Paolo Virzì ha presentato a Roma il suo nuovo film Cinque secondi, scegliendo Valerio Mastandrea come interprete imprescindibile. La pellicola, attesa nelle sale italiane dal 30 ottobre con Vision Distribution, è stata mostrata in anteprima nella sezione Grand Public della Festa del Cinema. Un racconto di crisi personale e rinascita che interroga responsabilità, legami e futuro.
Un legame artistico che non conosce alternative
Nel presentare il film, il regista livornese ha sottolineato con decisione quanto il ruolo fosse cucito addosso a Valerio Mastandrea. Ha spiegato di aver bisogno dell’attore “giusto, a qualsiasi costo”, arrivando a dichiarare che avrebbe atteso anche anni pur di averlo sul set. Non una scelta tattica, ma la consapevolezza che il protagonista di Cinque secondi richiede una sensibilità capace di tenere insieme ironia, malinconia e rabbia trattenuta. Queste parole sono emerse durante gli incontri con la stampa e sono state riprese dalla testata specializzata Movieplayer, che ha raccolto il passaggio in cui Virzì rimarca l’assoluta insostituibilità dell’attore.
A quella dichiarazione vibrante ha fatto eco la risposta di Mastandrea, che ha parlato di un attendersi reciproco nato negli anni, tra provini, ruoli rimandati e scelte condivise. Un’alleanza fondata su stima, rispetto e amicizia, maturata progetto dopo progetto e approdata a un personaggio che pretende misura ed empatia. Nelle parole dell’attore c’è la memoria di un dialogo costante con Virzì: prima si provano strade diverse, poi ci si ritrova e si scava più a fondo, finché il ruolo prende la sua forma naturale. Anche questa sfumatura è stata riportata da Movieplayer nelle cronache della presentazione.
Il racconto di un uomo ai margini e una comunità che rifiorisce
La storia si apre su un uomo ruvido e solitario che ha scelto di isolarsi nelle stalle ristrutturate di Villa Guelfi, una dimora nobiliare ormai allo stremo. L’arrivo inatteso di un gruppo di ragazze e ragazzi, molti dei quali formati in agronomia, ribalta abitudini e convinzioni: quei giovani si insediano nella villa con l’obiettivo di far rinascere i terreni e i vigneti abbandonati. Tra loro spicca Matilde, legata a quel luogo da un passato familiare intenso. La descrizione dell’anteprima e della trama è stata dettagliata nel programma ufficiale della Festa e ripresa, tra gli altri, da Vogue Italia.
Virzì ha definito il suo lavoro “doloroso”, eppure attraversato da una fessura di fiducia nella natura umana. Non c’è ottimismo di maniera: c’è il desiderio di osservare l’abisso personale di chi rimette in discussione tutto, fino a sfiorare un’idea diversa di famiglia e dovere. Il rapporto tra generazioni, la paternità e il senso di responsabilità diventano i cardini di un cammino che porta il protagonista a misurarsi con sé stesso attraverso l’attrito e l’incontro con chi prova, ostinatamente, a far rifiorire la terra. Queste linee tematiche sono state sottolineate dallo stesso regista durante la presentazione, come riportato da Movieplayer.
Roma, la cornice del debutto
L’anteprima di Cinque secondi è andata in scena alla Festa del Cinema di Roma, che celebra quest’anno la sua ventesima edizione dal 15 al 26 ottobre 2025. L’evento si svolge all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, con una programmazione diffusa in diversi luoghi della capitale. La presenza del film nella sezione Grand Public e l’orario della proiezione del 17 ottobre sono stati confermati dal sito ufficiale della Fondazione Cinema per Roma e dal calendario della rassegna.
La sezione Grand Public è pensata per opere capaci di parlare direttamente al pubblico più ampio, senza rinunciare all’ambizione autoriale. In questo solco si colloca il nuovo lavoro di Virzì, come evidenziato nelle panoramiche editoriali dedicate al programma di quest’anno e nelle analisi che raccontano la vocazione popolare e inclusiva della selezione. Questa lettura del contesto è stata rilanciata da Roma Sport Spettacolo e ripresa dalle guide ai titoli da non perdere, inclusi i focus di Sky TG24.
Dal festival alle sale: calendario e distribuzione
Dopo l’anteprima romana, il film arriva in sala in Italia giovedì 30 ottobre 2025, distribuito da Vision Distribution. La data è stata comunicata con il lancio del trailer estivo e ribadita nei materiali informativi successivi, che collocano l’uscita a ridosso della chiusura della Festa del Cinema. Le conferme sono arrivate da Sky TG24 in occasione della pubblicazione del trailer e dalla scheda tecnica consolidata di CinemaItaliano, che monitora i titoli nazionali.
