Criminalità digitale, criptovalute e indagini ad alta tecnologia si sono incrociate a ComoLake 2025, dove il colonnello Gianluca Vitagliano ha riassunto una regola sempre valida: seguire il denaro, anche quando scorre su blockchain e wallet. Strumenti, competenze e cooperazione internazionale stanno rimodellando il lavoro investigativo in Italia e in Europa.
Un metodo antico per un denaro nuovo
La chiave resta il principio classico del contrasto finanziario: follow the money. Oggi, però, l’indizio si presenta come un indirizzo di wallet, una stringa alfanumerica che lascia impronte in rete. Il colonnello Vitagliano, alla guida delle indagini telematiche dell’Arma, ha spiegato come la deanonimizzazione dei flussi digitali consenta di ricondurre transazioni e movimenti a soggetti reali, integrando analisi on-chain e attività di open source intelligence. È un cambio di paradigma operativo, non di logica: si passa dall’assegno al wallet, ma la scia finanziaria resta il filo da tirare.
Questo approccio si traduce in indagini che combinano tracciamento blockchain, analisi dei social e riscontri documentali, fino a legare un codice a un nome e a un possibile reato. La testimonianza raccolta da Adnkronos a ComoLake sottolinea anche la necessità di aggiornare strumenti e metodologie con software dedicati e una formazione continua, perché l’ecosistema cripto evolve rapidamente e le tattiche criminali si affinano ogni mese. La priorità è non perdere mai contatto con la velocità del cyberspazio e trasformare i dati in prove.
Tecniche, software e persone: dentro le nuove indagini
L’Arma dei Carabinieri ha potenziato infrastrutture hardware e software, investendo su piattaforme di blockchain analytics e su percorsi di specializzazione per il personale. L’obiettivo è rendere sistematica la capacità di correlare transazioni, indirizzi e comportamenti in rete, fino a comporre un mosaico probatorio che regga in aula. L’uso di OSINT consente di trovare agganci esterni alla catena dei blocchi, mentre l’attività tecnica illumina nodi, cluster e percorsi di offuscamento usati dai gruppi criminali. Tutto parte da un elemento semplice: la moneta, anche quando è digitale, lascia tracce.
Nell’ultimo biennio, gli organismi europei hanno documentato un’evoluzione del rischio: i gruppi criminali sfruttano infrastrutture più complesse, talvolta con innesti di intelligenza artificiale nelle fasi di adescamento, social engineering e riciclaggio. Le valutazioni di Europol descrivono un aumento di minacce digitali integrate con reti tradizionali, che rende cruciale la tempestività delle analisi e la collaborazione tra forze di polizia e autorità giudiziarie. È il contesto nel quale si muovono le squadre specialistiche italiane.
Confini senza barriere e cooperazione che accelera
Se le criptovalute non conoscono confini, le indagini non possono fermarsi alle frontiere. Europol ed Eurojust hanno coordinato, negli ultimi mesi, operazioni che confermano quanto la cooperazione internazionale sia il differenziale tra un sospetto e un sequestro: dalla maxi-indagine contro una rete di investment fraud tra Spagna e Portogallo, con arresti e perquisizioni in più Paesi, ai casi di riciclaggio con snodi societari creati ad hoc per smistare fondi illeciti. La dimensione transnazionale impone catene di comando e scambio informativo in tempo reale.
In questo quadro, la collaborazione dell’Arma con le autorità italiane ed europee diventa la leva per armonizzare tecniche, linguaggi e standard probatori. Indagini su flussi che attraversano exchange, payment gateway e conti di comodo richiedono sincronizzazione tra procure, corpi di polizia e autorità di vigilanza. Le recenti operazioni coordinate, riportate da fonti istituzionali e internazionali, mostrano che la velocità di risposta può neutralizzare architetture di riciclaggio che, fino a poco tempo fa, sembravano imprendibili.
Il quadro normativo che corre: MiCA, Travel Rule e vigilanza
La cornice regolamentare europea è entrata in una fase decisiva con l’applicazione completa del regolamento MiCA tra giugno e dicembre 2024, pensato per dare regole uniformi agli emittenti e ai crypto-asset service providers. A questo si affianca la Travel Rule del regolamento trasferimenti, che impone informazioni al seguito dei fondi anche nel mondo cripto. Per gli investigatori, significa accedere a riferimenti regolatori più chiari, mentre per gli operatori autorizzati si alzano gli standard di trasparenza e tracciabilità.
