Moacasa compie cinquant’anni e torna in scena alla Fiera di Roma con un’edizione che guarda avanti senza rinunciare alle proprie radici. Dal 25 ottobre al 2 novembre 2025, il pubblico troverà un percorso immersivo tra aziende italiane, progetti sartoriali e tecnologie che semplificano la vita domestica.
Un traguardo che parla al presente
Mezzo secolo di storia non è solo un numero: è l’evoluzione dell’abitare letta attraverso la lente dell’industria e dell’artigianato, del classico e del design contemporaneo, in dialogo continuo. L’edizione 2025 celebra la longevità di un progetto imprenditoriale nato nel 1975 con MOA Società Cooperativa e oggi riconosciuto come luogo di incontro fra marchi di eccellenza e visitatori in cerca di ispirazione. Il calendario ufficiale della Fiera di Roma conferma le date dal 25 ottobre al 2 novembre, sottolineando la portata dell’appuntamento nel panorama cittadino e nazionale.
La ricorrenza del cinquantenario non è solo celebrazione: diventa un invito a osservare come la casa rifletta i cambiamenti sociali e culturali. Dalla prima edizione nei padiglioni di via Cristoforo Colombo alle mostre tematiche e agli spazi dedicati ai giovani designer, il percorso ha consolidato un’identità distintiva. A ribadirlo è la narrazione degli organizzatori e delle istituzioni che, tra Regione e Camera di Commercio, sostengono la partecipazione delle imprese del territorio, rafforzando la filiera e il tessuto produttivo locale.
Le date, i luoghi, la città: una mappa dell’evento
Le informazioni di pubblico interesse sono nitide: Fiera di Roma, Ingresso Nord, orari estesi nel weekend e apertura pomeridiana nei feriali. Il cartellone fieristico conferma la manifestazione come una delle più attese dell’autunno capitolino, al pari di altri appuntamenti di rilievo ospitati negli stessi padiglioni. Anche i portali di informazione ed eventi ribadiscono la cadenza e l’eccezionalità dell’edizione speciale, dedicata al cinquantesimo anniversario. È un tessuto di conferme che restituisce l’energia del momento.
Il valore simbolico del traguardo trova riscontro anche nelle agende istituzionali e cittadine: dal calendario economico alle guide culturali di Roma, la presenza di Moacasa è messa in evidenza come appuntamento chiave per il pubblico generalista e gli addetti ai lavori. Un’ulteriore prova di come l’evento sia entrato nella routine della città, diventandone parte integrante nei giorni che aprono la stagione invernale delle fiere.
Il linguaggio di Tomasella: tecnologia discreta e comfort
Tra le proposte che raccontano l’abitare contemporaneo spicca Tomasella, con soluzioni che uniscono estetica e funzionalità. L’armadio Primafila integra il televisore direttamente nell’anta scorrevole: un innesto elegante, reso possibile dal vetro Stopsol che, a schermo spento, ne mimetizza la presenza e preserva la pulizia visiva dell’ambiente. La tecnologia si fa così presenza leggera, lasciando al progetto la centralità delle proporzioni e dei materiali.
La visione del brand prosegue con sistemi notte e giorno altamente personalizzabili, dove il tema della modularità e del benessere tattile definisce una grammatica coerente. Anche soluzioni come l’anta Vision ribadiscono l’attenzione alla gestione sicura dei cablaggi e alla totale integrazione dei dispositivi, evitando ingombri e cavi a vista. È un approccio che parla di comfort silenzioso e di una casa capace di accogliere la tecnologia senza rinunciare al calore degli interni.
Living su misura: pareti attrezzate e chiaroscuri di materia
Nella zona giorno, programmi flessibili danno forma a pareti attrezzate che alternano pieni e vuoti, ante in vetro e finiture materiche. L’obiettivo è comporre scenografie quotidiane che si modifichino nel tempo, valorizzando luci e riflessi, custodendo e mostrando solo ciò che serve. È la cifra di un abitare dinamico, pensato per famiglie in movimento e per chi desidera combinare ordine, estetica e facilità d’uso, mantenendo un’identità visiva coerente tra le varie stanze.
