Inclusione, collaborazione e visione condivisa hanno preso forma in Umbria, dove un percorso avviato a marzo ha unito impresa, Terzo Settore e comunità locali per valorizzare progetti dedicati alle donne, dall’empowerment alla tutela, fino alla crescita professionale. Una sinergia concreta, presentata nello stabilimento Perugina di San Sisto, che apre nuove strade al cambiamento sociale.
Un percorso nato dall’ascolto
Il bando “Connessioni al Femminile per il Cambiamento”, promosso da Nestlé con il marchio Baci Perugina insieme a Rete del Dono e al Cesvol Umbria, ha preso il via ufficialmente a Perugia con l’obiettivo di sostenere progetti capaci di generare valore per le donne e per le comunità. L’iniziativa si ispira alla storia di Luisa Spagnoli, imprenditrice che agli inizi del Novecento aprì spazi professionali e sociali a molte lavoratrici, un’eredità che oggi diventa metodo: formare, connettere, mobilitare persone e risorse verso obiettivi condivisi, dalla partecipazione attiva all’inclusione. L’avvio e le finalità sono state raccontate in un comunicato dell’azienda diffuso da Nestlé Italia il 6 maggio 2025, che ha ribadito la centralità dell’Umbria e del suo tessuto sociale come motore di questa azione collettiva, in dialogo costante con il territorio e i suoi attori chiave.
La Call4Ideas è stata rivolta agli Enti del Terzo Settore impegnati su empowerment, autonomia e inclusione. Il percorso ha previsto una selezione delle proposte e un ciclo di formazione dedicato a digitale e crowdfunding, curato da Rete del Dono, per rafforzare le competenze di promozione, raccolta fondi e attivazione della comunità. A valle della formazione, i progetti finalisti sono stati valutati anche con il coinvolgimento delle persone dello stabilimento Perugina, a conferma di un modello partecipativo che intreccia impresa e territorio. Nelle informazioni pubblicate da Rete del Dono viene indicato anche un meccanismo di raddoppio delle donazioni fino a 10.000 euro, pensato per amplificare l’impatto sociale generato dalla raccolta.
La selezione e il ruolo della comunità
Fin dall’inizio l’attenzione si è concentrata su progetti in grado di parlare di empowerment, inclusione e solidarietà, coerenti con lo spirito di Baci Perugina. Alla chiamata hanno risposto diverse realtà del territorio e, tra le proposte pervenute, sono stati individuati i “migliori progetti” che hanno incarnato con chiarezza lo scopo dell’iniziativa: la Cooperativa Pepita, L’Albero della Vita e il Centro Internazionale per la Pace. Questa rosa, emersa durante la fase di valutazione, ha testimoniato come la qualità delle idee e la capacità di creare reti possano diventare catalizzatori di fiducia e partecipazione. La scelta di dare spazio a percorsi concreti e misurabili è stata sottolineata in conferenza stampa, rimarcando un’adesione convinta ai valori condivisi tra associazioni e impresa, come spiegato nell’annuncio ufficiale dell’azienda e nelle ricostruzioni della stampa locale e nazionale intervenute sull’argomento.
Il coinvolgimento diretto della comunità aziendale ha segnato un passaggio simbolico e operativo insieme: le persone dello stabilimento Perugina hanno espresso la propria preferenza tramite una votazione digitale, in una fase decisiva del percorso. La successiva attivazione della campagna di crowdfunding ha rappresentato il ponte tra il lavoro delle organizzazioni e la partecipazione dei cittadini, sostenuta da un piano di comunicazione dedicato. Questo modello a più voci — formazione, selezione, voto, raccolta — ha reso visibile una responsabilità condivisa, dove il sostegno dell’azienda si intreccia con l’impegno di chi ogni giorno vive, lavora e fa crescere la comunità. Il quadro complessivo emerge dalle note di Nestlé e dalla scheda del bando ospitata da Rete del Dono, che illustrano anche la logica di matching delle donazioni.
Pepita e la casa che unisce generazioni
Tra i finalisti, la Cooperativa Pepita è stata indicata come progetto selezionato nell’ambito di “Connessioni al Femminile”, con annuncio pubblico allo stabilimento Perugina di San Sisto. Il cuore dell’iniziativa è la creazione di uno spazio di relazione dove donne anziane, studentesse e neomamme possano incontrarsi, scambiarsi competenze, intrecciare saperi manuali e digitali, combattendo isolamento e fragilità. La prospettiva operativa si muove dalla cura dei legami alla crescita delle possibilità concrete, in una dimensione inclusiva e intergenerazionale. La presentazione ufficiale, diffusa dalle agenzie il 16 ottobre 2025, ha sottolineato la centralità dei contesti umbri e la volontà di costruire un modello di prossimità che valorizzi comunità e autonomie personali. Così è stato ricostruito dalle cronache dell’ANSA e dai resoconti della stampa locale.
La cooperativa ha annunciato il lancio della propria campagna di crowdfunding su Rete del Dono con una finestra temporale precisa: dal 17 ottobre 2025 al 17 gennaio 2026, un passaggio che intende coinvolgere attivamente cittadine e cittadini in Umbria e oltre. L’azienda ha reso noto che sosterrà l’iniziativa, contribuendo a rafforzare l’impatto della raccolta fondi. Sui media è stato evidenziato anche il raccordo con il metodo del bando — ascolto, formazione, voto, attivazione — per accompagnare l’idea dall’ideazione alla realizzazione. Le tempistiche e gli obiettivi sono stati riportati da ANSA e rilanciati dalla testata umbra Tuttoggi, che ha descritto lo sviluppo del progetto e l’impegno a radicarlo nei territori, in particolare anche in aree rurali.
