Trento, un modello di cura che nasce dall’alleanza pubblico-privato
Il Centro Clinico NeMo Trento opera al piano terra di Villa Rosa e nasce da una sperimentazione gestionale che unisce APSS – Azienda provinciale per i servizi sanitari e Fondazione Serena Onlus. L’inaugurazione degli spazi risale a febbraio 2021, con avvio delle attività cliniche nel primo trimestre dello stesso anno. L’integrazione tra competenze specialistiche, riabilitazione, terapia occupazionale e didattica universitaria ha consolidato un presidio che serve età pediatrica e adulta, con presa in carico dalla diagnosi alla terapia. Una scelta, quella dell’alleanza pubblico-privato, che in Trentino ha trovato una declinazione concreta e misurabile nell’organizzazione quotidiana dei percorsi.
I dati diffusi dall’amministrazione sanitaria dopo il primo anno di attività aiutano a capire la portata del lavoro: centinaia di ambulatori multidisciplinari, day hospital e ricoveri con degenze medio-lunghe, e un significativo afflusso di persone anche da fuori provincia. La multidisciplinarità ha ridotto acuzie ed emergenze, segnalando l’impatto della presa in carico appropriata su qualità di vita e continuità assistenziale. Questi elementi, sottolineati nelle note ufficiali, hanno contribuito a costruire la reputazione del Centro come nodo qualificato della rete clinica e riabilitativa del Nordest.
Le tappe amministrative e l’orizzonte del rinnovo
La genesi del progetto è documentata: a dicembre 2019 APSS e Fondazione Serena Onlus sottoscrivono l’accordo per avviare la sperimentazione NeMo a Villa Rosa, con un programma quinquennale. La presentazione pubblica dell’apertura è del 24 febbraio 2021, data in cui viene illustrato l’impianto clinico-riabilitativo del Centro. Alla luce di questo percorso, la scadenza naturale del ciclo sperimentale si colloca nel primo trimestre del 2026. È una collocazione temporale coerente con la durata quinquennale e con l’inaugurazione degli spazi nel 2021, come risulta dagli atti e dalle comunicazioni istituzionali.
In questo quadro, la posizione espressa da Fugatti durante il seminario del 18 ottobre 2025 assume un significato operativo: confermare la collaborazione con NeMo mentre si avviano le verifiche tecniche e amministrative richieste per qualsiasi rinnovo di accordi pubblici. L’orientamento a proseguire, annunciato davanti alla comunità delle malattie neuromuscolari, si inserisce nella traiettoria già tracciata dalla Provincia sul versante sanitario e riabilitativo, con investimenti e riorganizzazioni documentati dalle note ufficiali degli ultimi anni.
Un ecosistema che porta innovazione in corsia e nel territorio
Negli ultimi mesi, la rete che ruota attorno a NeMo Trento ha visto iniziative concrete: la donazione promossa da AISLA con il sostegno di Sparkasse ha permesso di integrare in palestra un dispositivo per la riabilitazione motoria delle persone con SLA e malattie neuromuscolari, con protocolli orientati a stimolare il sistema senso-motorio e la neuroplasticità. È un esempio di come la solidarietà, quando governata da criteri clinici e trasparenza, possa tradursi in strumenti utili a medici, terapisti e pazienti, all’interno di percorsi personalizzati.
La stessa filosofia attraversa “Linguaggi della Cura”, dove si è ribadito che la comunicazione non è un accessorio, ma una componente della cura: parole, ascolto e responsabilità informativa diventano parte del patto terapeutico tra professionisti, persone e famiglie. Nelle agende del seminario compaiono voci della ricerca, della clinica e del giornalismo, a conferma di un approccio che mette insieme rigore scientifico, etica e vicinanza. Il messaggio è semplice e impegnativo: ridurre la distanza tra laboratorio, corsia e comunità per dare più forza all’assistenza quotidiana.
Perché la continuità conta davvero per chi convive con la malattia
Chi vive la SLA o una patologia neuromuscolare sa che la differenza la fanno i dettagli: un accesso rapido alle valutazioni, un team che si parla, un percorso che non si interrompe nel passaggio tra ospedale e domicilio. È qui che il modello NeMo, intrecciando neurologia, riabilitazione, logopedia, terapia occupazionale e supporto psicologico, ha costruito in pochi anni una riconoscibilità concreta per la presa in carico globale. Proseguire la collaborazione significa, in termini pratici, preservare questa architettura di cura e rafforzarla nel momento in cui la domanda cresce e i bisogni si fanno più complessi.
Il Trentino ha scelto di giocare questa partita con una regia pubblica che valorizza competenze e reti del territorio. La stagione che si apre, con il dossier rinnovo sul tavolo, sarà il banco di prova per consolidare ciò che ha funzionato e correggere ciò che va migliorato. Servirà la stessa lucidità evocata al seminario: misurare, ascoltare, condividere. Solo così le parole “continuità dell’accordo” potranno tradursi, ogni giorno, in visite, terapie, ausili e sollievo per chi ha più bisogno.
Domande in un minuto
Cosa cambia per i pazienti nel breve periodo? Nell’immediato nulla: i percorsi clinico-riabilitativi proseguono a Villa Rosa. L’impegno annunciato a Trento punta a garantire che la presa in carico resti continua anche oltre l’attuale sperimentazione.
Quando scade l’attuale sperimentazione gestionale? Gli atti pubblici indicano una durata quinquennale; con l’inaugurazione operativa nel 2021, la scadenza si colloca nel primo trimestre 2026. È una deduzione coerente con le date ufficiali.
Quali risultati ha prodotto NeMo Trento finora? Dati istituzionali del primo anno mostrano centinaia di accessi multidisciplinari, day hospital e ricoveri, con riduzione delle acuzie grazie alla presa in carico adeguata e un afflusso rilevante anche da fuori provincia.
Perché si insiste sulla comunicazione? Perché parole chiare e informazioni corrette costruiscono fiducia, sostengono scelte consapevoli e migliorano l’aderenza alle cure: è la rotta culturale ribadita dagli organizzatori del seminario.
In giornate come questa, la sanità del Trentino mostra il suo volto più concreto: reti che collaborano, scelte che si assumono pubblicamente, obiettivi dichiarati. Proseguire la collaborazione con NeMo Trento non è uno slogan, ma una responsabilità che chiama in causa tutti: istituzioni, professionisti, associazioni, comunità. La cura accade quando le promesse diventano percorsi, quando le persone trovano la porta giusta al momento giusto. È qui che vogliamo restare: sul confine tra impegno e risultato, dove una decisione ben presa può cambiare una vita.
