Dati interoperabili, qualità informativa e intelligenza artificiale come leva per rendere la sanità più predittiva e vicina alle persone: è la traiettoria tracciata da Roberto De Persio, executive partner di Reply, nel corso della diretta speciale da Cernobbio durante ComoLake 2025, con un appello concreto a un cambio di passo operativo.
Perché l’interoperabilità dei dati è la chiave della sanità che anticipa i bisogni
La trasformazione non si farà con isole tecnologiche: il punto è mettere in relazione dataset di istituzioni e territori diversi, orchestrandoli con standard comuni per abilitare medicina di precisione e servizi predittivi. È la visione illustrata da De Persio, frutto di oltre dieci anni di lavoro settoriale con tecnologie aperte e non vincolate a soluzioni proprietarie, con l’obiettivo di far dialogare piattaforme e anagrafi cliniche oggi spesso frammentate, evitando duplicazioni e colli di bottiglia che rallentano la presa in carico del paziente, come emerso nella diretta di Adnkronos a ComoLake.
Non è un tema astratto: l’AI, anche nella sua declinazione generativa, consente già ora di ottimizzare liste d’attesa e pianificazione, offrendo finestre di risposta prima impensabili. Le Regioni stanno indirizzando investimenti proprio perché una governance intelligente dei dati migliora gli esiti clinici e comprime costi e inefficienze, spostando il baricentro della sanità pubblica da reattiva a proattiva, con ricadute di fiducia tangibili per i cittadini. Lo scenario è stato al centro del confronto di Cernobbio, appuntamento che dal 14 al 17 ottobre 2025 ha riunito istituzioni e imprese a Villa Erba.
Dal palcoscenico di Cernobbio: quando l’AI diventa infrastruttura civile
Nel mosaico dell’evento, Reply ha portato casi d’uso su sanità digitale e servizi pubblici, ribadendo il nesso tra automazione intelligente e accessibilità dei servizi. Il programma ufficiale ha visto interventi dedicati alla sanità, alla telemedicina e agli ospedali virtuali, insieme a sessioni sulla trasformazione dei servizi ai cittadini con piattaforme e AI a supporto dell’efficienza. Questo contesto conferma la cornice in cui si inseriscono le riflessioni di De Persio, con una direzione di marcia centrata su interoperabilità e qualità del dato come prerequisiti per ogni ambizione predittiva.
La conversazione a ComoLake ha evidenziato anche un’attenzione diffusa su rischi e opportunità: dal richiamo di AgID alla necessità di piattaforme interoperabili e cautele sull’AI agentica, fino all’urgenza di evitare un divario per le PMI quando la trasformazione accelera. Nel perimetro pubblico, il messaggio converge: servono dati che si parlano, regole chiare e infrastrutture affidabili per industrializzare i benefici dell’AI senza sacrificare sicurezza e diritti.
Liste d’attesa, pianificazione e fiducia: l’AI come acceleratore di equità
Applicare AI a prenotazioni, agende cliniche e risorse consente di distribuire carichi, anticipare picchi e ridurre tempi morti, con un ritorno diretto sulla percezione di equità. È qui che la qualità del dato fa la differenza: senza dataset puliti, completi e interoperabili, gli algoritmi non restituiscono valore, ma amplificano le distorsioni. Invece, con pipeline tracciabili e governance adeguata, si può passare da una gestione episodica a una programmazione predittiva che sostiene i professionisti e rende più trasparente l’accesso alle cure, come discusso nella cornice di Villa Erba.
La nostra esperienza sul campo conferma che la fiducia si costruisce con risultati verificabili: meno tempi d’attesa, più coerenza tra bisogno clinico e offerta, maggiore continuità assistenziale. Non è una promessa tecnologica, è organizzazione abilitata dalla tecnologia. Le parole ascoltate a ComoLake 2025 indicano una rotta precisa: dalla reattività all’anticipazione, trasformando i dati in decisioni a beneficio di tutti, a partire dai pazienti più fragili, con metriche di efficacia chiare e condivise tra livelli istituzionali.
Obsolescenza nella PA, il cantiere da aprire: rigenerare senza fermare i servizi
Per De Persio la modernizzazione della Pubblica Amministrazione passa dal nodo dell’obsolescenza tecnologica: basi di codice stratificate, architetture monolitiche, integrazioni fragili. L’AI generativa permette oggi di “rigenerare” software e architetture preservando la logica di business, riducendo tempi e costi di sviluppo e mantenendo i servizi attivi. È l’approccio sintetizzato nel modello Silicon Shoring, che integra agenti AI in tutto il ciclo di vita del software, dal requisito al rilascio, con benefici su qualità, governance e velocità.
La prospettiva non è teorica: il modello di Reply combina automazione agentica, osservabilità e metriche di qualità per accelerare refactoring, test e deployment, fino al monitoraggio in produzione. Questa impostazione rende possibile aggiornare sistemi legacy senza interrompere l’erogazione, superando la logica dei grandi “big bang” e abilitando rilasci incrementali più sicuri. È un cambio di mentalità che consente alla PA di guadagnare velocità, ridurre il debito tecnico e riallineare i servizi pubblici alle aspettative dei cittadini.