Luisa Spagnoli, Baci Perugina e un’identità che si rinnova
L’iniziativa mantiene un filo diretto con la tradizione dei Baci Perugina e con la figura di Luisa Spagnoli, imprenditrice che seppe leggere i bisogni del suo tempo e fare delle fabbriche luoghi di crescita sociale. Questo richiamo non è un orpello narrativo, ma una scelta di continuità: ripartire da una storia radicata a Perugia per generare un impatto attuale, nel segno della dignità del lavoro, del riconoscimento delle capacità e della promozione di opportunità concrete. Nei materiali ufficiali diffusi da Nestlé Italia, l’Umbria è indicata come baricentro di una responsabilità che si aggiorna e si allarga, includendo reti civiche, enti e persone, con l’obiettivo di costruire un equilibrio più giusto nelle comunità.
Nelle dichiarazioni istituzionali condivise nel corso del progetto, i vertici aziendali hanno messo l’accento su un impegno culturale e sociale prima ancora che economico: sostenere il ruolo delle donne come motore di innovazione, creare ponti tra impresa, organizzazioni e cittadini, promuovere interventi misurabili, capaci di tradurre in azione le parole. Una linea ribadita sia nei documenti di presentazione del bando sia nelle cronache della conferenza stampa, dove è stato rimarcato il contributo del marchio Baci Perugina come interprete del legame con il territorio. Le note ufficiali e i resoconti giornalistici convergono su un punto: la costruzione di una comunità più equa passa da percorsi concreti e condivisi, sostenuti e monitorati con trasparenza.
Strumenti, raccolta e impatto: come partecipare
Per gli enti selezionati, il programma ha previsto competenze dedicate a fundraising digitale, community building e comunicazione, così da trasformare idee ad alto potenziale in progetti sostenibili nel tempo. La campagna su Rete del Dono rappresenta il momento in cui l’energia progettuale incontra la responsabilità diffusa: donazioni tracciate, obiettivi chiari, attività raccontate passo dopo passo. Secondo la documentazione pubblica, il meccanismo di matching fino a 10.000 euro rafforza ogni contributo raccolto, moltiplicandone l’effetto e consentendo di raggiungere più in fretta traguardi che incidono sulla vita quotidiana delle beneficiarie e delle loro famiglie. Il disegno è descritto nelle pagine di Rete del Dono e nel comunicato di lancio.
La partecipazione della comunità locale non è un dettaglio accessorio, ma l’architrave del progetto: ascolto dei bisogni, riconoscimento delle competenze, messa in rete di esperienze e risorse. Il Cesvol Umbria ha fornito supporto territoriale, mentre Rete del Dono ha curato formazione e accompagnamento, a conferma di un ecosistema che tiene insieme prossimità e professionalità. La conferenza di Perugia ha dato sostanza pubblica a questo percorso, con l’annuncio della cooperativa selezionata e la presentazione della campagna di raccolta fondi. La cornice, riportata dalle principali agenzie e dalla stampa locale, delinea una strada che parte dalle comunità per tornare alle comunità, affinché le donne possano accedere a opportunità più stabili e a spazi di relazione sicuri.
Domande in primo piano
Chi può sostenere il progetto selezionato e in che modo? Ogni persona può contribuire attraverso la campagna di crowdfunding attiva su Rete del Dono tra il 17 ottobre 2025 e il 17 gennaio 2026; le donazioni, secondo quanto comunicato, vengono potenziate dal meccanismo di raddoppio fino a 10.000 euro, così da incrementare l’impatto delle risorse raccolte e accelerare la realizzazione delle attività previste dalla cooperativa.
Qual è il valore aggiunto di “Connessioni al Femminile” per il territorio umbro? L’iniziativa coniuga formazione, voto partecipato e raccolta fondi, coinvolgendo cittadini, enti e lavoratrici e lavoratori dello stabilimento Perugina. Questo modello integra prossimità e competenze, agisce su bisogni reali e trasforma l’eredità di Luisa Spagnoli in azioni concrete per l’inclusione e l’autonomia delle donne, con una filiera della trasparenza che parte dal bando e arriva alla rendicontazione.
Perché è stata scelta la Cooperativa Pepita? La selezione ha premiato un progetto che crea uno spazio di incontro tra generazioni, unendo saperi manuali e digitali per contrastare isolamento e fragilità. La proposta è stata ritenuta capace di attivare la comunità e produrre effetti misurabili nel tempo, ragioni illustrate durante la conferenza allo stabilimento Perugina e riprese dalle cronache locali e nazionali.
Una riflessione che ci riguarda
Quando un’azienda chiama a raccolta associazioni, cittadini e istituzioni per mettere al centro l’autonomia delle donne, non fa solo responsabilità sociale: costruisce fiducia. Qui la storia industriale si intreccia con la vita quotidiana, in una narrazione che non resta sul palco, ma scende tra le persone. L’Umbria diventa laboratorio credibile di collaborazione, e l’incontro tra generazioni si trasforma in azione. È da questo noi concreto che può nascere un cambiamento che dura, capace di tenere insieme cura, dignità e futuro.
