Nei mesi successivi all’uscita di Honey Don’t!, il progetto conclusivo della trilogia queer firmata Ethan Coen e Tricia Cooke ha preso forma con un titolo che già incuriosisce: Go, Beavers!. Le indiscrezioni sul cast rilanciano l’asse creativo con Margaret Qualley e Aubrey Plaza, mentre si delinea un deciso cambio di registro narrativo.
Cosa sappiamo su Go, Beavers!
Secondo ricostruzioni recenti, Go, Beavers! ruota attorno alla reunion di una squadra universitaria di canottaggio composta da donne lesbiche, un’idea che segna uno scarto netto rispetto ai toni crime-caper dei due capitoli precedenti. In un’intervista ripresa dalla stampa di settore, Tricia Cooke ha descritto il film come un percorso lungo un “fiume della vita”, ponendo l’accento su natura e relazioni femminili, in contrasto con i classici survival imperniati sulla dialettica tra “uomo e natura”. Questo orientamento è stato raccontato in chiave programmatica da testate come Entertainment Weekly, che hanno collocato il terzo titolo come deviazione di genere a tutti gli effetti.
Si registrano però versioni parzialmente differenti sui dettagli: alcune testate specializzate hanno riportato un’impostazione più cupa, con il gruppo che, dopo essersi ritrovato, vedrebbe le sue componenti morire misteriosamente una dopo l’altra; lo scenario è stato avvicinato, per tono, a titoli come Deliverance o Walkabout, ma riletto con uno sguardo esplicitamente femminile e queer. Queste sfumature emergono in particolare da interviste e approfondimenti rivolti al pubblico LGBTQ+, che sottolineano l’ispirazione survival e psichedelica evocata da Cooke.
Stato del progetto, trattative e il nodo del casting
L’interesse del pubblico si concentra oggi su un punto: chi guiderà davvero il film sullo schermo. Le dichiarazioni più prudenti parlano di un copione ancora in lavorazione fino a poche settimane fa e del desiderio, da parte degli autori, di richiamare volti ricorrenti della trilogia, a partire da Margaret Qualley. La stessa Entertainment Weekly ha riferito che gli autori “sperano” di reintegrarla, insieme ad altri interpreti già visti, a conferma di un immaginario condiviso in evoluzione. Nel frattempo, indiscrezioni provenienti da siti di settore suggeriscono che Qualley e Aubrey Plaza sarebbero in trattative, con la sceneggiatura considerata pronta ma in attesa di un distributore. In assenza di comunicazioni ufficiali, prendiamo atto del quadro in movimento, separando fatti confermati da voci attendibili ma non definitive.
Il dialogo tra regista e attrice, peraltro, è tutt’altro che episodico: nelle scorse settimane Vogue ha raccontato il sodalizio artistico tra Ethan Coen e Aubrey Plaza, esteso dal cinema al palcoscenico con la pièce Let’s Love! all’Atlantic Theater Company di New York. È un indizio significativo della reciproca fiducia che sostiene nuove collaborazioni, anche oltre la trilogia cinematografica. Questo fil rouge creativo consolida la prospettiva che Plaza resti una voce importante nell’universo immaginato dal duo Coen–Cooke.
Il cuore della trilogia: riscattare il genere con uno sguardo diverso
L’idea che muove i tre film nasce dalla volontà di “riprendersi” i codici del cinema popolare e piegarli a un’ottica dichiaratamente lesbica, ludica e sfrontata. Lo ha spiegato la stessa Tricia Cooke in un profilo pubblicato dal New Yorker, che ha ricostruito l’origine ventennale di questa scrittura condivisa. Non si tratta di un gesto ideologico in astratto, ma di un lavoro sulla forma: il tono camp, la contaminazione tra noir, commedia e pulp, l’eros che trapela senza filtri, la libertà con cui si rigiocano cliché e topoi del B-movie. Un progetto che abbraccia l’eccesso come gesto estetico e apre spazio a personaggi femminili complessi, imperfetti, vitali.
Da Drive-Away Dolls a Honey Don’t!, fino a Go, Beavers!, il filo conduttore non è il genere in sé, ma lo sguardo che lo trasforma. Il primo capitolo ha reclamato la dimensione del road movie queer; il secondo ha spostato la bussola sul neo-noir a tinte ironiche; il terzo, stando alle anticipazioni, abbandona l’indagine per inseguire la prova di sopravvivenza, il confronto con la natura e con il tempo, la memoria di una squadra che torna in barca per capire chi è diventata. È qui che la trilogia cerca il suo approdo, sottraendo il racconto d’avventura alla centralità maschile e liberandolo dalle abitudini dello sguardo consueto.