Il racconto d’insieme è quello di un design che non cerca effetti di superficie, ma qualità tangibile: chiusure scorrevoli fluide, modularità ben calibrata, materie che reggono nel tempo. Un lessico che fa della funzionalità un elemento emotivo, perché un ambiente ben progettato migliora il modo di vivere e di riposare, rispondendo a esigenze concrete senza sacrificare l’armonia del segno.
Menichini: appartamenti fluidi, cucine che dialogano con il living
Le proposte del Gruppo Menichini mettono al centro spazi contemporanei, cucine integrate nel soggiorno e bagni dal taglio essenziale. La palette gioca con toni chiari come bianco, grigio perla e beige, intervallati da accenti di blu petrolio e verde salvia, per un equilibrio tra minimalismo e richiami classici. La loro attività, radicata a Roma, si traduce in ristrutturazioni chiavi in mano che considerano l’uso quotidiano e, quando serve, la destinazione come casa vacanza.
Case ottimizzate, interventi rapidi e cura del dettaglio: l’esperienza pluridecennale dell’azienda emerge nei progetti recenti pubblicati sul blog, dove si leggono ridisegni degli spazi, nuove distribuzioni e luce tecnica ben calibrata. Sono tracce concrete di come la cultura del progetto si traduca in cantieri efficaci e ambienti confortevoli, capaci di durare e di accompagnare i ritmi di chi li abita ogni giorno.
Domotica e accessi: l’automazione “intelligente”
Tra le novità tecnologiche che interessano la sfera domestica, l’automazione dei portoni sezionali si integra oggi con gli ecosistemi smart home. Nel mercato italiano è diffusa la motorizzazione con controlli da app e assistenti vocali; un esempio è la soluzione Ultra Motion, presentata con app dedicata e funzioni di gestione da remoto. Aziende specializzate come Omega Professional propongono portoni motorizzati e sistemi su misura con movimentazione silenziosa e sicura, a testimonianza di un comparto in forte evoluzione verso efficienza e usabilità quotidiana.
Riduzione dei consumi, fluidità di apertura e chiusura, integrazione con impianti esistenti: l’obiettivo è rendere l’accesso domestico parte di un ecosistema connesso e affidabile. La tendenza, ben visibile nell’offerta dei produttori nazionali, spinge verso motori performanti e interfacce semplici, così che la tecnologia resti discreta e al servizio della vita di tutti i giorni, senza invadere l’estetica degli spazi.
Riflessi: la sartorialità che veste gli interni
La ricerca di Riflessi interpreta un’idea di quiet luxury dove materiali, cromie e dettagli costruttivi disegnano atmosfere avvolgenti. Tra le novità, la sedia Soffio con schienale intrecciato a mano in cordino nautico ignifugo e idrorepellente: un segno che porta nel living e nel semi-outdoor un’eleganza tattile, resistente e leggera. La cura artigianale diventa così un elemento identitario, capace di definire lo stile senza rinunciare a comfort e durabilità.
Accanto a Soffio, la sedia Vela racconta la famiglia di sedute pensate per abitazioni e contract, con schienale intercambiabile e un’ampia gamma di rivestimenti. La personalizzazione non è un vezzo, ma una strategia di progettazione: rinnovare una seduta nel tempo, adeguarla a contesti diversi, giocare con soluzioni bicolore e tessuti tecnici. È il modo con cui il brand traduce la sartorialità italiana in una proposta completa e coordinata per la zona giorno.
Orologi e specchi: scenografie verticali
Nei progetti più scenografici, grandi orologi e specchi diventano totem domestici: oggetti funzionali che allargano la percezione degli spazi e catturano la luce. La loro presenza costruisce una gerarchia visiva che guida lo sguardo e disegna piani di profondità. È una scelta che interpreta bene gli interni contemporanei, dove pochi elementi iconici, ben posizionati, definiscono carattere e identità della casa con una forza espressiva immediata.
La coerenza estetica si estende a tavoli, sedie, sgabelli e librerie, per un total look living in cui le finiture calde — come il bronzo — amplificano l’allure degli ambienti. L’obiettivo è far convivere comfort e rappresentazione: la casa come racconto personale, mai gridato, in cui i dettagli fanno la differenza e la qualità dei materiali si percepisce al primo sguardo.
