Un filo unisce il Sonego di Melbourne al Sonego che oggi si presenta sul Centrale di Stoccolma: la convinzione. In questi mesi lo abbiamo visto stringere i denti, scegliere i colpi con lucidità, accettare le montagne russe del calendario. Oggi torna dove si sta bene se si ama il ritmo: indoor, palla veloce, decisioni prese in un battito. I quarti al BNP Paribas Nordic Open sono una soglia che pesa sul braccio e alleggerisce la testa: l’aria si taglia, ma chi ama queste atmosfere ci entra dentro.
La partita che lo aspetta non è una tappa qualunque. Ugo Humbert dall’altra parte della rete è un avversario che non concede abitudini. Il programma ufficiale mette il loro confronto in apertura di giornata sul Centre Court (ore 12:00 locali): niente alibi, si scende subito, a freddo solo all’apparenza. Voi, che lo seguite da tempo, sapete quanto Lorenzo sappia accendersi quando le giornate richiedono presenza totale, senza intermittenze.
Il percorso a Stoccolma: due vittorie nette
Per arrivare ai quarti Sonego ha scritto un percorso pulito. Primo turno: successo in due set sull’inglese Arthur Fery, 6‑4 6‑2, una partita amministrata con attenzione nelle fasi di cambio ritmo, con la sensazione costante di avere il timone. Match breve, utile a prendere misure e tempi del campo. È il tipo di avvio che ti mette dentro al torneo senza toglierti energia.
Secondo turno: un gradino sopra come intensità e qualità, perché Aleksandar Kovacevic è avversario che spinge e cerca spiragli corti. Lorenzo ha risposto con un tie‑break chirurgico nel primo set e un 6‑1 secco nel secondo: 7‑6(3) 6‑1, la firma di chi sente il campo e non ha voglia di complicarsi la vita. Vittoria che lo ha rimesso tra i migliori otto con la tranquillità di chi sa dove sta andando.
La sfida con Humbert
E adesso Humbert. La storia recente racconta due incroci nel 2025: a Marsiglia quarti indoor (il terreno di oggi), successo del francese 6‑4 6‑4; a Eastbourne, su erba, ancora Humbert in due set (7‑5 6‑4). Non è una condanna, è una mappa: ti dice cosa ha funzionato meno e dove forzare. Un confronto che vive di dettagli: prime palle tese, risposta profonda, qualche variazione di rovescio per non offrire bersagli. Oggi si riparte da lì, con un palcoscenico simile a Marsiglia.
Se c’è un dato che ci accompagna con senso pratico è la comodità di Lorenzo sulle quattro superfici: ha messo un trofeo su erba, terra, indoor hard e outdoor hard. È un bagaglio che torna utile quando la partita chiede alternative. E l’indoor di Stoccolma, per chi ama decidere col servizio e con la prima accelerazione, non perdona esitazioni: qui chi esita, lascia campo.
Il 2025 di Sonego, dall’Australia a oggi
Per capire il presente bisogna tornare a Melbourne. A gennaio Sonego ha tagliato un traguardo che si porta addosso: primi quarti di finale in uno Slam, costruiti anche con il successo sul 19enne Learner Tien (6‑3 6‑2 3‑6 6‑1). Una corsa che ha mostrato il lato più maturo del suo tennis e una gestione emotiva cresciuta. Quando si sblocca quel tipo di porta, cambiano le proporzioni delle settimane successive.
Poi è arrivato Ben Shelton nei quarti, partita vera e punteggio che dice tutto: 6‑4 7‑5 4‑6 7‑6(4). Qui Lorenzo ha tenuto il corridoio centrale della partita fino al tie‑break finale, mostrando che il gap non è fatto di talento ma di momenti. Quella sera si è preso comunque qualcosa che resta: la consapevolezza di potersela giocare quando la posta sale. Più avanti, a Roland Garros, ancora Shelton in cinque set: notti che formano il callo giusto.
Identikit rapido
Trent’anni, torinese, 1,91 di altezza, destro con rovescio a due mani, allenato da Fabio Colangelo. In carriera ha messo insieme quattro titoli ATP: Antalya 2019, Cagliari 2021, Metz 2022 e Winston‑Salem 2024 (6‑0 6‑3 in finale su Alex Michelsen). Sono trofei che raccontano versatilità e capacità di adattamento. E sì, c’è anche l’altra faccia pubblica di Lorenzo: la musica, che accompagna da anni i suoi passi sul circuito.
Questa mattina Stoccolma gli chiede la cosa più semplice e la più difficile: restare dentro la partita punto per punto. Voi, guardandolo, riconoscerete quel gesto dopo ogni scambio vinto, quella micro‑pausa al fiato, lo sguardo che pesa sul piatto corde prima di servire. Non servono promesse, servono prime alte e piedi veloci. È così che si apre una finestra, anche contro chi in stagione ti ha già battuto due volte.
Cosa cambia oggi
Il calendario è chiaro: quarti dalle 12:00 sul Centrale, poi a seguire il resto del programma. La cornice è l’ATP 250 di Stoccolma, una settimana che da sempre premia chi decide in anticipo il colpo successivo. E Lorenzo, in questo, ha un istinto che conosciamo: quando la prima entra e la risposta resta profonda, si spalanca quel ventaglio di soluzioni che lo ha riportato a competere tra i migliori otto anche qui. Serve attenzione, non timore.
Infine, un promemoria per tutti noi: la carriera è un film lungo, non una foto. I quarti di oggi non scrivono un destino, ma pesano. Vogliamo sentirlo libero di cambiare ritmo, di prendersi la rete, di variare con il rovescio quando serve. Vogliamo vederlo se stesso. Il resto verrà: punto, gioco, set. E – se l’inerzia gira – qualcosa in più.
