Da un fallimento trasformato in slancio, alle ambizioni di un evento deciso a incidere: così Giovanni Malagò racconta Milano Cortina 2026. A Roma, al Forum di Coldiretti, il presidente della Fondazione ripercorre strade tortuose, scelte coraggiose e scadenze inderogabili, indicando un obiettivo netto: consegnare Giochi capaci di restare nella memoria collettiva.
Dalle ceneri a un progetto
Nel suo intervento al Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti, Malagò ha riassunto l’origine del percorso: il progetto olimpico e paralimpico nasce dalle “ceneri” della candidatura estiva di Roma, archiviata anni fa, e da lì ha preso forma l’idea di un’edizione invernale diffusa e realistica, più adatta alle condizioni del Paese e alle sue tempistiche. La cornice è quella del 15 ottobre 2025, con le parole riportate dalla stampa nazionale, che colloca l’intervento nello scenario economico e sociale del momento, a partire da quanto raccontato dalla redazione sportiva di un grande quotidiano generalista.
Al centro c’è una riflessione scomoda ma concreta: gli eventi sportivi non consentono rinvii, “quel giorno a quell’ora le tv si accendono” e bisogna essere pronti. La stagione dei grandi stadi per un’ipotetica rassegna estiva avrebbe imposto cantieri complessi; invece, la virata sui Giochi invernali ha permesso di valorizzare impianti già esistenti e expertise sedimentate, trasformando un’occasione mancata in un percorso operativo. Le dichiarazioni, pronunciate al forum romano, sono state riprese anche dalle agenzie, che hanno sottolineato l’immagine di un Paese passato dal “costume” alla “tuta da sci”, con un cambio di orizzonte pragmatico.
Un’Olimpiade dei territori, un inedito doppio titling e una geografia che unisce
L’architettura dei Giochi 2026 è stata definita fin dall’inizio “Olimpiade dei territori”: più cluster, identità locali in dialogo e un insolito doppio titling che affianca Milano e Cortina nel nome ufficiale. Il modello distribuito si riflette in un mosaico di sedi già operative: biathlon ad Anterselva, salto a Predazzo e fondo a Tesero in Val di Fiemme, oltre alla Verona Olympic Arena per i momenti cerimoniali. La mappa ufficiale dei quindici impianti e la centralità di queste località sono state ribadite dai canali del CIO, mentre per il biathlon la sede altoatesina è confermata anche nelle schede dedicate.
Il doppio titolo non è solo un elemento grafico: è diventato filo narrativo dell’identità visiva, come dimostra la presentazione delle medaglie a Venezia, costruite sul concetto di “due metà che si uniscono”, ricordato dalle cronache internazionali. È un modo per dare forma, anche simbolicamente, a un progetto che mette insieme metropoli e Alpi, discipline del ghiaccio e della neve, con quella cifra “policentrica” che lo stesso Malagò ha spesso rivendicato, parlando di edizione che valorizza le eccellenze locali e il legame con i luoghi.
Il nodo impianti: dalla pista di Cortina ai test superati
Il caso più discusso è stato la nuova pista di bob, slittino e skeleton di Cortina d’Ampezzo. Tra febbraio e marzo 2025 ha vissuto giorni opposti: prima un episodio di sabotaggio che ha rallentato il cantiere e acceso polemiche, poi il superamento dei test iniziali con atleti e tecnici internazionali, fissando una rotta chiara verso l’omologazione definitiva. In parallelo, era stato individuato un “piano B” fuori dall’Italia, nel caso di necessità, a garanzia del calendario. Sono passaggi registrati dalle cronache internazionali di agenzia, con date e dettagli tecnici che hanno fatto scuola.
A metà settembre 2025 è arrivata la svolta reputazionale: la commissione di coordinamento del CIO ha parlato di impianto “oltre le aspettative”, segnalando anche l’avanzamento su trasporti e un obiettivo di sponsorizzazioni vicinissimo al traguardo economico fissato dal Comitato organizzatore. È un cambio di passo che pesa sul clima generale: meno scetticismo, più attenzione alle procedure e alle prove evento, con il concept della Cerimonia di apertura atteso per novembre 2025. Le parole e i numeri sono stati riferiti dalla stampa internazionale.
Ghiaccio e montagne, test event e una metropoli che spinge l’innovazione
Sul ghiaccio, Milano gioca di sistema. Il Forum di Assago – ribattezzato per l’occasione Milano Ice Skating Arena – accoglierà short track e pattinaggio di figura, mentre la Milano Speed Skating Stadium nascerà come struttura temporanea nei padiglioni della Fiera Milano Rho per la pista lunga. La stagione dei test ha già un’agenda: a febbraio 2025 il capoluogo lombardo ha ospitato la tappa finale dello Short Track World Tour; a fine novembre 2025 sono in programma le prime gare internazionali giovanili sulla pista della velocità, utile collaudo di impianto e flussi. Si tratta di scadenze e sedi confermate dai canali ufficiali dell’organizzazione.
Accanto, prende forma l’Arena di hockey di Santa Giulia e la sede “gemella” nei padiglioni di Rho per parte del torneo, in coerenza con la logica modulare del masterplan. È un approccio che consente di compatibilizzare costi, tempi e legacy, puntando su infrastrutture temporanee ben connesse al trasporto pubblico. L’impiantistica permanente, come le venue alpine già conosciute dagli appassionati, completa un quadro operativo che – se gestito con rigore – promette fruibilità e spettacolo. Anche qui, la ricognizione delle sedi e delle funzioni è riportata nelle guide aggiornate del CIO.