Sul versante industriale, la produzione vede al lavoro Greenboo Production e Indiana Production, in associazione con Vision Distribution e Motorino Amaranto, con la collaborazione di Sky e Playtime. La distribuzione italiana è affidata a Vision Distribution, quella francese a PAN Distribution, mentre le vendite internazionali sono curate da Playtime: un assetto che proietta il progetto oltreconfine. Questi elementi sono stati resi noti nei materiali diffusi da Different Magazine e nelle note di CinemaItaliano.
Il cast e i volti della storia
Accanto a Valerio Mastandrea, il film schiera Galatea Bellugi, Ilaria Spada, Anna Ferraioli Ravel e Valeria Bruni Tedeschi. È un ensemble che incrocia sguardi, età e tonalità espressive differenti, ricomponendo un mosaico umano in cui il protagonista viene continuamente messo alla prova. L’attenzione per un parterre di attrici con ruoli significativi, al fianco di un personaggio maschile in crisi, emerge con chiarezza nei servizi dedicati alla presentazione romana e nelle anteprime editoriali pubblicate a settembre.
La figura centrale del racconto porta il nome di Adriano Sereni, un uomo che si protegge dal mondo con ostinazione, fino a quando la caparbietà dei più giovani inceppa la sua routine e lo costringe a riallineare il proprio sguardo. Il legame di Matilde con Villa Guelfi, maturato fin dall’infanzia, diventa il filo buono per cucire una convivenza possibile. Questi dettagli drammaturgici sono emersi nelle schede dei cinema e negli aggiornamenti delle banche dati specializzate, che hanno consolidato ruoli e ambientazione.
Traiettorie d’autore: un capitolo che dialoga con la filmografia
Il nuovo film trova posto in un percorso autoriale che negli ultimi anni ha affrontato la frattura sociale e l’emergenza climatica con Siccità, presentato alla Mostra di Venezia e premiato dalla critica per musica e visione corale. Quel lavoro, accolto con attenzione dalla stampa e dal pubblico, ha messo in scena un tessuto di personaggi spinti al limite per osservare reazioni e responsabilità. La traiettoria, oggi, piega verso un’indagine più intima, senza rinunciare alla tensione etica che attraversa il cinema di Virzì. I riscontri e i riconoscimenti di Siccità sono ampiamente documentati nelle voci enciclopediche aggiornate.
Con Cinque secondi, l’autore mette a fuoco il rapporto tra l’individuo e una comunità che insiste nel coltivare, nel senso letterale e simbolico, uno spazio condiviso. È un confronto che passa per sguardi, ostinazioni, piccoli gesti, fino a trovare una vibrazione di fiducia, mai scontata. Il passaggio dal respiro apocalittico di un racconto corale a una storia di prossimità umana non segna una discontinuità, ma un cambio di scala che valorizza la stessa urgenza morale già riconoscibile nelle opere recenti. Le linee tematiche sono state richiamate dal regista nelle sue dichiarazioni pubbliche.
Domande lampo per orientarsi
Quando esce al cinema?
Il film arriva nelle sale italiane giovedì 30 ottobre 2025, distribuito da Vision Distribution.
Dove c’è stata l’anteprima?
Alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, con proiezione del 17 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Chi compone il cast principale?
Valerio Mastandrea guida un ensemble che include Galatea Bellugi, Ilaria Spada, Anna Ferraioli Ravel e Valeria Bruni Tedeschi.
Chi ha scritto la sceneggiatura?
La scrittura è firmata da Paolo Virzì insieme a Francesco Bruni e Carlo Virzì.
Qual è il cuore tematico del film?
Paternità, responsabilità, rapporto tra generazioni e un fragile spiraglio di fiducia nella natura umana, filtrati attraverso la crisi e il possibile riscatto del protagonista.
Perché proprio Mastandrea?
Per il regista era l’unico interprete in grado di reggere l’equilibrio tra durezza e tenerezza richiesto dal personaggio; un’affinità artistica consolidata nel tempo.
Da osservatori attenti del racconto cinematografico, riconosciamo in Cinque secondi un invito a rimettere ordine nelle priorità, a interrogarci su come prendersi cura degli altri e di ciò che ci circonda. Il passo avanti di Virzì non sta nell’alzare la voce, ma nel dosarla: lascia che i silenzi, gli attriti e gli imprevisti parlino per noi. Uscendo dalla sala, resta addosso la sensazione di una ferita aperta che, proprio perché non viene coperta, ha la possibilità concreta di guarire.