Le tappe fin qui: uscite, incassi, ricezione
Drive-Away Dolls (2024) ha segnato il debutto solista di Ethan Coen alla regia lunga, con risultati economici contenuti ma coerenti con la sua natura di produzione indipendente. I dati certificati indicano un totale worldwide poco sotto gli 8 milioni di dollari, con oltre 5 milioni nel mercato nordamericano e circa 2,9 milioni sui mercati internazionali. Un bilancio misurato, in linea con un lancio distributivo mirato e con la specificità di un film che ha scelto di parlare a una nicchia senza rinunciare alla propria cifra autoriale.
Honey Don’t! ha proseguito il percorso, presentato in prima mondiale alle proiezioni di mezzanotte del Festival di Cannes il 24 maggio 2025 e uscito nelle sale statunitensi il 22 agosto. A oggi i dati consolidati attestano un box office di circa 6,7 milioni di dollari worldwide. La corsa distributiva continua in home viewing: la finestra PVOD si è aperta a inizio settembre e l’approdo su Peacock è stato fissato per il 3 ottobre 2025, ampliando il bacino potenziale e stimolando un secondo tempo di discussione critica e di pubblico.
Qualley e Plaza: un asse creativo in evoluzione
Nel mosaico della trilogia, Margaret Qualley e Aubrey Plaza non sono semplici interpreti: rappresentano la cerniera tra l’intuizione autoriale e il suo rispecchiarsi nei personaggi. Qualley, protagonista anche musicale in Honey Don’t!, ha dichiarato in più occasioni l’attrazione per questo universo, mentre Plaza ha ritrovato in Coen un partner capace di valorizzarne i registri più audaci. L’attesa per Go, Beavers! è quindi anche attesa di una continuità espressiva, pur dentro una storia nuova e un genere che vira verso il survival. Le cronache più attendibili parlano di “trattative” e di un desiderio condiviso di ritrovarsi sul set.
Un tassello in più viene dagli approfondimenti rivolti alla comunità queer, che hanno raccolto indicazioni su tono e ispirazioni del terzo film, tra richiami a Walkabout e suggestioni più cupe. La prospettiva di rivedere coppie e volti già cari al pubblico è un elemento di continuità, ma l’orizzonte tematico promette un terreno diverso, più fisico e interiore al tempo stesso. In questo orizzonte, l’intesa tra regista e interpreti può diventare carburante narrativo, capace di trasformare la sfida del genere in racconto emotivo.
Tra certezze e incognite: cosa aspettarsi adesso
La fase in cui si trova Go, Beavers! è quella delle scelte strategiche: tempi di lavorazione, composizione definitiva del cast, assetto distributivo. Su questi punti, le informazioni pubbliche restano in parte fluide. Alcune ricostruzioni parlano di sceneggiatura completata e di assenza, per ora, di un distributore; altre, più caute, indicano un copione ancora in lavorazione a fine estate. È fisiologico che si sovrappongano versioni diverse in un frangente in cui i dossier sono aperti e le trattative possono cambiare il quadro da un giorno all’altro. L’attenzione resta alta, ma il metodo non cambia: distinguere tra annunci ufficiali, speranze degli autori e rumors di filiera.
Quel che emerge con chiarezza è la coerenza del disegno autoriale: chiudere un trittico nato per ribaltare i codici del genere e farlo senza ripetersi, scegliendo un terreno rischioso come la wilderness e la memoria condivisa di una squadra. La sfida è narrativa e produttiva insieme: dare forma a un’idea maturata in più di vent’anni di scrittura, già tracciata sulle pagine del New Yorker, e portarla a compimento con la stessa libertà che ha guidato i due film precedenti. È un equilibrio delicato, che chiede tempo e decisioni ponderate.
Domande lampo, risposte chiare
Qual è lo status ufficiale di Go, Beavers!? Le informazioni più recenti parlano di sviluppo avanzato, con versioni discordanti sul completamento dello script; non c’è un annuncio di distribuzione confermato.
Margaret Qualley e Aubrey Plaza ci saranno? Le fonti di settore riferiscono trattative in corso e un forte desiderio degli autori di ritrovarle nel cast; finora non è arrivata una conferma ufficiale.
Come si collega agli altri due film? Condivide lo sguardo queer e l’uso dei codici del B-movie, ma cambia genere: meno crime, più survival e natura, con un’attenzione specifica a donne e relazioni.
Che risultati hanno avuto i primi due titoli al botteghino? Drive-Away Dolls ha incassato circa 7,9 milioni di dollari worldwide; Honey Don’t! è intorno ai 6,7 milioni e ha proseguito la corsa su PVOD e, dal 3 ottobre 2025, su Peacock.
Ci piace leggere Go, Beavers! come una sfida di maturità: dopo aver attraversato strada, desiderio e indagine, la trilogia approda a un viaggio più fisico e simbolico, dove il ritmo delle pagaiate si mescola alle scelte che definiscono chi siamo. Se il cinema popolare può essere ripensato dalla radice, è perché qualcuno ha il coraggio di spostarne l’asse e di ascoltare voci a lungo rimaste ai margini. È questo, oggi, il baricentro che ci interessa: una narrazione che non chiede permesso, ma chiede verità.