L’alimentazione che fa squadra con lo sport
La scelta di intervenire a un forum agricolo non è casuale. Oggi la filiera agroalimentare italiana vale, secondo l’analisi diffusa al XXIII Forum di Coldiretti, 707 miliardi di euro lungo tutta la catena del valore, con milioni di occupati e un primato europeo nel valore per ettaro. In questa cornice, parlare di educazione alimentare, qualità e sostenibilità ha un senso che va oltre la retorica, e connette il racconto dei Giochi con la quotidianità delle scelte a tavola. Sono dati e temi sottolineati nelle cronache dell’agenzia nazionale.
Nel suo passaggio, Malagò ha rimarcato un punto che da anni torna nelle sue agende: la scuola come terreno decisivo, dove l’educazione motoria dialoga con nutrizione e competenze trasversali, dal mental coaching alla medicina dello sport. Ha anche ringraziato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per le partnership attivate con più federazioni, segno di un approccio che prova a mettere in rete politiche pubbliche, imprese e performance. È la trama che le cronache d’agenzia hanno riportato con puntualità nella giornata odierna.
Date, mappe e realtà sul campo: cosa sappiamo ad oggi
Le Olimpiadi invernali si svolgeranno dal 6 al 22 febbraio 2026, seguite dalle Paralimpiadi invernali dal 6 al 15 marzo 2026. La geografia delle sedi è definita: Milano per le discipline del ghiaccio con epicentro al Forum e alla Fiera; Cortina per piste e sport tecnici, oltre al Curling Stadium; Valtellina per la velocità in Bormio; Livigno per freestyle e snowboard; Val di Fiemme per fondo e nordico; Verona per i momenti cerimoniali. Il quadro delle location e il calendario paralimpico sono confermati dalle piattaforme ufficiali.
Resta centrale il capitolo logistica. La dispersione geografica impone piani di trasporto robusti e una gestione attenta delle variabili. Un test event milanese all’inizio del 2025 ha mostrato quanto anche uno sciopero locale possa incidere sull’esperienza del pubblico, spingendo gli organizzatori a intensificare il dialogo con i sindacati e a potenziare soluzioni di mobilità dedicate. È un monito utile in vista dell’enorme afflusso previsto, registrato dalle cronache internazionali insieme al buon ritmo di vendita dei primi biglietti.
Le domande più frequenti in questo momento
Quando si terranno esattamente Olimpiadi e Paralimpiadi? Le date sono fissate: dal 6 al 22 febbraio 2026 per i Giochi olimpici invernali, mentre la rassegna paralimpica andrà in scena dal 6 al 15 marzo 2026. La scansione temporale è stata ribadita sia nelle comunicazioni delle agenzie internazionali sia negli spazi informativi del movimento paralimpico, con un percorso che porterà all’accensione del braciere a marzo all’Arena di Verona.
Dove si svolgeranno biathlon e salti? Il biathlon è in programma ad Anterselva, all’Arena Alto Adige, impianto con storia e know-how consolidati; i salti sono previsti a Predazzo, in Val di Fiemme, con il fondo di scena a Tesero. Questa distribuzione rientra nella logica dei quattro cluster alpini e consente di sfruttare sedi che negli anni hanno ospitato Coppe del Mondo e Mondiali, garantendo standard tecnici elevati e pubblico competente.
A che punto è la pista di Cortina? Dopo le tensioni di cantiere — compreso un atto di sabotaggio segnalato a febbraio 2025 — la pista ha superato i primi test tecnici a fine marzo con atleti e federazioni di bob e slittino. A settembre la commissione del CIO ha parlato di struttura “oltre le aspettative”, considerandola un passaggio chiave verso la piena operatività. Restano in corso le attività di rifinitura e gli ulteriori collaudi previsti dal protocollo.
Come mi muoverò tra una sede e l’altra? Il disegno organizzativo privilegia il trasporto pubblico e navette dedicate all’interno dei cluster, con l’obiettivo di ridurre tempi, emissioni e congestione. Un test event milanese ha mostrato che eventuali scioperi possono creare criticità, motivo per cui è stato intensificato il lavoro con le parti sociali. In parallelo, i test sulle venue del ghiaccio a Milano — short track a febbraio 2025 e pista lunga a fine novembre 2025 — stanno aiutando a tarare flussi, percorsi e servizi per spettatori e media.
L’Italia che trasforma gli ostacoli in energia condivisa
Questa è un’edizione che non promette miracoli: promette lavoro, metodo e responsabilità. Dalle polemiche sullo sliding centre ai test riusciti, dal doppio titolo alla geografia diffusa, l’orizzonte racconta un Paese che prova a far convergere competenze diverse — sport, impresa, territori — in un racconto comune. Anche la scelta di parlare a Coldiretti non è un dettaglio: sport e alimentazione sono facce della stessa disciplina, quotidiana e collettiva, come ricorda l’analisi economica della filiera e il richiamo educativo alla scuola.
Nel nostro sguardo editoriale, la forza di Milano Cortina 2026 sta qui: prendere ciò che sembrava una frattura e ricomporlo in un progetto. Se l’Italia saprà restare fedele a questo patto — attenzione ai tempi, cura dei dettagli, rispetto per i luoghi — allora quelle immagini di febbraio e marzo 2026 non saranno solo una festa televisiva: diventeranno patrimonio, memoria buona, occasione per misurare la coerenza tra ambizioni e risultati. E quel giorno, semplicemente, si vedrà.