Fastbed: quando lo spazio diventa flessibile
Le soluzioni salvaspazio di Fastbed rispondono a un’esigenza concreta: trasformare ambienti compatti senza rinunciare a comodità e stile. Letti a scomparsa, sistemi integrati con divani, piani scrittoio e configurazioni che si aprono in un gesto: la progettazione mira a liberare metri quadrati e a moltiplicarne l’uso, con meccanismi sicuri e materiali pensati per durare. È un’idea di casa agile, adatta a famiglie, home office e case vacanza.
Tra i modelli, il castello verticale Oliver mostra bene la logica del doppio uso: da chiuso è parete discreta, da aperto è struttura stabile con reti a doghe e materassi generosi, pronta ad accogliere ospiti o a gestire stanze condivise. Il valore sta nella semplicità d’impiego e nella possibilità di personalizzare finiture e accessori in base alle reali abitudini domestiche.
Legno che rinasce: il laboratorio che unisce creatività e inclusione
Per la prima volta in fiera, RestautLab porta il proprio laboratorio creativo nato dal progetto “RestAut – Vivere a Colori con l’Autismo”. Vecchi mobili vengono trasformati in pezzi unici e, soprattutto, diventano strumento di formazione e inclusione lavorativa per giovani adulti autistici. È una narrazione potente: il recupero del legno incontra la sostenibilità sociale, con processi che valorizzano materiali ecologici e un sapere artigiano condiviso.
La Fondazione che sostiene il progetto racconta una crescita costante, tra bandi regionali e donazioni, con l’obiettivo di costruire opportunità professionali e autonomia. In fiera, questa storia incontra migliaia di visitatori, offrendo uno sguardo concreto su come il design possa farsi veicolo di cittadinanza attiva e di comunità. È un messaggio che va oltre l’oggetto: la bellezza prende forma quando include.
Una filiera che crea valore: istituzioni, imprese, pubblico
L’ecosistema che ruota attorno a Moacasa è sostenuto da reti istituzionali e associative. Le selezioni promosse da Regione Lazio e Camera di Commercio di Roma favoriscono la presenza di decine di imprese locali, spingendo l’internazionalizzazione e l’incontro con nuovi mercati. È un segnale chiaro: la casa italiana continua a convincere grazie alla qualità dei manufatti, alla progettualità e a un’idea di stile che il mondo riconosce e apprezza.
Nel corso degli anni, la manifestazione ha ospitato collaborazioni con università, aree dedicate all’artigianato, servizi di consulenza per la progettazione degli interni: tasselli che compongono un sistema capace di formare, informare e accompagnare il pubblico nelle scelte. È in questo intreccio di competenze che la fiera trova la sua forza: mettere in relazione chi produce, chi progetta e chi abita, con una attenzione concreta ai bisogni reali.
Domande in 60 secondi
Quando si svolge esattamente Moacasa 2025?
Dal 25 ottobre al 2 novembre 2025, alla Fiera di Roma. Gli orari prevedono apertura 10-20 nei weekend e 15-20 nei feriali.
Perché questa edizione è speciale?
Segna i 50 anni dalla fondazione di MOA Società Cooperativa, con una programmazione che valorizza storia, innovazione e filiera del Made in Italy.
Quali brand indicano il trend dell’integrazione tecnologica “invisibile”?
Tra gli altri, Tomasella con Primafila e Vision per l’integrazione TV negli armadi, e i sistemi di automazione per portoni con app dedicate come Ultra Motion.
C’è spazio per progetti sociali e sostenibili?
Sì, il laboratorio RestautLab porta in fiera il restyling creativo di mobili, promuovendo inclusione lavorativa di giovani adulti autistici e l’uso di materiali ecologici.
Uno sguardo che resta
Questa edizione ci ricorda che la casa non è mai ferma: cambia con noi, con le nostre scelte e con le tecnologie che impariamo a domare. Dai sistemi che scompaiono nell’arredo alle sedute intrecciate a mano, dai progetti su misura alle storie che restituiscono dignità attraverso il lavoro, Moacasa condensa una visione del vivere che tocca mente e cuore. È qui che riconosciamo la cifra editoriale che ci guida: cercare ogni volta il filo umano dentro l’innovazione, per raccontare un’idea di bellezza che appartiene davvero a chi la abita.