Il dibattito sulla supervisione evidenzia un altro passaggio: la spinta a rafforzare il ruolo di ESMA nella vigilanza sui grandi soggetti transfrontalieri, per ridurre disallineamenti tra giurisdizioni e limitare arbitraggi regolamentari. Gli avvertimenti dell’autorità europea ai CASP contro comunicazioni fuorvianti, e le ipotesi di maggiore centralizzazione della supervisione, segnalano un mercato in assestamento, nel quale trasparenza e requisiti di condotta possono diventare alleati delle indagini.
Dalla moneta ai beni tokenizzati: il prossimo fronte
Non c’è più soltanto denaro digitale: sulle blockchain si affacciano asset tokenizzati, dai certificati di proprietà alle opere d’arte digitali. Per gli inquirenti cambia la tipologia di indizi: non solo movimenti di valore, ma anche metadati, smart contract, registri di proprietà e passaggi di mano istantanei. È un terreno che richiede strumenti capaci di leggere protocolli diversi e competenze trasversali, per distinguere operazioni legittime da schemi di offuscamento o da tentativi di wash trading. Le parole di Vitagliano a ComoLake mettono a fuoco proprio questa frontiera.
La sfida arriva fino al legislatore, chiamato ad aggiornare norme e procedure a una velocità comparabile a quella dell’innovazione. Il raccordo continuo tra chi indaga e chi scrive le regole consente di evitare zone grigie e di dotare gli operatori di riferimenti chiari. La traiettoria europea, con MiCA e gli atti di livello tecnico in corso di emanazione, indica una direzione: regole robuste, mercato più trasparente, maggiore utilità per le indagini.
Cosa ci raccontano i numeri
I dati mostrano perché parlare la lingua del cyberspazio sia imprescindibile. Le analisi più recenti indicano un 2025 segnato da nuovi picchi di furti di cripto, con attacchi concentrati su servizi e compromissioni di wallet personali. Le metriche raccolte dagli osservatori internazionali evidenziano come la massa di fondi legata ad attività illecite sia rilevante e come evolvano i modus operandi, dallo social engineering alle sottrazioni di chiavi private, fino alle catene di cash-out sempre più frammentate.
La cronaca recente conferma inoltre che il sequestro e la confisca di grandi volumi sono possibili quando indagini, cooperazione e quadro normativo si allineano. L’operazione annunciata dalle autorità statunitensi, con un sequestro record di Bitcoin collegato a una rete globale di truffe, mostra la maturità raggiunta dagli strumenti investigativi e la crescente integrazione tra forze di polizia di diversi Paesi. È una lezione che rafforza il lavoro europeo su prevenzione e contrasto.
Risposte rapide per orientarsi
Le criptovalute sono davvero anonime?
No: sono pseudonime. Le transazioni pubbliche permettono correlazioni che, con analisi on-chain, OSINT e dati regolamentari, possono ricondurre wallet a persone o entità operative.
Cosa cambia con MiCA per le indagini?
Standard più uniformi e requisiti di trasparenza aiutano a ottenere informazioni su operatori e flussi, rendendo più efficace lo scambio tra autorità nazionali e organismi europei.
Perché serve la cooperazione internazionale?
Perché i flussi si muovono su piattaforme e giurisdizioni diverse: coordinare perquisizioni, sequestri e richieste probatorie è l’unico modo per interrompere catene transfrontaliere.
I token di beni reali complicano le indagini?
Aggiungono livelli informativi: oltre al trasferimento di valore, vanno analizzati diritti, smart contract e registri, distinguendo usi legittimi da schemi di riciclaggio.
Nelle parole di Vitagliano c’è la continuità di un mestiere antico e la consapevolezza di un futuro che corre: seguire il denaro resta la bussola, anche quando il denaro si fa codice. L’Arma investe su tecnologie e formazione, l’Europa affina regole e vigilanza, le agenzie sovranazionali stringono la rete. In questo incrocio di competenze, la sfida è trasformare ogni traccia digitale in una prova solida e tempestiva, senza perdere di vista che al centro dell’indagine c’è sempre la tutela delle persone.