Il cloud che protegge i dati: sovranità, interoperabilità, controllo
La partita dell’infrastruttura è altrettanto decisiva. Il cloud sovrano offre un perimetro di sicurezza, interoperabilità e controllo del dato adeguato alla pubblica amministrazione, facilitando l’integrazione di microservizi e la costruzione di piattaforme scalabili. Nell’ecosistema di ComoLake, il tema della sovranità digitale è tornato più volte: conoscere dove risiedono i dati, poter scegliere dove addestrare e usare i modelli e non dipendere da fornitori esterni è oggi una condizione per industrializzare l’AI con criteri di costo e conformità sostenibili.
Il dibattito ha messo in luce un’evoluzione architetturale: non più “cloud contro edge”, ma un continuum distribuito con federazioni multi‑provider, nel quale applicazioni e dati si spostano in base a latenza, normativa e sicurezza. Portare l’intelligenza vicino al dato significa ridurre tempi di risposta, migliorare resilienza e preservare indipendenza dagli hyperscaler, con schemi di orchestrazione e interoperabilità multi‑dominio che nascono già aperti. Una traiettoria che rafforza l’autonomia europea senza rinunciare a performance e scalabilità.
Accessibilità prima di tutto: assistenti digitali e inclusione come standard di progetto
L’AI non è solo efficienza: può rendere i servizi pubblici più inclusivi, con assistenti digitali che semplificano le interazioni e sistemi capaci di tradurre in tempo reale il linguaggio dei segni o assistere cittadini con disabilità, abbattendo barriere che spesso scoraggiano l’accesso. È una visione di tecnologia che torna al suo scopo primario: essere strumento di uguaglianza sostanziale, in linea con il richiamo di istituzioni e operatori a un digitale che accresca la fiducia e non la diseguali opportunità tra utenti e territori.
Il risultato atteso è duplice: da un lato più persone raggiunte, dall’altro un linguaggio amministrativo più comprensibile, grazie a interfacce conversazionali e percorsi guidati che accompagnano l’utente senza lasciarlo indietro. Accessibilità significa progettare per tutti sin dall’inizio, evitando che strumenti pensati per semplificare diventino ostacoli. È su questa responsabilità che si misura il valore pubblico dell’innovazione digitale: quando riduce lo sforzo cognitivo, elimina tempi inutili e riconsegna ai cittadini tempo e dignità nella relazione con i servizi.
Uno sguardo oltre l’evento: convergenze e responsabilità nell’era dell’AI
Le giornate di ComoLake 2025 hanno mostrato una convergenza: industrializzare l’AI richiede qualità del dato, governance, sicurezza e inclusione. Le voci di manager e istituzioni – dalla spinta all’AI nelle imprese al monito sulle PMI perché non restino indietro, fino alla centralità della cybersecurity e a regole interoperabili – delineano una rotta comune. In questa cornice, le proposte illustrate da De Persio su interoperabilità, cloud sovrano e rigenerazione software assistita da AI assumono un valore pragmatico, misurabile e coerente con le priorità del Paese.
Il compito del giornalismo è distinguere l’enfasi dalla fattibilità: qui i tasselli sono chiari e verificabili. L’evento, con Adnkronos media partner e Reply tra i protagonisti, ha portato sullo stesso palco policy maker e industria, traducendo visioni in piani d’azione. Il percorso non è semplice, ma il metodo è definito: dati che si parlano, infrastrutture affidabili, competenze diffuse, tutela della persona e un’AI che non sostituisce il giudizio, lo amplifica rendendolo più tempestivo e giusto.
Domande rapide, risposte chiare
Che cosa rende “predittiva” la sanità descritta da De Persio? L’integrazione di dati eterogenei, standard condivisi e modelli di AI che anticipano la domanda, ottimizzano risorse e riducono le attese senza sacrificare qualità e sicurezza.
Perché il cloud sovrano è considerato strategico? Garantisce controllo su dove risiedono i dati e su dove vengono addestrati e usati i modelli, abilitando interoperabilità e conformità in ambienti multi‑provider.
In che modo si modernizzano i sistemi della PA senza bloccarli? Con approcci di rigenerazione assistita da AI, come Silicon Shoring, che preservano la logica di business e introducono miglioramenti incrementali su codice, test e rilasci.
Qual è il rischio principale da evitare nella corsa all’AI? L’ampliarsi del divario tra chi ha competenze e infrastrutture e chi ne è privo: servono formazione, governance e standard aperti per non lasciare indietro cittadini e imprese.
Portare l’AI al servizio della sanità e dei servizi pubblici significa scegliere responsabilità e risultati insieme. La misura del progresso non è l’effetto speciale della tecnologia, ma l’impatto sulla vita quotidiana: accessi più rapidi, percorsi chiari, diritti più vicini. Le parole di De Persio a ComoLake 2025 ci ricordano che l’innovazione vera nasce da dati che dialogano, infrastrutture sicure e una cultura che mette al centro le persone, prima dei processi e degli algoritmi.
